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mercoledì 12 settembre 2012

Polar for the Masses - Silence

#PER CHI AMA: Post Punk, Indie, Placebo
Giuro, era da tempo che cercavo di vedere dal vivo i Polar for the Masses, ma per una serie di sventure ho perso più di una data (notare che sono originari di Vicenza e io abito da quelle parti). E fu così che alla fine mi ritrovai sotto il loro palco, reflex in mano e quasi quaranta gradi alle undici di sera. Dopo i primi scatti il loro sound mi ha talmente preso che ho riposto la macchina per godermeli, anche perché è inutile fare foto se continui a tenere il tempo con il piede... I Polar nascono nel 2007 dall'incontro di Simone, Davide, Jordan e con questo “Silence” fanno la cosiddetta tripletta in fatto di album. Quello che colpisce di loro è una personale interpretazione di rock, post punk e di un terzo ingrediente segreto (non voglio assolutamente usare quel termine che non vuol dire un cazzo, indie). Sta di fatto che i Polar offrono un sound godibilissimo, semplice da assimilare, ma allo stesso tempo con un'ombra di complessità che li stacca dal pop e dai prodotti ultra commerciali. Chitarre distorte, basso corposo e batteria energica unite ad arrangiamenti mai banali creano un mix genuino. Ovviamente farà storcere il naso agli amanti di generi più aggressivi, ma diciamoci la verità, quando la musica è di qualità, i generi non devono essere una limitazione (anche il Franz approva). La seconda traccia, "Rust", è forse il pezzo trainante del cd, ma secondo me rappresenta solo una delle diverse sfaccettature dei Polar . Questa è sicuramente quella più ipnotica. La voce di Simone molto sbruffona e svogliata, ottiene così l'effetto di insinuare il semplice ritornello nelle vostre sinapsi, di cui vi libererete difficilmente. In "Sailing Way" le sonorità si fanno cupe e malinconiche, mentre la chitarra scandisce accordi arrabbiati, in stile the Boss. Il cantato avanza lento ma deciso e confeziona un pezzo lineare, diverso dagli altri che sono più articolati. Chiudiamo con "Guilty" che riprende le vecchie sonorità dei Placebo, ma sempre in chiave "polare", british al punto giusto e molto azzeccata. Il percorso musicale dei Polar è maturo, quindi non resta che seguirlo e arrivare veramente alle masse. In bocca al lupo! (Michele Montanari)

(Self)
Voto: 80