#PER CHI AMA: Depressive Black, Gorgoroth |
Non è la prima volta che ci imbattiamo in una band originaria dell'Iran (anche se ora si è trasferita in Armenia - sarei curioso di conoscerne le ragioni): era successo con gli Ekove Efrits ed i Silent Path, riaccade oggi con questi Garhelenth, duo black metal. La band ci propina un concentrato di sonorità nere che chiamano in causa (anche a livello di artwork) alcune band del nord Europa (chi dice Gorgoroth?), miscelandone la loro efferatezza con influenze dal lontano sentore folklorico. Lo si percepisce in "Destruction of the Will", una song di sicuro malvagia contraddistinta da chitarre ahimé fin troppo lineari su cui si stagliano grim vocals e poco più in là in sottofondo, ove compare un rallentamento guidato da spoken words pulite, percepisco un qualcosa di etnico. Una suggestione forse. Con "Foolish Conscience" si torna a fare sul serio con un black metal old school che non ha troppo da raccontare di nuovo, se non un uso della voce sul finale un po' fuori dagli schemi. Sonorità marziali capeggiano in "Self-Humiliation", un brano che sfoggia un profondo rallentamento doomish che fortunatamente mette una pezza ad un cd che già mi stava stancando dopo soli tre pezzi. L'attenzione me l'hanno richiamata, ma la soluzione vincente non la riescono proprio a trovare. Forse qualcosina emerge in "To Impersonal Mankind", troppo poco però per farmi gridare al miracolo. 'About Pessimistic Elements & Rebirth Of Tragedy' pur proponendo un depressive black metal risulterà, anche con i successivi pezzi, troppo scolastico e ripetitivo nella sua proposizione di un black che sembra ormai sul viale del tramonto. Alla fine, l'unica cosa che sembra davvero interessante sono i testi, che trattano tematiche legate alla filosofia e all'emozioni più viscerali dell'uomo. Poca roba però per salvare il disco dalla falce del recensore cattivo. (Francesco Scarci)
(Satanath Records/The Eastern Front - 2017)
Voto: 55