#PER CHI AMA: Black Symph., Nihili Locus, Crown of Autumn |
Che facile scrivere una recensione quando la musica, cosi suggestiva, mi guida la mano nel mio digitare incessante sulla tastiera e lo schermo si riempie, con mia somma soddisfazione, di parole. Merito decisamente va alla proposta dei veneziani Foret d’Orient (la traduzione francese di “Foresta d’Oriente”), che sciorinano sei pregevoli pezzi di un potentissimo quanto mai ispirato black atmosferico, che per certi versi mi ha ricondotto ad una quindicina di anni fa, quando ascoltai per la prima volta il magico Ep di debutto dei Nihili Locus, “...Ad Nihilum Recidunt Omnia” o il mitico “The Treasures Arcane” dei Crown of Autumn. La presa che i cinque ragazzi di Venezia hanno avuto sul sottoscritto è stata la medesima che le due band succitate ebbero all’epoca, il tutto fin dalla prima epica traccia, una sorta di intro dal forte sapore medievale, “Campo di Marte”, che ha il merito di introdurci nella corte dei Foret d’Orient. Poi il black dei nostri, ottimamente arrangiato (ma che pecca a mio avviso, ancora in fase di pulizia del suono), fa il suo esordio miracoloso con “Sagitta”, una song violenta che tuttavia ha il grande pregio di spezzare la sua irruenza, con gentili e raffinati tocchi di tastiera e arpa; si avete letto bene, l’eleganza di questo strumento antichissimo, suonato dalla dama Sonia Dainese, conferisce all’intero lavoro, una carica emotiva pazzesca. Meraviglioso il finale della seconda traccia, affidata appunto ai suoni di questo incantato strumento. È con la terza song che l’ensemble italico tocca l’apice compositivo: “Mantva 1328”, il cui anno richiama la data d'inizio del dominio dei Gonzaga sul Mantovano, è una canzone che ci mostra quanto la band sia già profondamente matura, sia in termini compositivi che di songwriting; potenza, dolcezza, misticismo e black metal si fondono alla perfezione nei due movimenti che compongono il brano. Merito anche del cantato in italiano (avanti cosi per favore! Inoltre un plauso al bravo Roberto Catto per il suo cavernoso growling) che dona una maggiore enfasi al risultato finale. Come se ce ne fosse ancora bisogno, il successivo intermezzo è nuovamente affidato alle corde suadenti di Sonia, che ci riconducono ancora per un momento nell’antro più oscuro del nostro tempo, il medioevo. I due pezzi conclusivi, “Diadema” e “Prudentia et Armi”, ci attaccano con tutta la loro veemenza, proponendo l’abbinata black atmosferico/suoni acustici/spruzzate folk, il tutto condito da ottime melodie. Bella, quanto mai inattesa, la proposta dei Foret d’Orient; spero proseguano su questa strada, cercando di smussare quegli angoli del proprio sound, ossia quegli sprazzi in cui una violenza un po’ fine a se stessa (con tanto di iper blast beat) prevarica su tutto il resto. Niente di grave però. “Essedvm” si presenta in modo assoluto come un ottimo biglietto da visita per l’act veneto, che da oggi in poi dovrà essere tenuto sotto controllo da parte nostra… (Francesco Scarci)
(Archaic North Entertainment)
Voto: 80
Voto: 80