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#PER CHI AMA: Instrumental Stoner/Space Rock, Sleep |
Ho sempre parlato bene, in occasione delle precedenti uscite, delle opere attraenti e alquanto visionarie di questa band americana. Nonostante tutto, vorrei insistere col dire che per cercare di comprenderli al meglio, bisognerebbe entrare nelle loro teste distorte ed esaminare dall'interno il concept di questo nuovo album dal titolo così buio e occulto. Il fatto è che in 'Evil Eye', il combo di New York riesce a fare l'ennesimo passo avanti, soppesando al meglio i tanti modi di comporre, suonare e abbinare il doom con uno stoner/space rock desertico, infernale, cosmico ed introspettivo, appropriandosene nel migliore dei modi, per proporre un sound che odora dei padri fondatori Black Sabbath, cosi come dei loro ostinati seguaci Sleep, il tutto unito alla visione interstellare di album poco apprezzati ma geniali e allucinogeni, come ad esempio l'EP 'Supercoven' degli Electric Wizard. Il suono dei Cloud Taste Satanic è monolitico, pieno di sfaccettature e di chitarre tutte da scoprire (è consigliato l'ascolto ad alto volume o in cuffia!), un suono pesante ma definito e assai godibile, aiutato da una produzione validissima che esalta il fascino di questa musica a cavallo tra il vintage anni '70 e la qualità sonora dell'heavy psichedelia moderna, una versione acidissima e rallentata dei The Sword (epoca 'Warp Rider') senza cantato. L'album è costituito da due lunghissime song, che superano i venti minuti l'una: la prima, che dona il nome al disco, è forse la più affascinante dove la proposta della band si esalta nella parte finale, sfiorando meandri quasi progressive e affascinanti melodie in salsa sci-fi per un'apertura tossica e pesante ma estremamente ariosa, che proietta i CTS in un universo sonoro tutto da scoprire, che si presta molto alla figura ultraterrena della band. La pausa in stile "ci hanno staccato la corrente", al minuto 1:19 ed il suono spettacolare della batteria nella rullata al decimo minuto circa del secondo brano ("Pagan Worship"), prima dello splendido ponte psichedelico in vena sabbathiana, valgono l'ascolto di tutto il brano, dimostrando quanto sia importante per questi musicisti dare sempre un qualcosa in più agli ascoltatori ed ai fans di una musica bistrattata, dove molti artisti si improvvisano difensori del genere a suon di copiature ed emulazioni. Per concludere, posso affermare che 'Evil Eye', il quinto album dei CTS, riconferma le doti straordinarie e l'ottima forma della band statunitense, da sempre propensa alle composizioni strumentali mastodontiche con liquide evoluzioni lisergiche sempre molto ricercate. Le qualità e la conoscenza in materia poi sono altissime, con le note sempre in bilico tra Karma to Burn e i doomsters Shrinebuilder, per un colosso sonoro che può essere innalzato a potenziale punto di riferimento per il genere in questione. Si aggiunga poi un design grafico sempre estremamente curato e riconoscibilissimo, proprio come il loro stile musicale, unico ed inconfondibile, forte di anni di esperienza e di una discografia ormai invidiabile. Uno spettacolare e gradito ritorno per un album da non perdere! (Bob Stoner)