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giovedì 18 dicembre 2014

Neige et Noirceur – Gouffre Onirique et Abimes

#PER CHI AMA: Ambient Black Drone
Chiudete gli occhi e immergetevi nel sound ingannatore dei Neige et Noirceur (che abbiamo già avuto modo di ospitare nel Pozzo) e ai loro crudi richiami dei Burzum primordiali. Le chitarre ronzanti del Conte unite alle eteree keys, guidano infatti la musica dei nostri genuini blacksters che da diversi anni ormai si dedicano al culto della nera fiamma. Otto song portatrici di oscurità e di disperazione (confermate anche da una cover cd lunare) che offrono un suicidal black dalle forti tinte depressive. “Future Torture”, la seconda traccia, ci delizia con abrasive e rozze linee di chitarra su cui si stagliano le acuminate screaming vocals del frontman. La song mostra tuttavia anche un'anima epico-pagana che arricchisce i contenuti del platter rendendo il sound meno freddo e meccanico. Le tastiere di “Echo des Abysses” contribuiscono a rendere l'incubo musicale dei N&N dotato di sembianze più simili ad un sogno, mitigando la tagliente verve delle chitarre e le sanguinolenti frustate di un drumming innaturale e plastificato (drum machine?). 'Gouffre Onirique...' è in fin dei conti un black album che poggia virtualmente su mid-tempo non proprio raffinati (soprattutto quando le velocità si fanno più elevate e il sound qui diventa da censura), ma che comunque ha da regalare malinconiche (e talvolta strazianti) melodie (notevole a tal proposito la mia traccia preferita, “La Marche des Astres...”, song dotata di pomposi arrangiamenti), demoniache vocals, tenebrose atmosfere (nell'ambient dell'intera trilogia de “La Caverne de Glace”), per un risultato finale onesto e piacevole. Notturni. (Francesco Scarci)

(Sepulchral Productions - 2014)
Voto: 65

sabato 1 ottobre 2011

Neige et Noirceur - Philosophie des Arts Occultes

#PER CHI AMA: Ambient Black, Drone, Abruptum
Sono sempre stato un estimatore della libertà sotto ogni punto di vista. Quella fisica, prima di tutto, poi quella di opinione. Quindi ecco perché al termine della prima traccia di questo album un sorriso compiaciuto si manifesta sul mio volto. Signori miei, “Philosophie des Arts Occultes” è la reale libertà di espressione in campo musicale, un emblema di ciò che mente e spirito possono fare se non sono ostacolate da dettami di comportamento o di giudizio. È dai tempi degli Abruptum di “Obscuritatem Advoco Amplectere Me” e della defunta Deathlike Silence Production che non sentivo suoni così avvolgenti. Non c’è niente da fare, non potete apprezzare un’opera come questa se non siete in sintonia perfetta con l’intento di chi l’ha generata. Definire siffatta gemma con black metal-noise music è alquanto (anzi, moltissimo) riduttivo. Tre singole tracce per 25 minuti di suoni, respiri, gorgoglii, ballate nordiche distorte e stremate dalla pesantezza di una registrazione che sa il fatto suo, cantilene terrificanti e litanie esasperate. Dà l’idea di un macabro viaggio nel mondo della stregoneria, e se si può definire dannato un qualsivoglia genere musicale, questo lo è senza ombra di dubbio. Dannato… e pericoloso, almeno per chi crede ai poteri della magia e all’influenza delle energie che si richiamano a distanza. “Ouija”, la terza traccia, vi sbilancerà mentalmente. Pare quasi che la musica vera e propria (uno slow black dei più sporchi) non abbia valore all’interno di un più ampio spettro d’atmosfera. Un magnifico sottofondo di inquietante voracità, a voler banalizzare. Sarete testimoni di un viaggio, durante l’ascolto di “Philosophie des Arts Occultes”. Non chiedetevi quale’è la destinazione. (Damiano Benato)

(Dunkelkunst)
Voto: 90