#PER CHI AMA: Ambient Black, Drone, Abruptum |
Sono sempre stato un estimatore della libertà sotto ogni punto di vista. Quella fisica, prima di tutto, poi quella di opinione. Quindi ecco perché al termine della prima traccia di questo album un sorriso compiaciuto si manifesta sul mio volto. Signori miei, “Philosophie des Arts Occultes” è la reale libertà di espressione in campo musicale, un emblema di ciò che mente e spirito possono fare se non sono ostacolate da dettami di comportamento o di giudizio. È dai tempi degli Abruptum di “Obscuritatem Advoco Amplectere Me” e della defunta Deathlike Silence Production che non sentivo suoni così avvolgenti. Non c’è niente da fare, non potete apprezzare un’opera come questa se non siete in sintonia perfetta con l’intento di chi l’ha generata. Definire siffatta gemma con black metal-noise music è alquanto (anzi, moltissimo) riduttivo. Tre singole tracce per 25 minuti di suoni, respiri, gorgoglii, ballate nordiche distorte e stremate dalla pesantezza di una registrazione che sa il fatto suo, cantilene terrificanti e litanie esasperate. Dà l’idea di un macabro viaggio nel mondo della stregoneria, e se si può definire dannato un qualsivoglia genere musicale, questo lo è senza ombra di dubbio. Dannato… e pericoloso, almeno per chi crede ai poteri della magia e all’influenza delle energie che si richiamano a distanza. “Ouija”, la terza traccia, vi sbilancerà mentalmente. Pare quasi che la musica vera e propria (uno slow black dei più sporchi) non abbia valore all’interno di un più ampio spettro d’atmosfera. Un magnifico sottofondo di inquietante voracità, a voler banalizzare. Sarete testimoni di un viaggio, durante l’ascolto di “Philosophie des Arts Occultes”. Non chiedetevi quale’è la destinazione. (Damiano Benato)
(Dunkelkunst)
Voto: 90
Voto: 90