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domenica 18 settembre 2011

AV Project - This Century

#PER CHI AMA: Hard Rock, Heavy Metal easy listening
Non fatevi fregare dalla copertina: non avete a che fare con un prodotto da discoteca, né con un album progressive/elettronico. Avrete, invece, tra le orecchie dieci brani prettamente melodici, orecchiabili, con pochissime influenze metal. Questa è la prima volta che sento gli AV Project: un quintetto di Parma capitanato dal singer Alberto Venturini, dalle cui iniziali origina il nome della band. Cerco informazioni su di loro solo dopo un primo ascolto di questo “This Century”, loro prima fatica. Venturini è un insegnante di canto all’accademia di Modena, il chitarrista Jonathan è anch’egli insegnante. In effetti, da un punto di vista puramente esecutivo, il CD è veramente ben fatto. Mi lascia invece abbastanza freddo riguardo all’originalità. I riferimenti musicali del quintetto sono diversi, direi che gran parte delle track sia influenzata dell’hard rock e da quel metal anni 90 easy listening con il quale ho un rapporto molto conflittuale di odio/amore. Poco, qualche sprazzo deriva dal metal più classico.Cercate un disco pieno di ballad di una volta, tranquille, bene eseguite, con qualche accordo maggiormente deciso, per qualche momento un po’ romantico? “This Century” farà sicuramente al caso vostro.Purtroppo non va molto oltre. Avete mai vissuto certi piacevoli pomeriggi invernali, passati con i vecchi amici a giocare a carte? A me rilassavano, ma poi si perdevano subito nella memoria, tanto erano simili tra di loro e un po’ avari di emozioni forti. Ecco, la stessa sensazione l’ho provata alla fine del platter. Minuti piacevoli eppure volati via senza lasciare segni. La parte migliore del lavoro risiede nella voce del cantante. Mi prende per la sua malleabilità, intonazione, estensione e timbro. Tutte le tracce appaiono semplici e dirette, con alcune intro piacevoli e aperture melodiche apprezzabili. La sensazione di “già sentito” appare però fin troppo presto. Il disco manca di quella capacità di rimanermi in testa, le songs non s’incastrano tra i miei ricordi come avrebbero dovuto. Credo ci manchi quel pizzico creativo che sgancia un disco dalla zona “occhéi, bello ma quanti ne ho già sentiti?”. Alla fine il risultato è positivo: un buon omaggio ai generi indicati sopra. La prossima fatica però dovrebbe avere maggiore carattere, magari con qualche slancio più aggressivo e deciso. Migliorabili sono anche il prevedibile songwriting e la registrazione non proprio perfetta. Non dovrebbero esserci problemi vista la buona base tecnica dei nostri, uno stimolo ulteriore per una produzione più personale. (Alberto Merlotti)

(Casket Music)
Voto: 65