#PER CHI AMA: Black/Thrash, Windir, Aura Noir |
Della serie "quando non so cosa fare creo una one-man-band", ecco arrivare l'ennesima proposta dalla Francia con il classico polistrumentista a offrire la sua visione black del mondo. Lui si chiama Nicolas N. Baurus e arriva da Nantes con il suo progetto Archvile King, supportato dalla ormai super potenza Les Acteurs de l'Ombre Productions. 'À La Ruine' ci spara in faccia otto pezzi nudi e crudi che sembrano rievocare i fasti norvegesi della fiamma nera degli anni '90. Strana la scelta di aprire però con "Chroniques du Royaume Avili", un pezzo fuorviante dove figura la delicata voce di una gentil donzella, per poi lasciare spazio alla furia black di "Mangez Vos Morts" (incentrata sul tema della peste causata dalla perdizione morale del genere umano), sparata a tutta velocità su incandescenti e marcescenti linee di chitarra zanzarose che disegnano trame elementari piuttosto melodiche nel loro incedere travolgente. La cosa si ripete anche nella successiva "Celui Qui Vouvoie le Soleil", con un black thrash che certamente poco aggiunge al panorama odierno, ma che francamente trovo gradevole per le sue melodie ed un equilibrato uso di violenza e di una certa epicità. Magari le grim vocals del frontman non saranno il massimo ma il disco si lascia ascoltare con una certa facilità, complice anche qualche break acustico qua e là che ci consente il tempo di rifiatareo e rigettarci poi nella mischia. "Atroce" attacca con una certa placidità tra un riffing in sottofondo pronto ad esplodere dopo un minuto di attesa. Poi, solo furia estrema che in questo caso ammetto non mi abbia granchè conquistato. I ritmi continuano ad essere vertiginosi anche in "Dans la Forteresse du Roi des Vers" (interessante l'epico ma breve assolo in chiusura di scuola Windir) e, saltata la semiacustica e strumentale title track, anche nelle tumultuose (e dal piglio post-black) "Vêpre I" e "L'Artisan", altri due esempi di melodia messa a disposizione di una ferocia inaudita che pecca, a dire il vero, di carenza di originalità. Se i brani sin qui erano stati cantati in francese, c'è spazio anche per una bonus track in inglese, "Cheating the Hangman", un pezzo che a livello ritmico potrebbe essere accostabile ai Megadeth con lo screaming black, stile Aura Noir per intenderci. Insomma, in 'À La Ruine' sento buone idee (soprattutto nella prima metà del disco) che trovano però più di qualche limite in fatto di originalità, un tema su cui lavorerei maggiormente nel prossimo futuro per evitare di essere risucchiati in quel vortice infinito di band che propongono un canovaccio più o meno simile. (Francesco Scarci)
(LADLO Productions - 2022)
Voto: 66
https://archvileking.bandcamp.com/album/la-ruine
Voto: 66
https://archvileking.bandcamp.com/album/la-ruine