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lunedì 4 agosto 2025

No More Fear - Vision of Irrationality

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Death metal ricercato, non claustrofobico: ecco cosa ci proponeva questa band italiana nel suo vecchio disco d'esordio. I No More Fear hanno dalla loro, sin dagli esordi, un'apprezzabile creatività, sfornando un prodotto nient'affatto convenzionale, a tratti, addirittura melodico (gran lavoro di chitarre in "Escaping the Indifference"). Ciò potrà forse sconcertare quelli fra voi incondizionatamente ligi alla brutalità più disumana, ma, credetemi, 'Vision of Irrationality' è un bell'album e non annoia. Belle le vocals gutturali, specie in "The Lady with the Sickle", un po' meno la voce straziata. I testi? Taluni introspettivi, altri imperniati su tematiche orrorifiche, senza grossolanità gore. C'è anche un bell'omaggio a Lovecraft (nella conclusiva "Dagon"). In conclusione, un album interessante e davvero originale.

(VideoRadio - 2001)
Voto: 70

http://www.nomorefear.it/

giovedì 8 agosto 2024

Hyra - Words Spoken After

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine 
#PER CHI AMA: Dark/Progressive
Dalla Sicilia riscopriamo questa band che proponeva un rock/dark con venature metal/progressive. Avendo un buon background, i nostri realizzarono il loro debutto su etichetta con una sequenza di tracce molto incisive che hanno come filo conduttore lirico, la narrazione del disagio esistenziale presente in ogni età della nostra vita. Queste tematiche, tipiche del decadentismo, vengono riprese in chiave moderna e musicate secondo canoni espressivi che rendono molto bene l’idea di cosa voglia dire musica nevrotica. Partendo dall’opener "Without Light" e scorrendo songs tipo "Nutmeg" e "Do You Call?", si può apprezzare la bravura dei nostri nel fondere rock duro e inserti orchestrali alquanto malinconici con parti più psichedeliche. Buona resa ha l’unione della voce maschile, abbastanza arcigna, con la voce femminile, a cui è dedicata interamente la quarta traccia. Da notare poi l’uso della tastiera, a volte allucinata e quasi sempre tecnica. Non saprei a chi paragonare i nostri Hyra, poiché sono alquanto originali e imprevedibili per la loro poliedricità compositiva: un peccato solo non poterli più riascoltare (scioltisi dopo il demo del 2003).