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martedì 24 ottobre 2023

Astaroth - Violent Soundtrack Martyrium

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Atmospheric Black
Gli Astaroth erano un gruppo austriaco dedito ad un black metal e 'Violent Soundtrack Martyrium' rappresenta il loro secondo sigillo. E che album! La violenza che li ha contraddistinti sin dagli esordi è rimasta immutata, ma in questo lavoro sono state aggiunte le tastiere per rendere più completo un sound reso già assai interessante dai grandi riff di chitarra evocativi e diretti. Nel complesso ci sono stati miglioramenti che hanno coinvolto anche la registrazione, qui resa ineccepibile. Le tastiere nei momenti più lenti hanno un impostazione quasi gotica. Per concludere, vorrei aggiungere che con l’inserimento delle tastiere la band sembra aver perso forse quella spontaneità e semplicità che prima li avvolgeva, ma sicuramente 'Violent Soundtrack Martyrium' si presenta come un buon lavoro.

venerdì 2 settembre 2022

Vanitas - Das Leben Eintraum

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Death/Black
Un disco, questo degli austriaci Vanitas in cui si potrebbero spendere fiumi di parole senza mai riuscire a inquadrare il loro particolarissimo stile che riesce ad abbracciare diversi generi come il gothic, il death, il black o ancora la musica classica senza mai essere banale o scontata. I pezzi superano di media i cinque minuti e alternano parti veloci ad altre tristi offrendo anche bellissime melodie con cantati growls nel classico stile degli Amorphis (primo periodo) fino ad arrivare a stacchi di soprano alla Nightwish, riuscendo cosi a conferire ai pezzi un’affascinante impronta barocca.

(CCP Records – 2000)
Voto: 74

sabato 17 aprile 2021

May Result - Tmina

#PER CHI AMA: Symph Black, Emperor
Uscito originariamente nel 2001 per la CCP Records, 'Tmina' rappresenta il secondo album dei serbi May Result che ricordo all'epoca fu quasi una sorta di scoop che una band dell'ex Jugoslavia proponesse sonorità metal. Il disco è caduto poi nel dimenticatoio, complice una distribuzione alquanto limitata. Lo scorso anno però, la Careless Records ha pensato bene di riesumarne il corpo e riproporlo ad un pubblico più ampio. Questa premessa per contestualizzare meglio che quello che stiamo per ascoltare non è un disco attuale, ma rilasciato ben 20 anni fa e che se accostato con i grandi dischi dell'epoca, forse non ne sarebbe uscito con le ossa rotte. Le coordinate stilistiche di riferimento riportano inequivocabilmente ai primi Dimmu Borgir, ai Limbonic Art o agli Emperor, insomma ai fasti del black sinfonico degli esordi norvegesi, suonato però nei sobborghi di Belgrado. E il risultato non sarebbe affatto male, appunto se rapportato a fine anni '90. Il disco si muove comunque attraverso sette pezzi che irrompono con l'attacco frontale della lunga "Oгањ/My Martyred Soul", delle sue rare orchestrazioni affidate alle primordiali tastiere, ma soprattutto alla tempesta annichilente prodotta dal sestetto serbo. E l'annientamento strumentale prosegue anche nelle successive tracce, dove l'essenziale melodia è guidata dalle keys, sulle quali poggia poi tutta l'architettura ritmica a tratti davvero articolata. Ascoltando "Thy Last War of Times", ho ripensato ad un disco che al suo primo ascolto mi trasferì un feeling analogo, 'Goat Horns' dei Nokturnal Mortum, sebbene in quel caso, i livelli qualitativi fossero ben più elevati. Ecco, forse ai May Result manca proprio quello spunto vincente che tutte le band citate poco fa mostravano sin dai loro primi vagiti. I May Result invece rischiano di essere un po' caotici nella loro proposizione, quasi volessero impressionare l'ascoltatore con cosi tante cose nello stesso momento che alla fine, accalcate l'una sopra l'altra, rischiano di creare un bel pasticcio. Ci provano infatti nell'olocausto sonoro di "Stars Hysteria" ad emulare un ibrido vocale tra Arcturus e Korowa, ma il risultato si perde nel marasma sonico creato. Il che mi fa propendere nel dire che non sono degli sprovveduti a livello strumentale, soprattutto il batterista, ma il tutto all'epoca non fu convogliato nel migliore dei modi, pur proponendo tutti gli elementi chiave del black norvegese, tra linee di chitarra davvero tirate, screaming vocals ma anche break atmosferici davvero ben riusciti. A tal proposito, ascoltate "Nocturnal Pedigree" per comprendere ed apprezzare al meglio la proposta dei nostri. Diciamo che 'Tmina' potrebbe essere considerato un lavoro interlocutorio, che ha poi visto la band tornare con altri due full length (più compilation varie) prima di sparire definitivamente dai radar nel 2013. Chissà che riproporre questo disco non stia a significare che il sestetto è ancora vivo e vegeto e che presto ne sentiremo delle belle. Nel frattempo mi andrei ad ascoltare i loro ultimi due dischi più che altro per capire se alla fine, quell'evoluzione stilistica c'è realmente stata a seguito di questo promettente lavoro, che peraltro vide anche la comparsa di un paio di ospiti: Nefas dei Гавранови (altra band serba) in quella che è a mio avviso la migliore traccia dell'album, "Nocturnal Pedigree" e Pavle al violino che a deliziarci nelle note introduttive della devastante "Coldwinds Dominion (Son of Stribog)", che vanta peraltro uno splendido break acustico centrale e nel malinconico epilogo di "Јата моја црна (Мрак праскозорја)", due episodi davvero peculiari del platter che andrebbero meglio approfonditi. Alla fine, la riesumazione di 'Tmina' non è stata assolutamente cosa sgradita anzi, mi ha permesso di riscoprire una band a cui all'epoca non avevo dato troppo credito. (Francesco Scarci)

(CCP Records/Careless Records - 2001/2020)
Voto: 68

https://carelessrecords.bandcamp.com/album/tmina