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sabato 27 luglio 2019

Ordinul Negru - Lifeless

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Hellenic Black Metal, Rotting Christ
L'avevamo anticipato meno di un mese fa, in occasione della recensione di 'Nostalgia of the Full Moon Nights', che quest'anno la Loud Rage Music aveva fatto uscire qualche re-issue dei vecchi album degli Ordinul Negru. Dopo aver quindi tributato quell'album, ci spingiamo un po' più indietro verso le radici della compagine rumena, da sempre guidata dal buon vecchio Fulmineos. Ed eccoci quindi a parlare di 'Lifeless', il quarto disco dei nostri, che vedeva il solo polistrumentista gestire gli Ordinul Negru. E con un album di oltre 60 minuti e undici pezzi, non deve essere stata proprio una passeggiata. Il disco di primo impatto, risente fortemente del black metal ellenico, scuola Rotting Christ, il che, solo per questo, lo rende differente da 'Nostalgia...', che subiva invece una forte influenza norvegese. Interessante pertanto ascoltare le melodie dal sapore mediterraneo dell'opener "Wolves from the Ancient Forest" che pongono la one-man-band rumena molto vicina, per affinità musicali, agli esordi di Sakis e soci, penso a 'Thy Mighty Contract' o ancor prima, all'EP 'Passage to Arcturo'. Un po' fuori tempo massimo qualcuno avrebbe da obiettare, però il sound ellenico è un qualcosa che pare essere rimasto immutato nel corso del tempo attraverso le release dei Rotting Christ stessi ma anche di Necromantia, Varathron, Zemial, Thou Art Lord e molti altri. Allo stesso modo, la musica degli Ordinul Negru sembra possedere in questo 'Lifeless', la stessa insana magia di quei protagonisti che hanno reso illustre la scena. Quello che fa specie alla fine è che il nostro mastermind di oggi non sia greco, per il resto trovo che 'Lifeless', per quanto mostri ancora lacune importanti su più livelli (produzione, mixing, suoni rozzi e primitivi), incarni alla grande l'indomito spirito guerriero mediterraneo, il che si traduce in battagliere, feroci, tiratissime song, quali le brevi "Warewolf", "Eve Tales" o la più atmosferica "The Cold Spirit Arouse from a Forgotten Soul", passando poi per le più strutturate e lunghe (entrambe oltre i nove minuti) "Morbid Prophecy" e "Serpent's Promise" che delineano un black dalle tinte oscure, contraddistinto da un mid-tempo dotato di mistiche atmosfere orrorifiche declamate dalle magnetiche screaming vocals di Fulmineos, uno che vi ricordo aver cantato anche nei mitici Negura Bunget. Un pezzo che ho particolarmente apprezzato, più per le sue trovate tastieristico-sperimentali, è "Snow Covers the Blood of the Warrior", ma in generale è tutto l'album a convincermi, con la consapevolezza che è stato concepito oltre dieci anni fa con tutti i limiti del caso legati anche alle pesanti influenze che subisce. Fatte tutte le dovute premesse, trovo che l'occultismo di cui 'Lifeless' è intriso, lo renda più convincente del suo successore. (Francesco Scarci)

(Banatian Records/Loud Rage Music - 2008/2019)
Voto: 72

https://loudragemusic.bandcamp.com/album/ordinul-negru-lifeless

venerdì 12 luglio 2019

Ordinul Negru - Nostalgia of the Full Moon Nights

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Norwegian Black Metal, Emperor, Immortal
Uscito originariamente nel 2011 per la Banatian Records, ma andato assai presto sold-out, 'Nostalgia of the Full Moon Nights' dei rumeni Ordinul Negru, viene a grande richiesta, riproposto dalla Loud Rage Music, in contemporanea con un'altra release dei nostri uscita nel 2008, 'Lifeless'. Per chi ancora non conoscesse la band di Timişoara, sappia che i nostri sono fautori di un acidissimo black metal, nelle ultime release corredato da aperture atmosferiche, ma che in questi primi episodi fanno in realtà capolino molto di rado. "In the Fullmoon Nights", l'opener del disco, è infatti una rasoiata che richiama i selvaggi anni '90 in Norvegia, un sound all'insegna di ritmiche tiratissime in blast beat e grim vocals. Echi di Dimmu Borgir (era 'For All Tid') affiorano in alcuni millisecondi sinfonici della seconda "Steps Over Time", che delinea accuratamente dove affondano le influenze dei quattro musicisti rumeni. La cosa si ripropone con più ardore nella terza "Crepuscul și Blestem", una traccia che oltre a mostrare ampi segni di sinfonicità, enfatizza con le classiche chitarre in tremolo picking, anche una certa vena malinconica, spezzata poi dalla tumultuosa veemenza black dei nostri. Il disco prosegue su questa falsa riga, infarcendo più o meno copiosamente, la violenta architettura ritmica dei nostri con spettrali inserti tastieristici che mitigano le intemperanze rabbiose offerte dal sound degli Ordinul Negru. I richiami al black anni '90 rimangono comunque molteplici: dai Burzum nella partitura iniziale di "Dark Realm" ai primi Ancient in "Forgotten in Apathy" ma pure echi di Gehenna, primi Immortal, Emperor e compagnia bella, sono più o meno udibili a 360 gradi in tutto il disco, anche quando emergono delle inattese clean vocals in "Beyond Twilight". Il disco alla fine è discreto, considerata peraltro una produzione non certo raffinata, un lavoro che deve stare assolutamente nella collezione dei fan della band rumena. Per gli altri, dò per scontato che nella loro collezione ci sianoin primis i grandi classici del passato, se poi rimane un po' di spazio, beh magari si potrebbe dare anche una chance agli Ordinul Negru. (Francesco Scarci)