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martedì 14 marzo 2023

Necroart - Dead Roses Parade

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Secondo demo, stavolta su cd, per questa band che già agli esordi mostrava buone potenzialità. A differenza del primo demo che risentiva di troppe parti di death/thrash vecchio stile, qui il loro sound si presenta più competitivo e convincente. L’aggiunta delle tastiere ha giocato a loro favore, non essendo, tra l’altro, invadente, donando più armonia e varietà nel suono. Ritagliandosi anch’essa un proprio spazio. Devo dire, che la registrazione è curata e gli strumenti sono ben distinguibili. Buona la prova del cantante che interpreta con enfasi i brani modulando la voce con parti grintose a metà tra il black e il death e alcuni sprazi melodici con la voce pulita. Le chitarre svolgono un ottimo lavoro. Direi che i riff si possono inquadrare come death metal svedese, di quello melodico, non dimenticando anche qualche parte più gothic oriented, vedi la bella “One Night Till the End”. Cinque i brani che compongono questo lavoro, con una strumentale eseguita da chitarra e tastiera, dal tono sconsolato, disegnando a tratti paesaggi onirici. Ho apprezzato anche la veste grafica, che si presenta professionale e infine segnalerei un altro brano che mi ha piacevolmente colpito che è il primo dell’album, “Suicidal Karma”.

Old Man's Child - Ill-Natured Spiritual Invasion

#FOR FANS OF: Symph Black
I don't think this album is "boring" at all. Sure maybe to other critics but not to me. I thought that this was a total monument. Such a great follow-up from 'The Pagan Prosperity'. It has better music and production quality. I liked the songs on here more than their predecessor. The vocals are still solid on here matches up with the music. Kind of guttural Galder but still GOOD! He's done great things for his project here. I think maybe nowadays he's spending too much time in Dimmu Borgir where he should be capitalizing with this project. Dimmu hasn't had a good album since maybe 'In Sorte Diaboli'. On here, he dominates on all instruments!

Every song is good and they are somewhat lengthy. But that's good, he has so much to offer musically. A true legend in every respect. I like his vocals too they're dark and the screams are totally fathomable. He really topped his musicianship on here. I think that this is one of his best releases out of all of them. The music, the production, sound quality, vocals and overall effort was ingenious. This guy knows exactly how to make music that's within a somewhat dying genre: melodic black metal. Naglar is tops on their genre like this one. But I like Old Man's Child more. They aren't all about speed.

This album is super catchy. I liked every single song on here but just to give you an idea, here's some: "Towards Eternity", "Demoniacal Possession" and  "My Evil Revelations." These are just to give you an idea of what this album is like. He has such catchy capabilities on this release. I think more so than 'The Pagan Prosperity', he just stepped it up a notch and the fact that the sound quality is much better he had it made on here. No need to criticize the album and coin it as "boring." He did a great job on the songwriting and overall musicianship. Totally dominated!

Check out those songs or the other tracks too and see what you think. This album was recorded about 25 years ago and still holds weight in the best albums category. Galder has spent a lot of time with Dimmu and I think that if Old Man's Child is still active he should release a new album. Dimmu hasn't done many good albums for a long while. He should take a step back from them and record an album with this project! He founded this band and has shown us his amazing talent on all instruments not to mention vocals that totally crush! He tears it all up on here. Have a listen! (Death8699)
 
(Century Media/Cosmic Key Creations  - 1998/2020)
Score: 80
 

The Lovecraft Sextet - Black†White

#PER CHI AMA: Jazz/Black
Pronti alla follia? Lo siete davvero? Ad accompagnarci in un turbinio sonoro ci pensa il polistrumentista olandese Jason Köhnen, supportato nuovamente dalla Debemur Morti Productions dopo lo straripante lavoro dello scorso anno, intitolato 'Miserere'. Per chi non conoscesse l'artista tulipano, si tratta di un ex membro dei The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble, e come si evince dal moniker della band, il musicista non cela di certo il proprio amore per il jazz. In questi The Lovecraft Sextet, Jason non si tira certo indietro continuando ad esplorare i meandri del jazz, qui abilmente miscelato a black e avantgarde. Quello che vi dò in pasto oggi è solo un assaggio delle potenzialità dei nostri, trattandosi di un 7" di un paio di pezzi, "Black" e "White" appunto. Si inizia con il classico sax in sottofondo, quello di Colin Webster, che ci mette a proprio agio su un drappeggio tipicamente jazzy, per poi scaricarci addosso una brevissima colata di liberatorio black metal, prima di nascondersi nuovamente in deliranti sperimentazioni dark avanguardistiche. Peccato solo che manchi qualche voce oscura, in sottofondo avrebbe reso tutto ancora più interessante e contrastato. Giriamo lato al dischetto ed ecco "White": le atmosfere ipnotiche e surreali del duo dei Paesi Bassi proseguono nei primi 120 secondi del pezzo per poi dar nuovamente sfogo ad una cacofonica forma musicale che potrebbe rievocare i Naked City del buon John Zorn, per un buon giro d'orologio a dir poco sconvolgente che vi lascerà inermi e senza parole fino alla fine. Potenzialmente i The Lovecraft Sextet sono assai pericolosi, un peccato solo che il 7" duri cosi poco. (Francesco Scarci)

(Debemur Morti Productions - 2023)
Voto: 75

https://thelovecraftsextet.bandcamp.com/album/black-white

giovedì 9 marzo 2023

Cruciatus - De Virtute Sectae

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Symph Black, Summoning
I Cruciatus sono il progetto di Tenebrio, già vocalist dei Nyarlathotep. Qui è accompagnato da Deletrix con cui ha sviluppato il concept lirico imperniato sulla Guerra Santa, vista come realizzazione della Grande Opera, la fusione del cosmo. Passiamo alla musica. Questo demo cd è il giusto incontro di black metal e musica, diciamo, arcana e trionfale come sapevano fare gruppi quali Summoning e Limbonic Art. Le tastiere predominano creando tappeti veramente esoterici, coinvolgenti e soprattutto originali. A volte stupiscono, pur nella loro semplicità, perché rimangono impresse nella mente con facilità già dal primo ascolto. Non sono i soliti quattro accordi gotici. Questo fa notare la sicuramente ottima vena compositiva dei nostri. Anche la batteria, pur essendo elettronica, è usata secondo giusti criteri che seguono un filo conduttore in ogni traccia. Con questo voglio dire che non è sparata a mille come in tanti gruppi black; è ben arrangiata, riempie perfettamente ogni giro. Ad essere sincero io non amo molto suoni “artificiali”, ma se sono adoperati in questo modo, ben venga. Devo dire che poteva essere un ottimo inizio: un altro demo infatti e poi lo scioglimento.

Cave Dweller - Invocations

#PER CHI AMA: Noise/Ambient/Dark
Il nuovo album di Cave Dweller, ovvero Adam R. Bryant, ex membro della band post black metal americana Pando, è stato concepito come una lunga colonna sonora, con l'idea stessa di emanare una visione simbolica del rapporto che lega l'uomo alla spiritualità della natura. Un concetto profondamente radicato tra le note della musica di questo uomo delle caverne, che si fa notare fin dal significato del moniker scelto dall'autore stesso. Le danze si aprono con una voce che recita sopra una rarefatta base, acustico ambientale ("An Invitation"), morbida ed eterea per proseguire nella oscura parvenza di "To Accept the Shadow", che ricorda le trame delle musiche più cerebrali dei Virgin Prunes (vedi la splendida raccolta 'Over the Rainbow'), con un piano nostalgico e amaro a condurre le musica, per poi finire a deragliare su di un finale dark/ambient, con la presenza ritmica di una percussione metallica, che sonda i terreni dei lavori, tutti da scoprire, del progetto mistico/ambient russo, Enoia. Da qui, si viene traghettati in modo naturale, verso la splendida "Bird Song". Questo brano era già presente nel precedente ottimo EP, 'Between Worlds', ed è una traccia che vanta un cantato fragile, drammatico ed epico, con una chitarra solitaria dall'animo grigio e un'evoluzione in stile folk black, che fa riscoprire tutta la forza artistica di questo atipico menestrello del Massachusetts. L'arte di Cave Dweller è sotterranea, rurale fino al midollo, criptica, sperimentale e la si apprezza solo se si colgono i dettagli di registrazioni fatte con smartphone, rumori, fruscii e suoni non convenzionali, particolari sparsi un po' ovunque con genialità e la consapevolezza di creare qualcosa di profondamente evocativo. Un'opera di 44 minuti che evolve le sperimentazioni dell'autore in vari ambiti, folk apocalittico, ambient, alternative country, neofolk, senza prendere a prestito niente da nessuno, per un viaggio personale e originale. Suoni d'ambiente, uccelli in sottofondo, gabbiani, noise, oppure una tiepida batteria di matrice jazz, per rendere più accessibile la ballata noir, minimalista, "Entelechy". Un sound tribale e oscuro, con conseguente esplosione black industriale, nello stile della sua precedente band, dona con vigore, una facciata ipnotica e cosmica al lungo brano intitolato "Mirror". Ma la differenza in chiave di bellezza estrema, la troviamo nella canzone conclusiva intitolata "Solastalgia", dove il solo campione di voce simil lirica/sciamanica, che persiste in sottofondo di tutta la traccia, fa onore all'arte di questo musicista unico e impareggiabile nella sua esplicita arte sonora isolazionista, fredda, rumorista e lo-fi, contornata da psichedelia cosmica ed un cristallino folk, con uno spirito etnico proveniente da qualche sistema solare sconosciuto, che rievoca un vero e proprio risveglio interiore. Un album in veste concettuale, che rispecchia un po' la forma del gioiello sonoro quale fu, 'The Inspiration of William Blake' di Jah Wobble, ovviamente da accostare solo come intuizione compositiva, non come stile musicale, visto che i due artisti sono agli antipodi stilistici, ma convergono entrambi per una libertà d'espressione molto proficua. 'Invocations' è stato creato e mixato dallo stesso Bryant in un arco di tempo piuttosto lungo, tra il 2018 e il 2021, e si presenta come un resoconto del suo percorso sonoro, quindi da considerarsi come una specie di diario di bordo delle sperimentazioni che hanno dato vita al primo splendido album del 2019 (sotto il titolo 'Walter Goodman – or the Empty Cabin in the Woods') e l'EP sopracitato del 2021. Una musica intimista tutta da scoprire ed apprezzare, per cui consiglio di ascoltare prima questa raccolta introduttiva, per poi passare in ordine temporale, alle altre due ottime opere di questo valido autore. (Bob Stoner)

Saturnus - Veronika Decides to Die

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Doom
Ho i brividi, palpitanti tremolii pervadono tutto il mio corpo, il battito accelerato del mio cuore mi fa capire quanto sia vivo e quanto sia ancora in grado di emozionarmi ascoltando un disco. Questo è quanto ha generato a livello emozionale 'Veronika Decides to Die' dei danesi Saturnus, ma devo ammettere che così sia sempre stato per ogni loro uscita, dall’oscuro 'Paradise Belongs to You', al malinconico 'For the Loveless Lonely Nights' arrivando al raffinato 'Martyre'. 'Veronika Decides to Die' ricordo di averlo aspettato con estremo bisogno, quasi un morboso desiderio di farmi travolgere dalla decadenza emotiva del sestetto scandinavo. Il disco si apre con gli undici minuti della bellissima "I Long", un cammino di tragica melancolia in cui arrivo a soccombere nell’atmosferico e toccante epilogo, dove una chitarra ricama commoventi note di passione. La seguente "Pretend" parte veloce, ma sono le melodie create da questi ottimi compositori, a turbare il mio animo: l’assolo infatti che chiude il brano ha un che di commovente, quasi straziante. Ricordate le emozioni trasmesse dai primi lavori dei My Dying Bride? Beh, qui i ragazzi si sono superati e le suggestioni messe in musica dal sestetto nordico sono in grado di generare un batticuore a chiunque. Ritmiche rallentate, accompagnate dai vocalizzi, ora growl ora puliti, di Thomas Jensen (di cui prediligo la versione pulita, più calda e suadente), fraseggi chitarristici fenomenali, un gusto per la melodia come pochi, completano un lavoro straordinario contraddistinto da otto brani eccelsi, senza alcuna sbavatura, senza momenti noiosi, nonostante l’elevata durata del cd (che sfiora l’ora di musica). Un’ottima tecnica individuale concorre nel rendere ancor più gradevole questo cd. "Descending" è forse il pezzo migliore dell’album con l’imprinting tipico dei Saturnus: atmosfere sofferenti, intermezzi acustici, momenti deprimenti in abbondanza e bellissime e strazianti melodie. I Saturnus stillano nelle otto tracce qui incluse tutta la loro passione per il gothic doom, ricordando in alcuni frangenti gli Anathema dell’era 'Pentecost III' o i My Dying Bride di 'Turn Loose the Swans'. Siete pronti ad assaporare le emozioni profonde e la poesia che sgorga dalle anime di questi artisti, ora peraltro in una versione in doppio cd/vinile, in attesa di ascoltare il loro nuovo disco? Questa è musica nobile solo per uomini capaci di profondi sentimenti. (Francesco Scarci)

(Firebox Records/Prophecy Productions - 2006/2022)
Voto: 84

https://saturnus-official.bandcamp.com/album/veronika-decides-to-die

martedì 7 marzo 2023

Slayer - Divine Intervention

#FOR FANS OF: Death/Thrash
This is a release that I like with Bostaph was on drums. The guitar riffs are good on here, especially on "Killing Fields." The leads were a little lacking on Kerry King's side but he's always been in Hanneman's (RIP) shadow. The songwriting quality on here was top notch! Not as good as 'Seasons in the Abyss' though. A different production quality on here. It's actually better sounding than 'Seasons...' just the guitar riffs weren't as good on here. But they are pretty catchy. The title-track "Divine Intervention" had a killer opening riff that just took everything away. Mind you, the whole song is incredible.

I just don't like Slayer without Lombardo or guitar without Hanneman (anymore). But on here they did really well! I still think that this is deserving of anything higher. Araya's vocals were a little annoying on here but not to an nth degree.

The 90's Slayer I wasn't much in favor with or the newer modern stuff. I'm for the older material such as 'Show No Mercy', 'Reign In Blood', 'South of Heaven' and 'Seasons in the Abyss'. It just seemed to be the "real" Slayer that the 90's stuff and modern didn't cut it.

As I say, the production quality was decent on here. Rick Rubin on 'Seasons...' did a great job on that release. But here the instruments were done in well despite the music not being as well as the 80's and 1990 Slayer. The leads were good and the rhythms were tight. The music fits with the vocals. Just they will never reach the status of how they were in the past. It's too bad they're gone for good but without Hanneman and Lombardo it just isn't Slayer to me! The music on here is catchy though. Probably the best Slayer of the 90's aside from 'Seasons...'. They are good on here in the lead department and the riffs are pretty OK.

This album is less than 40 minutes but it's still good musically. The aggression fact isn't as prominent as the 80's Slayer and up until the end they turned out to be horrible on 'World Tainted Blood' and 'Repentess'. Those two were flops. This one isn't nearly as bad as those. At least on here they have some catchy songs. Aside from the title-track and "Killing Fields", I would recommend checking out "Sex. Murder. Art" and "213." Slayer retired too soon, they would've had more albums to release with Bostaph and Gary Holt. As Kerry King's anger about retiring too early, he misses the live shows. I don't blame him, but he's formed another band I think with an album on its way.

From the time that they formed in the early 80's, Slayer was a pivotal force in the thrash metal arena that basically never changed their style of music. Bands like Necrophobic got their name from a 'Reign In Blood' song. The whole community died when Hanneman passed on and (to me) Lombardo out. Though he's with Testament now. Old Slayer is gone, long live Slayer forever (RIP). (Death8699)


(American Recordings - 1994)
Score: 70

https://www.slayer.net/

Obituary - Dying of Everything

#FOR FANS OF: Death Old School
This album has a 'Cause of Death' vibe to it. The music is quality riff-wise. And the vocals are vintage John Tardy-esque. I like both the riffs and the vocals the most. The production quality is different. It's kind of hollow which doesn't mean I'm scoring it lower. The riffs are fresh and the songwriting is totally Obituary. But yeah, the vibe is in the vein of 'Cause of Death'. But it's modern death metal with their own sound that they acquired in the late 80's-early 90's. A lot of their releases duplicate the previous but this one is a little different. The main difference is the sound quality. It makes it sound unique.

The songwriting is quality and the guitar riffs are catchy. I liked this whole album I thought that they have a lot to offer (still) and I think they have more full-length albums up their alley in the future. The music is pretty slow but chunky riffs. Definitely one of their better releases.

Check out the songs "By The Dawn" and "Be Warned." The rest are good but the latter one is totally from the vein of 'Cause of Death', absolutely. The music is definitely fresh and new with the taste of the old. But they didn't seem to duplicate past releases with a grim vibe.

Like I said, the sound quality is different but good. The music on here is very catchy and new. These guys are great with their quality music the whole way through. I like the music the most and the vocals are totally like they usually are. Overall, they did great! These guys are middle-aged but still excellent brutal metal. I liked the riffs and it sounds like they're in D tuning. Maybe a little bit lower on here. But they're thick and catchy. Those two tracks I mentioned are my favorites from this release. They rehashed 'Cause of Death' with the touches of their new material going in that direction.

I preordered this because it seemed to get positive press and they were right! I'm glad that I checked it out! (Death8699)