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giovedì 8 settembre 2022

Miasmes - Vermines

#PER CHI AMA: Black Old School
Ecco una nuova creatura proveniente dalla Francia: si tratta dei Miasmes (nuovo mostro di Krig, ex membro dei Seth) e del loro black old school che richiama quello scandinavo di metà anni ’90, sia a livello di suoni che di proposta vera e propria. Cinque le tracce a disposizione dell’ensemble transalpino per dimostrare di quale pasta malvagia siano fatti. Parlavo inizialmente di black old style e questo fondamentalmente è quello che sento quando nel mio lettore irrompe la battagliera “Apostasie”, un brano velenoso che ci riporta appunto là dove tutto ebbe inizio con un sound minimalista, che fonde nelle sue devastanti ritmiche e nei suoi efferati screaming, estremismi sonori con influenze di derivazione punk (soprattutto nelle linee di basso). Scordatevi quindi ogni deriva sperimentale tipica della scena francese e immergetevi in un bagno di zolfo e cenere, lasciandovi investire dalla furia primordiale delle successive “Pestilence” e della più mid-tempo oriented “Desolation”, due brani che non fanno che confermare la natura estremamente aggressiva di questo trio, che saprà mostrarvi anche un lato leggermente meno crudele nelle rimanenti “Furies” (di nome e di fatto aggiungerei io) e “Vermine”, gli ultimi due capitoli di un disco all’insegna di un black metal nudo e crudo, scevro quasi del tutto di ogni componente melodica, destinata a non fare alcun prigioniero. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2022)
Voto: 65

https://ladlo.bandcamp.com/album/vermines

Megadeth - The Sick, The Dying...And The Dead!

#FOR FANS OF: Thrash/Speed
Definitely happy I got the CD version of this album. However, the streaming displays two bonus tracks not found in the physical copy of the album. It was definitely worth the wait despite the critics opinions of this release. I'm so into this one. It's probably one of their best in years. There's just a variety of thrash/heavy metal on here. What's not shown is that Steve DiGiorgio is on bass for the recording, not James Lamenzo. He's a permanent part of the band however and toured with them this past year (2021). I got a chance to catch them with Hatebreed, Lamb of God and Trivium! What a show!

The music on here is supreme balancing metal guitar with some clean parts (small amounts) mostly distortion. Kiko takes care of pretty much all of the leads so that Dave could focus on the rhythms and vocals. That's how it's going to be from now here on. The leads were technical reminiscent of Marty Friedman. It's a shame he left the band in 2000 but Kiko is darn good replacement! He had a read of Dave's book when he joined the band. These guys have been a band since 1983 ever since Dave got kicked out of Metallica. Megadeth never had as much success as Metallica but still they have loyal followers!

Pretty much every song on here I like and the production quality is top notch. The guitars and vocals did the album justice, still furious as veterans! They still have it after all these years and the lineup changing over time firings and deaths unfortunately. But as frontman, Dave is always in command showing his good songwriting even at 60 years of age. He still has the fire! This one does any but disappoint. It certainly doesn't one bit the music steals the album. These guys are still as creative as can be and the riffs are catchy as all hell. I think that they're a while from retiring!

Again, I'm glad I bought this CD and showed support for the music industry that's failing due to streaming services. I'll probably collect CD's till I die. This is an outstanding album. I say that it's a "77" average but it's because there are some things that could use improvement but not many things. I'm glad that they took this "old school" approach to thrash metal than their other releases which were more heavy metal. I'm not in favor of the lyrical concepts but that is immaterial. What these guys did on here was monumental. I hate other critics that damn this one where I see as one of the highlights of 2022 in metal. Own it! (Death8699)


(Universal Music Group - 2022)
Score: 78

https://megadeth.com/the-sick-the-dying-and-the-dead/

venerdì 2 settembre 2022

Peurbleue – La Ciguë

#PER CHI AMA: Black/Drone
La perlustrazione del sottosuolo francese prosegue senza sosta da parte della Les Acteurs de L’Ombre Productions, un’opera incessante volta a identificare i migliori talenti in terra transalpina. Quello dei Peurbleue è un progetto che fa capo a tal JC EX, un musicista legato all’underground drone ambient. Questo background diventa estremamente chiaro con l’incipit “Fecondation” che ci propina tre minuti di inquietanti suoni industriali. Auspicando che l’intero lavoro non segua la stessa piega, mi accingo all’ascolto della successiva “A la Gloire!”, ma anche qui accanto ad una voce quasi declamatoria, sono sonorità spettrali, fluttuanti e angoscianti a palesarsi, almeno fino al terzo minuto, quando la proposta destrutturata del duo, sembra finalmente prendere una forma più delineata ai confini di un suicidal black. Questo sound inizia a prender forma con la terza “Rosee Eternelle”, un brano orrorifico per componente vocale, atmosfere totalmente sghembe che richiamano quelle di film in cui l’immagine della realtà sembra distorcersi nella rappresentazione dello spazio, quasi fossimo in pieno hangover e non ci reggessimo nemmeno in piedi. I suoni sembrano frutto di una pura improvvisazione tra pazzi psicotici rinchiusi da decenni entro quattro mura di una stanza dalle pareti bianche imbottite. Questo per dire che quanto incluso in ‘La Ciguë’ non è qualcosa di cosi semplice da assimilare viste le influenze derivanti da band come gli Xasthur e vari epigoni o da ambiti musicali che fanno della distorsione, della follia e della sperimentazione il proprio mantra. Penso alla breve “Survie” e alle sue alterazioni sensoriali all’insegna di drone e ambient, cosi come alle stralunate atmosfere della successiva “Caniveau”. Quello dei Peurbleu, sia ben chiaro, non può essere definito un disco di cui possa apprezzare in toto i suoi contenuti, cosi schivi, tormentati e demoniaci, ma non posso nemmeno schiantarne la voglia esagerata di seguire nuove strade di ricerca, un qualcosa a cui ambisco ogni qualvolta mi metto ad ascoltare e recensire un disco. Insomma, ben vengano dischi di tali contenuti, anche se non apprezzabili tout court. Per ora va bene cosi, ma in futuro mi aspetto un pizzico di accessibilità in più altrimenti il rischio è che album di questo tipo sia riservato solo ad un pubblico di pochi eletti. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2022)
Voto: 68

https://ladlo.bandcamp.com/album/la-cigu

Vanitas - Das Leben Eintraum

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Death/Black
Un disco, questo degli austriaci Vanitas in cui si potrebbero spendere fiumi di parole senza mai riuscire a inquadrare il loro particolarissimo stile che riesce ad abbracciare diversi generi come il gothic, il death, il black o ancora la musica classica senza mai essere banale o scontata. I pezzi superano di media i cinque minuti e alternano parti veloci ad altre tristi offrendo anche bellissime melodie con cantati growls nel classico stile degli Amorphis (primo periodo) fino ad arrivare a stacchi di soprano alla Nightwish, riuscendo cosi a conferire ai pezzi un’affascinante impronta barocca.

(CCP Records – 2000)
Voto: 74

martedì 30 agosto 2022

VOW Dreams - In Immense Silence

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Black
La proposta dei VOW Dreams in questo terzo demo che include quattro tracce, si presenta di assai difficile interpretazione. Il primo pezzo, "The Songs of the Souls", è uno strumentale che oltre a proporre un ridondante arpeggio di accompagnamento, propina un lungo riff di chitarra che sembra vagare alla rinfusa. Complice verosimilmente una registrazione a dir poco imbarazzante, la proposta si presenta davvero di scarsa fattura. Nei successivi brani, il duo sardo prova a cambiare il tiro e in effetti qualcosa da salvare si riesce addirittura a trovare. Un qualche giro di chitarra ad esempio ma quella batteria dai suoni finti e sintetici, faccio fatica a digeririla. Le vocals sono pulite e poco incisive (vuoi anche per una pronuncia inglese alquanto disastrosa). Per il resto, tanta noia, idee sconclusionate e suoni indecenti. Che la prossima sia quella buona? Mah, vedendo il numero di demo prodotti e lo zero al numero di album rilasciati in 25 anni, direi che non ci siamo proprio. (Francesco Scarci)

(Self - 2002)
Voto: 45

Spider God - Ett Främmande Språk / A Foreign Tongue

#PER CHI AMA: Melo Black/Death
Questo 'Ett Främmande Språk / A Foreign Tongue') completa la trilogia 'The Faith Trilogy' della one man band britannica Spider God, dopo i precedenti episodi 'Den Inre Borgen / The Interior Castle' e 'Skugglösa Ljuset / Shadowless Light'. Avevo ascoltato qualcosina in passato dei nostri ma non mi avevano colpito quanto invece durante l'ascolto di questo nuovo EP, che consta di quattro tracce più intro e outro. Ecco, dall'ambientale introduzione ci muoviamo verso quella che è la traccia migliore del disco, "Hemska krafter / Horrible Forces", un pezzo di black melodico che per certi versi mi ha ricordato i Windir per quelle sue scorribande chitarristiche cosi epiche che fanno da contraltare ad aperture ariose e assai melodiche e la voce del frontman cosi caustica ma perfetta per questo genere. La traccia scivola via che è una bellezza grazie anche ad un finale travolgente che mi infetta con la sua forza enorme emotiva. "Överskuggad av Blod / Eclipsed by Blood" esplode con tutta la sua rabbia cieca tra black old school, qualche reminiscenza post punk e qualche scintilla folklorica che si ripete tale e quale anche nella più spietata traccia successiva, "Främlingar och Tårar / Strangers and Tears" per un'altra tiratissima song guidata dalle lanciatissime chitarre del mastermind inglese. Con "Omfamna Förtvivlan / Embrace Despair" ci muoviamo in territori rock metal relativamente più convenzionali tra melodie accattivanti e scream vocals per una proposta che alla fine suonerà in realtà anche come la più sperimentale, se inserita in questo contesto. A chiudere l'EP, ci pensa un outro di voci femminili e synth che in 45 secondi sancisce il degno finale per questo interessante lavoro. (Francesco Scarci)

(Repose Records/Death Prayer Records/Phantom Lure - 2022)
Voto: 74

https://spider-god.bandcamp.com/album/ett-fr-mmande-spr-k-a-foreign-tongue

lunedì 29 agosto 2022

Nocratai - Drammaunico

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial Black
'Drammaunico' è il terzo demo per questa band da cui non si sa mai che genere di stramberie sonore aspettarsi, come si era già potuto ascoltare sul primo grandissimo demo di industrial black metal apocalittico e sul secondo di bizzarra musica elettronica. Dunque, come descrivere questa ennesima bizzarria? Vi ricordate il pesantissimo ultra doom improvvisato degli Abruptum? Immaginatevi gli Abrubtum che, invece di suonare super doom, suonino super black; è così che dovete immaginare questo 'Drammaunico'. La chitarra fornisce un incessante ronzio di sottofondo ma, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, è la batteria lo strumento che crea veramente la forma e la struttura dei brani cambiando vari ritmi (da mid-tempo a speed black) e a volte scomparendo per un po’. La voce di 4 poi è delirante e farfugliosa, declamatoria e sempre malignamente effettata. Strambi!

Slimelord - Insurmountable Peril

#PER CHI AMA: Techno Death/Doom
Gli Slimelord sono in giro da tre anni e questo 'Insurmountable Peril' rappresenta il terzo EP dalla loro fondazione. La band britannica, originaria di Leeds, propone un death doom cavernoso che si muove lungo le sole due tracce di questo lavoretto. "Until We Feed Again" funge in realtà quasi da intro, con i suoi tre minuti all'insegna di un sound atmosferico e inquietante che sfocerà nella lunga "Death on the Bayou", un brano decisamente in controtendenza con il precedente, complici ritmiche più scompaginate e dissonanti che s'intersecano con un fare melodico e successivamente anche con chitarre che sembrano provenire dritte dalla Scandinavia. La batteria invece mi ha evocato i mitici Disembowelment con le vocals da cavernicolo a porsi sopra quella porzione orrorifica di chitarre che trova squarci di melodia e brutalità in una serie di ubriacanti assoli che dominano la seconda parte del brano per un lavoro comunque scarno e periglioso, che necessita sicuramente di ulteriori approfondimenti in una release decisamente più lunga e strutturata. Per ora, sembrano esserci buone basi, ma francamente vorrei molto di più. (Francesco Scarci)
 
(Sewer Rot Records - 2022)
Voto: 65