#PER CHI AMA: Techno Brutal Progressive Death, Pestilence, Death |
Abbastanza controverso l’ascolto di questo cd: se dai primi due minuti d’ascolto di “Pathetic Existence” mi ero convinto di avere fra le mani un prodotto di brutal techno death, ecco cadere ogni mia convinzione con la seconda metà del brano, dove passaggi acustici, melodici e atmosferici, ci consegnano una band camaleontica, in grado di cambiare vestito in pochissimi secondi da qualcosa di devastante e ferale a qualcosa di assolutamente tranquillo o al limite dell’imprevedibilità. E cosi anche con l’incipit di “Useless Shell of Void” vengo prontamente annichilito dalla potenza di fuoco del quartetto russo di Krasnoyarsk, prima che il mio cervello subisca un nuovo intervento lobotomizzante per le ritmiche schizoidi della band. Album di debutto col botto per i Lost Conception che nelle note di “Paroxysm of Despair” mischiano in modo egregio ritmiche infernali a la Death, con incursioni devastanti a la primi Pestilence. Mi ritrovo alla terza traccia con le ossa già pesantemente frantumate e fortunatamente il ritmo di “Urbanistic Echoes of Evolution” non è tra i più veloci viaggiando su un mid tempo che comunque fa degli improvvisi cambi di tempo, della elevata tecnica e dell’improvvisazione, il proprio punto di forza, per non parlare poi dell’esagerata sezione solistica, dove il duo Doctor/Verz (tra l’altro anche entrambi i vocalist), duetta con delle saettate impressionanti per tecnica e per gusto estetico. Sono compiaciuto, devo ammetterlo: l’orribile copertina non lasciava presagire nulla di buono e invece, come si suol dire, “l’abito non fa il monaco”, ed ecco che il contenuto di questo album di debutto, farà sicuramente la gioia di chi ama un techno progressive death e di chi ha una profonda nostalgia dei riffs del buon Chuck Schouldiner. Le liriche di questo micidiale lavoro, vertono poi sul degrado della società moderna, ormai allo sbando tra mille scandali e manipolata dai media (“Human Becomes an Idiot”) o prossima all’autodistruzione attraverso una qualche guerra chimica o nucleare (“Society Equals Zero”). Chissà se c’è uno spiraglio a questa continua corruzione dell’animo, di sicuro i Lost Conception provano a illuminarci questa difficile lunga strada, con grande classe e convinzione. Incredibili! (Francesco Scarci)
(Darknagar Records)
Voto: 80
Voto: 80