BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death |
Diciamo che questa band si inserisce nel contesto black/death tracciato dai loro conterranei Destroyer 666, ma l’illustre paragone va preso cum grano salis. Questi australiani in effetti non sfoggiano l’ottimo bagaglio tecnico di Keith Warslut e compagni, ed invero le loro composizioni risultano meno aggressive ed efficaci. 'The Graven Sign' non è un cattivo album ma direi che siamo abbastanza lontani dall’aver trovato una band interessante. Molti riffs risultano un po’ stantii, decisamente sempliciotti, anche se nell’insieme il disco si lascia ascoltare; manca però qualcosa che sia al di sopra delle righe e che impedisca ai minuti di scorrere piattamente. I testi mi hanno lasciato un po’ perplesso, vi compaiono citazioni troppo eterogenee, a mio avviso, che abbracciano al contempo autori quali Hitler, Byron ed Aristotele: un minimo di coerenza intellettuale non credo potesse nuocere agli Urgrund. Segnalo “Black Death” che tratta l’argomento della peste, a quanto si desume dal ritornello (“Rattusrattus, Black Death”). Sorvolo invece sulla compresenza di titoli “nordici” e riferimenti alla classicità greca.
(Baphomet Records - 2002)
Voto: 60
https://www.facebook.com/Urgrund-147267925354932/?ref=ts&fref=ts
Voto: 60
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