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giovedì 23 gennaio 2025

Swallow the Sun - Shining

#PER CHI AMA: Doom/Depressive
‘Shining’, il nono album in studio dei finlandesi Swallow the Sun, rappresenta un punto di svolta significativo nella loro discografia. La nuova uscita del quintetto di Jyväskylä propone un suono che, pur non rinunciando del tutto alla componente death-doom più pesante del passato, si orienta verso una dimensione più melodica e accessibile. Questa evoluzione si traduce in composizioni maggiormente dirette e orecchiabili, come si può notare in brani come “Innocence Was Long Forgotten” e “MelancHoly”, esempi perfetti del cambio di rotta intrapreso dalla band. Tuttavia, questo nuovo lavoro non abbandona l’oscurità che da sempre ha contraddistinto gli Swallow the Sun. Al contrario, l’album è pervaso da un’atmosfera avvolgente e da melodie che evocano profondità insondabili, dove la luce appare solo come un lontano ricordo. Questa sensazione emerge anche nelle liriche, che esplorano temi come la perdita, l’isolamento e la vulnerabilità. E la musica diventa così un mezzo catartico, un riflesso sonoro delle fasi del lutto e un’espressione poetica che risuona nel cuore dell’ascoltatore (ascoltare la title track per comprendere al meglio). L’esperienza complessiva dell’album risulta, però, contrastante: i brani alternano momenti malinconici ma carichi di groove, come accade in “Under the Moon & Sun”, a tracce che sembrano rievocare i fasti e le atmosfere plumbee delle origini della band, come in “Charcoal Sky”. Sebbene questa eterogeneità possa sembrare un punto debole per chi cerca maggiore coesione musicale, in realtà essa rivela un viaggio interiore tormentato e irrisolto. È un invito ad affrontare i propri demoni, sintonizzandosi con il profondo senso di inquietudine che permea l’album. Ciò che rimane indiscutibile è la capacità degli Swallow the Sun di non essere mai prevedibili. Pur richiedendo un ascolto attento e una buona dose di pazienza per assimilare appieno i brani, ‘Shining’ si conferma come un’opera di grande qualità e profondità emotiva. (Francesco Scarci)

mercoledì 29 luglio 2015

Swallow the Sun - The Morning Never Came

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Doom, Saturnus, My Dying Bride
Il 2003 segna l'anno d'esordio per gli Swallow the Sun, sestetto finlandese all'attivo già con un demo dal titolo 'Out of This Gloomy Night' e ora al debutto ufficiale con 'The Morning Never Came', all'insegna di un doom-death estremamente pesante. L'incedere lento dell'opener "Through Her Silver Body" dà subito una traccia della direzione musicale intrapresa dal gruppo, la cui devozione verso certe atmosfere angosciose e opprimenti in stile My Dying Bride, viene espressa in maniera più che esaustiva lungo tutti gli otto brani che compongono il cd. L'estenuante traccia d'apertura riesce a metterci seriamente a dura prova, ma è già con la successiva "Deadly Nightshade" che il guitar-work si assesterà su dinamiche più varie, il ritmo si fa incalzante e l'esplosione di synth "orchestrali" nel finale, accendono un interesse, ad un primo ascolto, insperato. Notevole anche l'evolversi in crescendo di "Out of This Gloomy Light" che vede ancora partecipi le chitarre con un assolo di pregevolissima fattura. 'The Morning Never Came' è un viaggio afflitto dal peso insostenibile della propria debolezza, un peregrinare sofferente su sentieri ostili lungo i quali gli Swallow the Sun intendono guidarci, condividendo il nostro fardello, ma non c'è solo buio nella musica di questi finlandesi; addentrandovi tra le note di "Swallow" e "Silence of the Womb" troverete anche aperture più ariose, dove un cantato pulito e melodioso va ad alternare il classico growling. Gli elementi sono quelli tipici del doom-death: un muro di chitarre dal riff granitico, tastiere maestose e una voce cavernosa sempre in primo piano, nulla di realmente originale o sconvolgente! Ad ogni modo quello che poteva essere un disco come tanti, dove la noia rischia di sopraggiungere rapida e implacabile dopo pochi minuti d'ascolto, si è rivelato invece un debutto più che dignitoso, che segnerà l'ascesa di un'ottima band. 'The Morning Never Came' magari troverà difficilmente un pubblico al di fuori del suo genere ma per chi ha apprezzato le gesta di Unholy, Saturnus e primi Katatonia potrà indubbiamente costituire un ascolto interessante. (Roberto Alba)

(Firebox Music - 2003)
Voto: 75