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mercoledì 7 novembre 2018

Nomura e Nulla+ - Impronte / Lacrime

#PER CHI AMA: Sludge/Post Black
Siamo di fronte allo split 'Impronte / Lacrime' di Nomura / Nulla+, un disco di 5 pezzi che si muove tra lo sludge, il black e il post. Le atmosfere cupe sono la linea tematica, l’italiano usato con rabbia e disperazione è il mezzo. Si tratta di un quarto d’ora di inferno, uno sguardo dentro un oscuro abisso di disagio e disperazione. Il brano dei baresi Nomura, "Salice", diviso in due parti, è una sferzata di post black sanguigno ma anche spirituale legato alla natura e alla convinzione che essa sia al di sopra di tutto e di tutti, che assista impassibile allo svolgersi delle più efferate atrocità che l’uomo sia in grado di concepire. Il Salice è un simbolo, un albero piangente che si duole e soffre con l’umanità per la sua destinata e catastrofica fine. I Nulla+, con il loro black metal al vetriolo, si concentrano invece sulla sofferenza umana, nell’incomunicabilità tra le persone, le lacrime come effige di una lotta mai vinta e mai combattuta, che non può che finire in una cocente disfatta. I rampolli arricchiti che sperperano denaro e tempo negli oggetti e nelle attività più inutili, in un mondo in cui la fame non molla mai e le persone che hanno fame, alla fine muoiono per gentile concessione della società cosìddetta civile. Uno split imbevuto di petrolio viscoso e velenoso, una volta toccato, penetra nella pelle e pervade ogni emozione, solo il nero regna sovrano per ricordarci che il male esiste, vive e non se ne andrà mai. (Matteo Baldi)

(The Triad Rec/Italian Extreme Underground/Nothing Left Records/Boned Factory - 2018)
Voto: 75

https://nomuratheband.bandcamp.com/album/impronte-lacrime

Alchem - Viaggio al Centro della Terra

#PER CHI AMA: Progressive Metal
Se non sapessi che la release degli Alchem 'Viaggio al Centro della Terra' fosse uscito nel 2018, avrei senz’altro pensato, dopo l’ascolto, che fosse datato almeno di 15 anni. Questo album mi ha fatto tornare indietro ai tempi in cui da sbarbatello, sotto gentile concessione dei miei gentiori, andavo alle sagre di paese e scoprivo per la prima volta che la musica non era soltanto 'Hit Mania Dance' e 'Hot Party' ma che invece esisteva, al di fuori di queste compilation, un intero mondo di persone che si ritrovava settimanalmente in uno scantinato nell’intento di preparare live performance. L’ultimo lavoro del collettivo romano fondato da Annalisa Belli e Pierpaolo Capuano è un prodotto genuinamente umano e si capisce subito come i musicisti abbraccino il motto “Do it yourself”: la qualità di registrazione infatti, insieme alle scelte di composizione, sembra inequivocabilmente riconducibile ad una band che da più di un quarto di secolo si è isolata nella sua comfort zone e si è dedicata con zelo a trasportare sogni e visioni su un pentagramma. Non ci vuole molto tempo per trovare informazioni sugli Alchem e scoprire che la loro mission non si esula soltanto nei meandri del progressive metal ma abbraccia anche progetti di visual e grafica, insieme ad una considerevole serie di collaborazioni con altri musicisti. 'Viaggio al Centro della Terra' ahimé non spicca per innovazione e scelte stilistiche azzardate, è un super classicone del genere, condito da intraprendenti breaks vocali che strizzano l’occhio a spiritualità e alla magia. Consiglierei questo album a chi, come me quando non avevo ancora la barba, si dovesse svegliare un mattino di novembre e capire che la musica non è soltanto un daw-software ma è nata e sopravvive, ancora oggi, grazie a persone che sentono il desiderio di comunicare pensieri ed intuizioni. La musica non è solo mixtape e remixe, ma è nata e sopravvive anche nel 2018 grazie a persone che periodicamente s'incontrano e si arrovellano il gulliver per trasformare idee in note, esercitarsi ed esibirsi. (Pietro Cavalcaselle)

(The Triad Records/Black Widow Rec/Maculata Anima/Hellbones Records - 2018)
Voto: 55

https://hellbonesrecords.bandcamp.com/album/alchem-viaggio-al-centro-della-terra