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venerdì 20 settembre 2024

Scarcity – The Promise of Rain

#PER CHI AMA: Noise/Black
L'ultima opera dei newyorkesi Scarcity, è qualcosa che va oltre le mie aspettative. D'altra parte, sarebbe stupido pensare che colui che ha preso in mano le redini del progetto Glenn Branca Ensemble, dopo la scomparsa nel 2018 del suo fondatore, non riflettesse, nella musica della propria band personale proprio gli insegnamenti del grande compositore Glenn Branca. Brandon Randall Mayers è membro del G.B.E. dal 2016, e con i suoi Scarcity, ha voluto proprio sconfinare e travisare le regole del metal, fondendole con l'avanguardia delle sinfonie di Branca. Il disco si apre con "In the Basin of Alkaline Grief", un capolavoro violentissimo di noise metal, no wave e postcore della Grande Mela, un brano spettacolare ed emblematico, quanto punto focale di quest'album, anche per il metodo di registrazione usato qui e in tutto il resto dell'opera (vedi anche "Scorched Vision" e "Undertow"). La scelta stratificata del muro sonoro è assai ricercata con l'effetto prorompente e rumoroso dell'impatto emesso, in realtà, da suoni che non intendono far insensato frastuono ma rumore clinicamente programmato e mirato. E ancora, le chitarre te le trovi puntate in faccia a dismisura, in una sorta di tortura sonica simile a un allarme isterico; la batteria in sottofondo esce da un piano interrato, per mostrare quanto si può elaborare una partitura ritmica in un brano esasperante, senza risultare ripetitiva e banale, con in più, reminiscenze jazz al suo interno. Infine il basso che, come un serpente impazzito, sfugge alle trame del brano, lavorando in una terra di mezzo per far uscire il suo valore reale. Poi, una parziale pausa al terzo minuto (ma non per le chitarre costantemente in fase di allarme) mette in risalto uno screaming che acquista un senso ben lontano dal solito grido in salsa black metal, con un bridge che non passa certo inosservato. Questo disco è strabiliante per effetto sonoro, da ascoltare in cuffia o ad alto volume, incurante del suo status di terrificante manifesto rumoroso, un campo di battaglia dove melodia, distorsione, tecnica, cacofonia e dissonanza, si fondono assieme, come se il pionieristico spirito di Glenn Branca rivivesse tra il caos di 'Evolution Through the Revolution' dei Brutal Truth, l'umore nero degli Swans di 'The Seer', e le cose più underground prodotte dai Sonic Youth, e tanto spirito No New York. Brano dopo brano, ci si innamora di questo sound corrosivo, emotivamente compromesso, che a ogni passaggio vuole esprimere creatività, una creatività estrema, illuminata e viva. Qui tutto è tensione, è un sound parallelo al canone costituito del solito metal estremo, che porta al suo interno lo spirito più duro e sperimentale della Grande Mela. Un'esperienza sonora che lascia grande soddisfazione, raccomandata e tutta da provare. (Bob Stoner)
 
(The Flenser - 2024)
Voto: 85
 

mercoledì 7 aprile 2021

Brave the Cold - Scarcity

#FOR FANS OF: Death/Grind, Napalm Death
Killer death/grind though not too many blast beats. But the intensity is high with Mitch performing three duties throughout the LP. I liked the whole album, a lot of great energy! Even though it was only 38 minutes, there were 12 songs and every one of them was awesome. Mitch does a lot of screaming and the guitar riffs are killer. I enjoyed that aspect of the album. Some things were definitely early Napalm Death related such as a song off of 'From Enslavement To Obliteration' called "Unchallenged Hate." Mitch played a track on here that's similar to it so yeah definitely Napalm Death related.

The sound quality was good on here, I'd say you can hear everything pretty clearly and the drums turned out well on that front, too. There aren't many disdainful things to say about this album. I just do hope that more people learn about the band. This one was out in October of last year and I'm just recently hearing it. It was thanks to an interview with Mitch Harris talking about this project. I used to have Defecation, a band that Mick and Mitch from Napalm Death were in. But Mick fled the music scene unfortunately and to me he was the best grindcore drummer that I've ever heard. Just irreplaceable.

The sound quality on the album is top notch. I just wish there were more of a distribution of CD's for them rather than just Vinyl. But the digital version for now, I was able to hear everything and illicit a solid conception of what to expect from the album. I like this band a lot and if Mitch ever decides to leave Napalm Death to pursue just this band, I'm all for it. Being that he's 51 now, he's got years left for this and for Napalm Death as well! I just felt the good vibe from this so yeah I think these guys work well together and hope that they never ditch what they've started here. It's too good and the energy is fierce.

I downloaded this on Spotify and couldn't get enough of it! I was playing it ad nauseum. But yeah, there needs to be more copies of this on CD's for us collectors not just digital album releases or Vinyl. All 12 songs kick ass and you'll have to get in the intensity of the band. It's what's the most prevalent. I didn't like the vocals as much as I should which is probably why I gave it a lower score. But take a listen here for similarities between Napalm Death and Brave The Cold. Mitch has been with them for years so yes it's good that he created this project! Check it out! (Death8699)


(Mission Two Entertainment - 2020)
Score: 75

https://www.facebook.com/bravethecold/