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lunedì 25 ottobre 2021

The Big South Market - Muzak

#PER CHI AMA: Hard Rock
Si esordisce con un groove intimidatorio, compatto e rissaiolo, rintuzzato da semicelate evoluzioni batteristiche da vecchio thrashettone impenitente ("Big Deal"). Nella diametrale "Before (You Make it Deeper") invece languono sensazioni eminentemente alt-metal, forse per via del trattamento distorsivo riservato alla traccia vocale, forse per mero spirito di contrapposizione. Il resto dell'EP dirige la prua nella confortevole direzione di certo magmatico hard rock novantiano ("Moondrink"): a proposito della proposta dei The Big South Market, ve li ricordate ancora i Pride and Glory? Di certo blues suburbano riscaldato sul cucchiaino nella maniera, per esempio, degli Alice in Chains (ascoltate il mood di "Red Carpet" o la anagraficamente desertica "Desert Motel"). 'Muzak' è la musica per ambienti: musica da parrucchiera, da dentista, da ascensore, da centro commerciale. La musica di merda, insomma. Quella finalizzata unicamente a coprire il silenzio. 'Muzak' era una autorevole rivista indipendente di RPI. Segue un estratto dal manifesto culturale pubblicato sul numero 1 della rivista: "Con questa parola gli inglesi indicano la musicaccia. Quella di Orietta Berti. O Engelbert Humperdick. O David Cassidy. / ... / E perché no? Anche i Beatles. Anche quelli disguistosamente muzak di Michelle...". (Alberto Calorosi)

(Red Cat Records - 2016)
Voto: 50

https://www.facebook.com/thebigsouthmarket/

sabato 20 maggio 2017

Estetica Noir - Purity

#PER CHI AMA: Dark/New Wave, The Cure
Nelle cupe tonalità sintetiche, nei chitarrismi gorgoglianti, nel basso insistente alla Peter Hook (sentito "Plastic Noosphere"?) è possibile ravvisare una devozione nei confronti di tutto ciò che accadeva alle vostre orecchie nei primissimi ottanta. I primi Depeche Mode ("You Make Life Better), i Cult di 'Love' e 'Dreamtime' ("In Heaven"), i primi New Order ("A Dangerous Perfection") e soprattutto tanti, tantissimi The Cure ("Polarized" e "Deluxe Lies Edition"). Oh, e qualche graffio industrialeggiante, specialmente in quello che sarebbe il lato B del disco. Vocione intriso di spleen, caratterizzato però da un senso epico alla Litfiba-di-Desaparecido ("Hallow's Trick") invero piuttosto insolito nell'ortodossia new-wave. La cover di "I'm not Scared" (scritta, ricorderete, dai sigg. Tennant/Lowe per la surrogate-band di Capezzolino Kensit nell'ottantotto) suona come suonerebbe la versione di "Introspective" però (opportunamente) decurtata e remixata da un improbabile Trent Reznor di buonumore, una volta tanto. (Alberto Calorosi)

(Red Cat Records - 2016)
Voto: 75

https://www.facebook.com/esteticanoir/