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lunedì 5 settembre 2011

Amia Venera Landscape - The Long Procession - English

#FOR FANS OF: Math, Post-Hardcore, Isis, Neurosis, The Ocean
I thought the fire crackers of the new year’s Eve had reached their peak on the midnight of 1rst January 2011, but instead here I am, with a new CD in my stereo, to let myself be run down by the crackling mixture of post-hardcore, sludge and ambient of the very italian (and I say this with great pride) Amia Venera Landscape, a real lighting bolt in the calm sky of this beginning of this year. After the excellent test of the At the Soundawn, another amazing italian band is getting ready to compete head-high with the masters of the genre, if not to overcome them. I was impressed from the very beggining listening to this " Lunga Processione", primarily, by the very good quality of sounds, powerful, full-bodied, enveloping, that had me immediately conquered. How can I not mention the graphics, quite minimalist, but very intriguing, of the booklet, filled with lyrics and beautiful pictures. And then the music, which is after all the most important thing: I mentioned the fact that they play mostly post-hardcore, but let us not limit ourselves lightly by this label or by the stereotype that the word hardcore can raise, because inside the notes of "The Long Procession" is hidden poetry, anger, fury and unexpected tenderness, intrigue and mystery, all played with extreme passion, intelligence and unpredictability. The Venetian sextet opens the dance with the volcanic "Empire", condensed hardcore fierceness mixed with dark environments. I immediately remain thrilled in front of such great class and already I can not wait to hear the next song. "A New Aurora" is a wonderful song which, besides the ever present component of the brutal and scathing combo of Belluno, arises a breathtaking alternation of rhythms, stop'n go, post-rock atmospheres, with the voices (a growling angry and clean, with vocals of Klimt 1918 style) that cross each other,surround and play in an ascending climax that will reach its perfection at the end of more than 7 minutes of exciting and overwhelming music of this Amia Venera Landscape release, which I have already included among the best albums of 2010. A punch in the face suddenly knocks me down, but in reality it is "My Hands Will Burn First", then peace: I feel dizzy, my ears are buzzing, a hissing roaring penetrates my brain, but it is only the stunning gait of "Ascending", which perhaps has its defect in being a little too verbose. Other moments of sedating peace with"Glances (Part I)" (I would have avoided putting two purely ambient pieces one after the other) and here we have the second part of "Glances" exploding, where they are confirmed as a band of absolute value and technique, exquisite refinement and without doubt of great innovation and experimentation. Incorporated with the speed of light to the dictates of the genre (the band was founded in 2007) from the sacred monsters Cult of Luna, The Ocean and Dillinger Escape Plan, the Amia Venera Landscape has undertaken their own way with their own distinct and strong personality and that now the have released this explosive work. Let us not neglect to comment on the almost 14 minutes of "Marasmus", the most complex, articulated and particular song of these 10, enclosed in this gem. A relaxed beginning, strongly ambient, then thunderous explosion of guitars (there are 3 in formation) followed by fragments of melancholic post-rock, and then suddenly unleashed in my stereo speakers, crazy splinters of math to "disturb" my brain as only Dillinger know how to do. There is no trace of vocals in this schizoid song but it is better like this, you can enjoy it all in one breath and the long duration in minutes disappears in the blink of an eye. Not even a moment to enjoy a little peace and "Nicholas" erupts with its 8 minutes and goes to prove that the band is at ease in dealing with long lasting songs, denoting once again a maturity worthy of veterans. "Infinite Sunset Of The Sleepless Man" gives us time to recharge the batteries before the final "The Traitors' March" that confirms to me that a new Italian reality is ready and able to demolish the world with their sound, this new years. Majestic work! (Francesco Scarci - Translation by Sofia Lazani)

(Self)
Rate: 90

sabato 1 gennaio 2011

Amia Venera Landscape - The Long Procession


Pensavo che i botti di fine anno avessero raggiunto i loro apice alla mezzanotte del 1° gennaio 2011, ma invece eccomi qui, con un nuovo cd inserito nel mio stereo, a lasciarmi investire dalla scoppiettante miscela di post hardcore, sludge e ambient degli italianissimi (e lo dico con estremo orgoglio) Amia Venera Landscape, vero e proprio fulmine a ciel sereno di questo inizio anno. Dopo l’ottima prova degli At the Soundawn, un’altra eccellente band italica si appresta quindi a competere a testa alta con i maestri del genere, se non addirittura a superarli. Sono rimasto impressionato fin dal primo ascolto di questa “Lunga Processione”, in primis per l’eccelsa qualità dei suoni, potenti, corposi e avvolgenti, che mi hanno fin da subito conquistato. Come non citare successivamente la grafica, abbastanza minimalista, ma quanto mai intrigante, del booklet, completo delle liriche e di bellissime fotografie. E poi la musica, si, la cosa più importante dopotutto: accennavo al fatto che i nostri suonano principalmente un post hardcore, ma non limitiamoci superficialmente a quest’etichetta o allo stereotipo che può suscitare la parola hardcore, perché dentro alle note di “The Long Procession” si nasconde poesia, rabbia, furore, inattesa dolcezza, intrigo e mistero, il tutto suonato con estrema passione, intelligenza e imprevedibilità. Il sestetto veneto apre le danze con la vulcanica “Empire”, condensato di ferocia hardcore miscelato con ambientazioni oscure; rimango immediatamente basito di fronte a cotanta classe e già non vedo l’ora di ascoltare le song successive. “A New Aurora” è un brano meraviglioso dove accanto alla sempre presente componente brutale e graffiante del combo di Belluno, si pone un’alternanza di ritmi mozzafiato, stop’n go, atmosfere post rock, con le voci (un growling furibondo e clean vocals in pieno stile Klimt 1918) che si incrociano, si incalzano e giocano in un ascendente climax che raggiungerà la sua perfezione al termine degli oltre 7 minuti di musica eccitante e travolgente di questa release targata Amia Venera Landscape, che già ho inserito tra i migliori album del 2010. Un pugno in faccia improvvisamente mi tramortisce e stende, ma in realtà si tratta di “My Hands Will Burn First”, poi la quiete: mi gira la testa, ronzano le mie orecchie, un roboante sibilo penetra nel mio cervello, ma è solo l’incedere tramortente di “Ascending”, che forse ha il suo difetto nell’essere un po’ troppo prolissa. Ancora momenti di pacatissima quiete con “Glances (Part I)” (avrei evitato di mettere 2 pezzi puramente ambient contigui) e riecco esplodere la seconda parte di “Glances” dove i nostri si confermano band di assoluto valore e tecnica, squisita raffinatezza e senza dubbio di grande innovazione e sperimentazione. Incorporati alla velocità della luce i dettami del genere (la band nasce nel 2007) dai mostri sacri Cult of Luna, The Ocean e Dillinger Escape Plan, gli Amia Venera Landscape hanno intrapreso la propria strada con una propria spiccata e forte personalità ed ecco rilasciare questo esplosivo lavoro. Non lasciamoci scappare poi un commento per i quasi 14 minuti di “Marasm”, la song più complessa, articolata e particolare delle 10 racchiuse in questo gioiello: inizio rilassato, decisamente ambientale, poi esplosione di roboanti chitarre (ce ne sono ben 3 in formazione) seguite da frammenti di post rock malinconico, e poi ecco all’improvviso scatenarsi nelle casse del mio stereo schegge impazzite di math a “disturbarmi” il cervello come solo i Dillinger sanno fare. Non c’è traccia di vocals in questo schizoide brano ma molto meglio cosi, lo si gode tutto di un fiato e il lungo minutaggio svanisce in un batter di ciglia. Nemmeno un attimo di godersi un po’ di pace e “Nicholas” irrompe con i suoi 8 minuti e passa, a dimostrarci che la band si trova a proprio agio nella gestione di brani a lungo minutaggio denotando ancora una volta una maturità degna di veterani. “Infinite Sunset of the Sleepless Man” ci dà il tempo di ricaricare le batterie prima della conclusiva ”The Traitors’ March” che mi conferma che una nuova realtà italiana è pronta e in grado di sconquassare il mondo, con il proprio sound, questo nuovo anno. Eccezionali! (Francesco Scarci)

(Self)
Voto: 90