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martedì 20 luglio 2021

Hellamor / Red Stone Chapel - Major League Heavy-Rock

#PER CHI AMA: Stoner/Southern Rock
Si dice che l'unione fa la forza. Il fatto che le due band teutoniche, Hellamor e Red Stone Chapel, oltre a condividere più volte il palco, abbiano deciso di far uscire uno split album insieme, potrebbe fare al caso nostro per testimoniare quel detto iniziale, vedremo. Quattro pezzi per entrambe le band per dimostrare di che pasta sono fatte queste due realtà che francamente non conoscevo prima di oggi. Si parte dagli Hellamor, band originaria di Heidelberg, con all'attivo un full length, tre EP e ora anche questo split. La proposta dei nostri è un stoner sludge, come certificato dall'opener "Fallen Saint", un pezzo che evidenzia i pochi punti di forza nei nostri in un riffing compatto (sostenuto dalla voce piattina di Ralf) ma troppo ridondante nei suoi giri di chitarra che dopo tre minuti avrebbe potuto anche terminare li e invece prosegue per successivi tre min e 40. I richiami a Cathedral, Black Label Society ma pure ad altri alfieri della scuola heavy thrash (forse i Pantera?), sono più che evidenti soprattutto nella seconda e più psichedelica "Hourglass", ma non parliamo di certo di miracolo musicale. "I Can Hear It" infatti non fa che confermare l'attitudine rock'n roll dei nostri, che palesemente non s'inventano nulla di nuovo, ma anzi sembrano chiamare in causa a livello ritmico, i Metallica di 'Load', in una sorta di proposta garage rock da sbadigli. Ci riprovano con la più ritmata "Never Taught Me", un pezzo più sporco e forse per questo più vero. Andiamo avanti per capire se i Red Stone Chapel possono essere in grado di rovesciare l'esito di questo claudicante 'Major League Heavy-Rock'. A differenza dei primi, la band di Marburg sembra ammiccare in "The Paper King, ad un sound più southern rock, parecchio esaltante quando il sestetto decide di pestare sull'acceleratore. Qui i nostri diventano ben più convincenti dei loro compagni di avventura, sfoderando una voce rabbiosa dotata di maggiore carisma rispetto a quella di Ralf degli Hellamor e anche il sound si fa più ruvido e cattivo (vuoi forse per la presenza di ben tre chitarristi). La prova è sin da subito decisamente più convincente anche alla luce di un cambio nei tempi, stile ed atmosfera. E la cosa viene confermata fortunatamente anche dalla stravagante blues rock song intitolata "Progress in Work", che palesa per lo meno quanto sia grossa la personalità di questi tizi e quanto siano altrettanto grosse le palle di questi omoni nel mettere in musica la loro proposta spaghetti western tra vocalizzi psicotici, riff pesanti e begli assoli. La band non si ferma qui, visto che in "Genius Junction", registrata live al Subkultur di Hannover, ci spara in faccia un hard rock bello robusto che ha comunque il pregio di delineare la potenza espressa dal vivo dai nostri. Anche la conclusiva "Thieves in the Attic" è stata registrata nella medesima sede e ci mostra, sebbene tutti i limiti del caso legati ad una registrazione che forse non rende giustizia, una band comunque interessante sotto molteplici aspetti, trasudante groove dai ogni poro, grazie ad un sound cosi coinvolgente da scomodarmi per intensità un paragone con "She Sells Sanctuary" dei The Cult. Alla fine della fiera, avevo ragione, l'unione fa la forza visto che gli Hellamor li avrei schiantati al suolo se non ci fossero stati i Red Stone Chapel a salvare le loro pelli o palle che siano. Uno split che rende giustizia al nome dei Red Stone Chapel, la vera scoperta di quest'oggi. (Francesco Scarci)