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lunedì 20 giugno 2022

Ninhursag - Rite Of Initiating Blessing Part II

#PER CHI AMA: Black/Death
Non è cosi prolifica la scena croata, ed imbattersi in una realtà proveniente dai Balcani che tratta di antico Egitto e tavole sumere, potrebbe anche rivelarsi un'esperienza musicale significativa. La creatura di oggi si chiama Ninhursag (dal nome di una divinità sumera) e si tratta di una one man band guidata da Enshag che con 'Rite of Initiating Blessing Part II', propone il secondo capitolo di un lavoro iniziato nel 2020. Due soli i brani a disposizione però parecchio lunghi, che si aprono con le sinistre melodie di "Words Spoken by Him Whose Names Are Hidden", una traccia che esploderà in vorticose ritmiche black tra blast beat furenti, partiture sghembe e acidissime screaming vocals. In questo marasma sonoro non mancano nemmeno le melodie, non proprio evidentissime, ma comunque un filo conduttore in sottofondo si sente ed è apprezzabile. Certo, se non avessi letto l'origine del mastermind di quest'oggi, avrei pensato ad un che di transalpino per queste similitudini con gente del calibro di Deathspell Omega. La song non concede troppa tregua con quel suo assalto incalzante e brutale, che si conferma anche nella successiva "The Hymn of the Fifty Names of Marduk", altri nove minuti e mezzo di ipnotiche sonorità black che trovano pace in sporadici rallentamenti dal piglio tribale. Mi piace l'approccio musicale del polistrumentista croato che, pur non inventando nulla di originale, ha per lo meno il coraggio di mettersi in gioco con sonorità frenetiche interrotte solo da un brevissimo ed inquietante break, prima di una nuova feroce ripartenza che vedrà comunque il suono ondeggiare tra ulteriori sfuriate black e rallentamenti occulti, come quelli che chiudono il brano. Insomma, un buon lavoro, ma ho aspettative ben più alte dal futuro dei Ninhursag. (Francesco Scarci)

Sólstafir - Köld

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Prog/Post Metal
Prefiguratevi una chitarra magmatica e assolutizzante che discioglie basso e pelli, un uso a dir poco sfrontato dei piatti. Strumenti e voce conglomerati in una sorta di unisono emozionale. OK? Andiamo. Gettarsi alle spalle le black-ragazzate degli inizi: è tempo di architettare sontuose suite progressive (i saliscendi ritmici ed emotivi di "Köld", la onnicomprensiva "Goddess of the Ages" in chiusura) oppure ipnotiche progessioni post-wave ("78 Days in the Desert" e in sostanza tutto il resto del disco uno). Più prossime ai lavori precedenti invece le cupe rarefazioni doom del disco due: la evocativa, post-gilmouriana "Necrologue", eseguita ad ogni concerto e dedicata a un amico prematuramente scomparso, il neurotico singolo "Love is the Devil (and I'm in Love)", una "World Void of Souls" forse solo eccessivamente lunga ma inaspettatamente Nine Inch Nails nel finale. Ascoltate questo disco mentre cercate di figurarvi i Sólstafir in persona rinchiusi nell'armadio del video di "Close to Me" mentre rotolano giù nella caldera dell'Eyjafjöll. (Alberto Calorosi)
 
(Spikefarm Records - 2009)
Voto: 78

Ekoa - Chrysalis

#PER CHI AMA: Prog Death
Interessante biglietto da visita quello dei polacchi Ekoa che con il loro debut EP intitolato 'Chrisalis', si cimentano in un 4-track che ci dice fondamentalmente quanto di buono aspettarci dal futuro di questa band originaria di Cracovia, che include anche l'ex batterista (spagnolo) degli Occasum Solis. La proposta? Un valido concentrato di prog death dalle forti venature groove/metalcore che si palesano sin dall'opener "Rooted into Grudge" che mette in mostra le potenzialità dell'ensemble sia a livello ritmico che vocale, con un dualismo, voce pulita e growl, davvero azzeccato. L'elevata presenza di melodia si contrappone a riffoni granitici anche nella successiva e più malinconica "The Stoic", mentre le partiture acustiche interrompono intelligentemente quel "wall of sound" (di prima scuola Opeth) che caratterizza il brano. Gradevole anche l'assolo conclusivo, anche se l'avrei preferito di maggiore durata. "Delegation of Thoughts" è un po' più classicona nel suo incedere portentoso ma i vari cambi di tempo, le voci più alternative e il breve assolo, la rendono comunque piacevole. In chiusura "Chimera", il pezzo più lungo del lotto, e quello che forse più si discosta dagli altri, con riferimenti che a mio avviso richiamano anche i nostrani Novembre e che aprono ulteriori scenari per questa nuova storia polacca. (Francesco Scarci)

Darkthrone - The Cult is Alive

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Thrash
Scrivere qualcosa sui Darkthrone, che già non sia stato detto, diventa ogni giorno che passa, sempre più arduo. Dopo aver recensito il discreto EP 'Too Old, Too Cold', eccomi a dare il mio giudizio anche su questo 'The Cult is Alice', un album che non si discosta poi molto, dai precedenti lavori e porta avanti, a testa bassa, il discorso intrapreso dal duo scandinavo fine anni '80, attraverso queste dieci tracks, non molto dissimili, se volete, dal Mcd sopra menzionato. La musica della band è, come sempre, una colata malvagia di note black, dal forte sapore punk, che contraddistingue il gruppo fin dai suoi esordi. Le dieci maligne songs scorrono via che è un piacere, all’insegna di un mosh frenetico e continuo, creato dal sound grezzo dei nostri, il solito ipotetico mix tra Motorhead e raw black metal. Da segnalare "Graveyard Slut" con un inusuale Fenriz in veste di cantante, brano peraltro già comparso in 'Too Old Too Cold', dove però alla voce compariva il buon Nocturno Culto. I brani sono spesso ripetitivi si sa; devo ammettere però che in alcuni frangenti la chitarra di Nocturno è ben ispirata, sfoggiando alcuni “sporchi” assoli niente male. Angosciante "De Underjordiske", vera e propria calata negli inferi, in cui i due norvegesi ci prendono per mano e ci accompagnano nell’esplorazione dei gironi infernali; la diabolica song mi ha molto ricordato gli esordi dei conterranei Manes per quelle sue atmosfere al limite del claustrofobico. Altro da scrivere su una delle band storiche del black metal, lo ripeto, risulta assai difficile. 'The Cult is Alive' è il tipico album “made by Darkthrone” e si sa, i Darkthrone o si amano o si odiano. Per concludere: album numero 11 per l’act scandinavo e pollice verso l’alto a confermare il valore di una band che, nonostante la non impeccabile perizia tecnica e la scarsa fantasia compositiva, ha saputo crearsi comunque un seguito, davvero ragguardevole, nel panorama metal. (Francesco Scarci)

(Peaceville Records - 2006)
Voto: 73

https://www.facebook.com/Darkthroneofficial/

Testament - The Formation of Damnation

#FOR FANS OF: Thrash Metal
This is a good one! The 80's Testament had low quality recordings so the production quality wasn't there. Now with the 21st century version of the band we don't have that. This one is pretty solid and tight. There are a few members here that came and go which would be bassist Greg Christian whom the band had a falling out with and Paul Bostaph (ex-Forbidden, ex-Slayer) on drums here. I thought that the songs were awesome and sound overall is definitely top notch. The music and vocals stand out the most. I like how they redid some of the old tracks ("Souls of Black", "Practice What You Preach", etc.). Sound quality is just so much better!

Peterson has been one long-time member that seems to be the driving force of rhythm guitar though now he's executing some leads as well. I wish he'd stay rhythm and let Skolnick write all the solos. That's not happening unfortunately. But Peterson writes awesome rhythms as shown on the re-recording of the first two albums on their 'First Strike Still Deadly' release in 2001. Testament has a multitude of LP's that are solid, new or old. They're still hacking it these Bay Area thrashers. I always liked this band, they don't seem to disappoint! With this LP, their approach was solid rhythms and forceful vocals. Everything seemed to go well on here!

I liked all of the songs on here and this is a solid recording. Not sure why it'd get a bad rap in ratings, very good quality music here. I liked the rhythm guitars the most and a few of Skolnick's leads. Chuck Billy always delivers to that's not an issue. I tell you, there aren't many things wrong with this recording. That is, in my humble opinion. I was missing this CD in my collection so I made sure to pick it up. I just figured that since it was Testament it'd do no real wrong. Though, like I said they had some album flops but not many. As long as they had most of the founding members then it's solid.

Well, this is a 2008 recording that's streaming, but I just bought the CD. If you want to hear what it sounds like before buying it it's on Spotify or YouTube. The main members (Alex, Eric, Chuck & Greg) were featured exclusively on here. So you bet it's going to be solid. The guitars galore here and Chuck with his unique vocals makes it out of sight! I guess I felt that it needed a strong rating since the music had me sucked in here. They really were underrated on here. I think a "80" is appropriate because the songwriting was super spot on everything seemed to come together on this one! Take a listen! (Death8699)

(Nuclear Blast - 2008)
Score: 80

https://www.testamentlegions.com/site/

giovedì 16 giugno 2022

Warpaint - S/t

#PER CHI AMA: Darkwave/Dreampop
La seconda esperienza discografica delle Warpaint si colloca nell'intersezione tra l'immenso background musicale dell'eminente (e preminente) produttore Flood e certe lomografiche diffrazioni iperurbane losangeline anni novanta, tipo festino a base di crack e cheerleader strafatte, per intenderci ("Disco // Very"). Per inquadrare le sonorità delle nostre potete altrimenti immaginarvi dei Sonic Youth ficcati nella Washing Machine (la lavatrice dai) con un chilo di ammorbidente ("Feeling Alright" o il singolo "Love is to Die"). Altre sfumature dream-pop: Tori Amos pianta una grana perché non vuole saperne di registrare la cover di "Foreign Affair" ("Biggy"); Mary Margareth O'Hara sostiene che l'autunno nel tinello dei Kings of Convenience è persino più triste dell'inverno nel solaio dei Sigur Ros ("Go In"). I Mazzy Star si qualificano per la finale dei campionati mondiali di pera e divano ("Teese"). Nonostante la nebbiolina psicotropa, l'album risulta nitidamente torpido e, a tratti, languidamente sonico. Staccate l'antenna, accendete la TV, procuratevi qualcosa di molto forte e passate l'intera nottata stesi sul letto a fissare il rumore bianco con questo album in autorepeat. (Alberto Calorosi)

(Rough Trade - 2014)
Voto: 75

https://www.facebook.com/warpaintwarpaint

Primus - Green Naugahyde

#PER CHI AMA: Funky Rock
Era il 2011 e 'Green Naugahyde' rappresentava il telefonato ritorno degli autocompiaciuti fautori del funky-prog-crossover-eccheccazz-metal tanto gradito alle world-orecchie dei metallazzi anni novanta, transita attraverso la riproposizione di un certo numero di vecchi clichè, partendo dalla copertina di plastilina per arrivare ai suoni costruiti sui consueti filamentosi tappeti elettrici emananti dal basso di Les Claypool con la nevrotica batteria di cartone di Jay Lane (già in formazione nell'88 ma finora invisibile su disco) e il chitarrismo avant-freak di Larry LaLonde a fungere da estemporanei generatori di stravaganza. Si spazia (si fa per dire) dallo spotlight-funky alla R-H-C-P di "Tragedy's a' Comin'" ai classici Primus-salterecci ("Lee Van Cleef"). Lunghi passaggi jammosi ("Extinction Burst") e psych-floydiani ("Last Salmon Man"), qualche furba inversione chitarra-basso (al 2° minuto di "Jilly's on Smack", per esempio) e, di tanto in tanto, qualche geniale riff (la scorreggia brodosa di basso che domina "Eyes of the Squirrel"). Mettete su questo disco se non vi disturba l'idea di ascoltare esattamente il disco che vi aspettavate di ascoltare da parte di quella stessa band che anni fa vi entusiasmava proprio perché ogni volta era qualcosa di assolutamente diverso da ciò che vi aspettavate. (Alberto Calorosi)

(Prawn Song - 2011)
Voto: 70

http://www.primusville.com/

lunedì 13 giugno 2022

Kreator - Hate Über Alles

#FOR FANS OF: Death/Thrash
What a solid follow-up from 'Gods of Violence'. That one just grew on me. But this one is solid in every way! Mille sounds great on vocals. And the riffs are sick. Fresh and well thought out! The overall quality is not only the music but the sound quality as well! Kreator's career stretches over 40 years and long-time members (Mille & Ventor) are still hacking it. As long as Mille stays on rhythm, cannot go wrong! Sami does a good job in the lead department but not as good as Frank Blackfire (the old lead shredder). This one has a mountain of aggression and technical thrash riffs. They just simply tore it apart here.

I don't necessarily like the lyrics though I never did like their concepts. But the music and overall sound kicked ass. Wish I could see them once again but I'm not sure if that's going to happen. A friend said they're Saxon sounding on this one, though I've never really explored that band. I've just been into Kreator since the late 80's. I'm one that's always hell stuck on 'Coma of Souls'. But they have a lot of good albums to explore such as 'Phantom Antichrist', 'Enemy of God' and 'Violent Revolution' (not in order by release date). Their previous had some good songs as well though overall this one is the key solid release!

I think the compositions themselves are what makes this one so admirable. They really do have it here! They're in their 50's and like fellow thrashers Destruction are still putting out good quality music. There was a brief time when Kreator took a dive with 'Renewal'. I thought that that was the last of them after I heard that one. I was wrong and since they've been thrash which is their roots! I think they've hit a wide array of fans once again showing that they will not compromise! The riffs on here were the highlights the melodies and rhythms simply kicked major ass from all aspects!

Well, I cheated and downloaded the album in skepticism after hearing a few music videos then I heard the whole album! So I made sure to get this on CD! I'm glad I got their physical copy and am no longer skeptical of this one. The music is really strong here. Maybe because they took around 5 years of getting it put together after 'Gods of Violence'. This one is way tighter and more melodic in my humble opinion. Kreator is as strong as ever and this album just shows us that. I know there will never be another 'Coma of Souls', but this one is pretty close! Long live Kreator! (Death8699)