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lunedì 21 marzo 2022

Bjørn Riis - Everything to Everyone

#PER CHI AMA: Prog Rock, Porcupine Tree
Partiamo da un paio di assunti: sono un grande fan degli Anathema versione prog rock ed ho amato il precedente 'A Storm is Coming' del musicista norvegese (co-fondatore degli Airbag), quindi ammetto di aver aspettato con certa trepidazione l'uscita della nuova release del buon Bjørn Riis. Fatte queste dovute premesse, ecco apprestarmi ad infilare nel lettore questo 'Everything to Everyone', quinta release ufficiale per il polistrumentista scandinavo e sei nuovi pezzi a disposizione per saggiarne lo stato di forma. "Run" attacca in modo roboante, per poi assopirsi, dopo un paio di minuti di inattese sgroppate di rock duro, in atmosfere soffuse, delicate e malinconiche che pescano qua e là dai chitarrismi gilmouriani dei Pink Floyd. Non c'è voce nella traccia d'apertura, solo tanta atmosfera che avrà modo di evolvere in un sonico turbinio finale. La voce calda e magnetica di Bjørn arriva con la seconda "Lay Me Down", e quasi dodici minuti di carezze e melodie, in cui il frontman duetta con Mimmi Tamba, cantautrice norvegese, mentre le sonorità si muovono sempre nei pressi di un soffuso prog rock cinematico, fatto salvo in taluni frangenti (quelli che fatico un po' più a digerire) in cui Bjørn e i suoi ospiti (membri di Airbag, Wobbler, Caligonaut, Oak e molti altri), si lanciano in riffoni decisamente più robusti. Ma è l'aspetto più psichedelico del talentuoso chitarrista degli Airbag che prediligo, quello che chiude la seconda traccia attraverso una lunga deriva di pink floydiana memoria con un assolo davvero notevole. Ancora la voce di Bjørn in apertura di "The Siren", song dai forti tratti malinconici che mi ha evocato ahimè pesantemente "You and Me", tratto dal precedente lavoro. "Every Second Every Hour", un'altra maratona di oltre 13 minuti, ha un che degli Anathema nel suo incipit arpeggiato e nella voce quasi affranta del vocalist. La song scorre come un film in bianco e nero, tra passaggi di grande malinconia e variazioni nel cantato che conferiscono un po' più di incertezza al brano, anche nell'oscuro break centrale che sembra tagliare il pezzo in due differenti segmenti, di cui il secondo è quella più strumentale, con ampio spazio ceduto al virtuosismo chitarristico. Un beat elettronico, in compagnia di una chitarra arpeggiata, apre "Descending", una discesa spirituale negli abissi dell'anima dell'artista norvegese, deprivata però di ogni componente vocale. La voce di Bjørn in compagnia della bravissima Mimmi, torna nella title track che va a chiudere il disco (attenzione che nella versione digisleeve ci sono anche due bonus track), in quella sorta di duetto uomo-donna che contraddistingue ogni benedetto album degli Anathema. A differenza della band inglese poi qui, metteteci una grande perizia tecnica, ottimi assoli e tanta, tantissima passione che sottolinea ancora una volta la performance di Bjørn Riis e compagni. (Francesco Scarci)