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domenica 6 febbraio 2022

Schäfer - Mosaik 127

#PER CHI AMA: Electro/Ambient
Ecco una novità in ambito discografico dalla forte propensione alla musica sperimentale e per citarne la sua presentazione al pubblico, ripropongo per intero, quello che si trova scritto sul loro sito web: Acoustic Motion Concepts è un'etichetta per gli amanti della musica cross-style che apprezzano i concetti artistici originali, le produzioni musicali dal design elaborato e l'amore per il design analogico. La label tedesca sfodera suoni e musiche veramente astratte e irraggiungibili, dall'ambientazione poetica alla sperimentazione con la musica sacra, minimal jazz, sperimentazione da camera, ambient e molto altro, tutto da scoprire. La composizione concettuale è la base di partenza di ogni opera creata dai vari artisti che fanno parte della rosa dell'etichetta teutonica, e in particolare per l'album che prenderemo in esame oggi, è doveroso ricordare che è stato ispirato dall'architettura delle chiese, ed in particolare dalle vetrate della chiesa di Giovanni XXIII, situata a Colonia, la cui struttura anima questo lavoro,intitolato 'Mosaik 127', del giovane musicista tedesco Lukas Schäfer. L'ambient strumentale è il terreno fertile su cui poggiano le sue composizioni che a volte virano al futurismo con richiami robotici al krautrock, quello più cervellotico e rarefatto, mentre a volte tesse trame più elettroniche, ipnotiche tra Seefeel e Autechre come nel brano "Still" o strizzando l'occhiolino ai giochi robotici fantascientifici di "E=MC²" di Teddy Lasry. Schäfer gioca con la modulazione del suono, sintetizzatori e loop ariosi e spaziali come nelle composizioni di Sven Grünberg in 'Hingus', agitando il suono del sintetizzatore, rendendolo a volte sinfonico a volte minimale, d'atmosfera, quasi sempre e comunque con anima inquieta, buia come in "Sommerset", che pur mantenendo un legame forte con l'elettronica sperimentale dei 70s, si esprime con un suono moderno, digitale, profondo e sempre in bilico tra il galleggiare nell'aria e il cadere in un vortice di allucinazione psicologicamente devastante. La sezione ritmica è ridotta all'osso, minimale, usata solo a tratti e in maniera mirata. Mi piace pensare a Schäfer come un nipotino del George Harrison meno conosciuto, l'artista colto del capolavoro che fu 'Electronic Sound' del 1969, con quel suono del futuro fatto di rumori, elettronica primordiale e sintetizzatori. Ecco, devo dire che 'Mosaik 127', potrebbe essere un ottimo discendente di quella musica, un disco che contiene quel DNA sonoro ma che lo ha collocato in una dimensione sonora ispirata proprio all'eco profondo di una cattedrale, con una qualità audio strabiliante, perfettamente in sintonia con le uscite ultra moderne della francese Ultimae Records. Musica per menti aperte alla musica concettuale, piena di immagini mentali, astratte e viaggi della mente. Musica lontana dai canoni di mercato, suoni che seguono solo la fantasia, l'ingegno e la libertà compositiva. L'ambient music che incontra la chiesa, recita la nota introduttiva sul sito della label, e trovo che sia molto centrata per capire il lavoro di quest'artista. Un disco impegnativo ma appagante, curato sotto tutti gli aspetti, dall'artwork del digipack alla produzione, fino all'ispirata composizione delle musiche, che vi renderanno sicuramente una buona esperienza d'ascolto. (Bob Stoner)

(Acoustic Motion Concepts - 2021)
Voto: 74

https://schfer.bandcamp.com/album/mosaik-127

mercoledì 2 febbraio 2022

Devourment - Conceived In Sewage

#FOR FANS OF: Brutal Death
BRUTAL! I like the music on this release. It's not their best release, but I do think it's really solid. Love the guitar riffs the most. And the sound quality is good, too. The vocals aren't as burly as the most, they mainly shift between heavy or heavier. I think the highlight to me is definitely the music. ABSOLUTELY. The fluctuation between throat and deep throat vocals keeps the music at the point to where it follows therein. I thought that the switch keeps it from going monotonous. It's too bad this album isn't longer, but yet again I have to hear their new release! I'll be hearing it soon, though!

This release didn't get very good scores I thought that it was quite solid! The guitars and vocals are sick. They really make the release sound dynamic. I like the riffs the most out of this album the most. They're shockingly good! I heard their previous recording 'Butcher the Weak' which I also thought highly of. I think that this is a talented band. They make great death metal and it's chokingly chaotic! I think that they need to continue making music and I'm hopeful that they will. I don't really have much bad to say about the album, I just have very positive things to utter. Great album, but short!

The production quality is a little sketchy but the music makes up for that lacking thereof. And the burly vocals take state and rip! I'd have to say that they are a band that's true to their roots. I don't necessarily want to talk about the lyrical concepts but the music and vocals are solid. So are the drums. I like how the tempos vary on here. They definitely made some great choices as to what to include here as far as the music is concerned. I think that at this pace they have along life in the metal arena. And discovering this band they made a fan out of me. I can't wait to heart the follow-up to this here.

I believe you can download this album on Spotify or YouTube since it's been out for a while. But yeah, I went ahead and bought their CD. It's about 9 years ago that this was released but that's alright. I'm happy as to what I've heard from this release. I don't have anything really negative to say except that the production could've been a little bit better more flowing in terms of the sound quality. But that's therein the mixing and as far as that goes. Definitely look into this release because it's one brutal album that's highly underrated! I'll keep this playing a while long because it never gets old! Check it out! (Death8699)

Haiku Funeral - Drown Their Moons in Blood

#PER CHI AMA: Black/Industrial
Sul nostro sito è sempre piacevole poter contare su vecchie conferme, ascoltarne le nuove idee e poterne apprezzare le loro progressioni. Tornano a farci visita i marsigliesi (ma solo di stanza) Haiku Funeral con il loro terzo disco (su sette) recensito su queste stesse pagine e peraltro da tre persone differenti. Interessante quindi notare come il buon Bob Stoner ne apprezzasse la miscela tra black d'avanguardia ed elettronica, mentre Shadowsofthesun sottolineasse la loro proposta come un'orgia ritualistica marziale e meccanica. Ora, trovarmeli di fronte con questo nuovo 'Drown Their Moons in Blood' e queste premesse, non mi mette proprio a mio agio, facendomi capire quanto di oscuro e imperscrutabile possa realmente aver tra le mani. E cosi mi metto ad ascoltare l'iniziale "The Universe Murders Itself" e capisco di aver a che fare con un sound all'insegna di un industrial dai forti connotati sciamanici. Ritmica si marziale, scevra di ogni forma empatica musicale, pura percussione dronico-cibernetica, perfetta per un contesto metaversico verso il quale la nostra società si sta pericolosamente proiettando. Vedo solo tanta oscurità in queste note e senso di impotenza verso un futuro dai tratti apocalittici. Le campane simil tibetane della successiva "The Head of the Innocent One", con il corredo ritualistico simil indiano che si porta dietro, provano però a smorzare quei toni da fine del mondo che avevo maggiormente percepito nell'opener e anzi mi danno maggior speranza, grazie ad un'andatura psichedelica che mi lascia piacevolmente colpito al termine del brano, in cui vorrei sottolineare anche la prova vocale del frontman, cosi efficace in quel suo cantato tra il demoniaco e il celestiale in un sancta sanctorum riservato esclusivamente a pochi eletti. E la porzione sciamanica dei nostri prosegue nella ricerca spirituale affidata alla seducente "Cherny Shamani/Черни Шамани", una sorta di trip lisergico dove semplicemente abbandonare i propri sensi. Le derive droniche continuano nelle trame distopiche e visionarie di "The Earth Burns and Burns", mentre "Split the Swollen Dark" è puro ambient sorretto da atmosfere glaciali e dilatate ed una voce lugubre quanto basta in primo piano. In chiusura ancora due pezzi: "To Illuminate a World" prosegue con quegli ambientalismi sottovuoto che fatico a digerire, in coda la title track, un'ultima danza al bagliore di una specie di sitar che suggella egregiamente le atmosfere create da una splendida componente percussiva. Il brano è in realtà assai lungo e sembra rappresentare la summa di quanto ascoltato nel corso di questo impegnativo ed ipnotico viaggio spirituale (quasi un'ora) percorso sin qui insieme. Alla fine posso finalmente dire che gli Haiku Funeral sono decisamente affascinanti (Francesco Scarci)

lunedì 31 gennaio 2022

The Pit Tips - Best 2021

Francesco Scarci

Violet Cold - Empire of Love
Oceana - The Pattern
Borgne - Temps Morts

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Death8699

Cannibal Corpse - Violence Unimagined
Exodus - Persona Non Grata
Hypocrisy - Worship

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Alain González Artola

Daius - Ascun
Fear Factory - Agressium Continuum
Dordeduh - Har

domenica 30 gennaio 2022

Pensees Nocturnes - Douce Fange

#PER CHI AMA: Black Avantgarde
Venghino signori venghino al circo infernale messo in scena dai parigini Pensees Nocturnes che tornano con un nuovo capitolo della loro sagace discografia. Il settimo album s'intitola 'Douce Fange' e non serviva dubitare nemmeno un secondo che non fosse una ridda di suoni avanguardistici e di somma imprevedibilità, come mostrato già in apertura dalla baraonda di parole e musica allestite in "Viens Tâter d’Mon Carrousel", l'ennesimo carosello di follia di Léon Harcore, qui accompagnato dai fidi gregari Jon (sax) e Jéjé (fisarmonica) e da una schiera di amici, tra cui Alasdair Dunn degli Ashenspire, Saroth dei Temple of Baal, Sinai dei Griffon e Tariq Zulficar degli Atramentum. Il disco è fuori da ogni ordinaria concezione musicale e non ne avevamo dubbi: "Quel Sale Bourreau" apre con uno splendido giro di contrabbasso e hammond che sembrano ricondurci ai The Doors di fine anni '60, ma le vocals sono le solite sguaiate della band, e il sound è un gran bordello di stili e generi, tra jazz, black, blues e avantgarde. "PN Mais Costaud!" è un giro per i paesi balcanici a scoprire usi e costumi della tradizione gipsy, con una ritmica violenta che fa da contraltare a break folklorici e un baccano a livello vocale senza precedenti. I nostri sono liberi di fare ciò che vogliono, liberi da pregiudizi e non condizionata da vincoli e imposizioni, sono semplicemente loro stessi, autori di musica tanto delirante quanto fantasiosa ed originale. La fisarmonica si prende la scena in "Saignant et à Poing" nelle ubriacanti dissonanze armoniche palesate in questa traccia dai forti richiami rurali. "Charmant Charnier" è un breve intermezzo strumentale che ci prepara a "Le Tango du Vieuloniste" che come dice il titolo, è un vero e proprio giro di tango riproposto in chiave davvero estrema, tra bordate black e la musicalità tipica del Rio de la Plata. "Fin Défunt" sembra prendere le distanze da quanto ascoltato sin qui con un vero e proprio assalto black metal che evolve ovviamente nel corso del brano con l'aggiunta dei tipici deliri vocali e musicali dei nostri, inserendo addirittura la musica tradizionale russa come ciliegina sulla torta. "La Semaine Sanglante" è un'altra tempesta black che si abbatte sulle nostre teste con le vocals stridule di uno dei frontman che si miscelano agli altri mille vocalizzi isterici che popolano un'aria forse qui più pesante che altrove, con un finale più violento che mai. Ancora note folk per l'ultimo atto del cd affidato alle turbolenze orchestral-sinfoniche della esplosiva "Gnole, Torgnoles et Roubignoles" che chiude il nuovo lavoro dei Pensees Nocturnes che, come spesso accade, non risulterà troppo facile da ascoltare, assimilare e godere al primo ascolto. Servirà infatti un'anima libera da pregiudizi per lasciarsi andare al delirio del circo infernale. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2022)
Voto: 80

https://ladlo.bandcamp.com/album/douce-fange

Soundscapism Inc. - Afterglow of Ashes

#PER CHI AMA: Progressive/Post Rock
Tornano sulle pagine del Pozzo i Soundscapism Inc., band di Bruno A. che seguiamo ormai dai suoi esordi. Nuovo album edito sempre dalla Ethereal Sound Works intitolato 'Afterglow of Ashes' e solito tuffo nell'immaginario post rock dell'artista portoghese trapiantatosi a Berlino. Sempre un fottio i pezzi a disposizione, dodici per l'occasione, includendo anche una bonus track, la versione unplugged di "Kopfkino", registrata live nel 2018 e che vede il featuring di Usama Siddiq a voce e chitarra ritmica. Il disco apre con le accattivanti melodie di "Nosedive" e come sempre è la commistione tra post rock cinematico e dreamgaze a farla da padrone, con le vocals relegate a pure e semplici spoken words. Melodia e prog rock a braccetto cosi come piace a Bruno e a tutti i fan della band che vedono anche in questo disco la comparsa di un paio di guest star, Tobias Umbach al piano e organo in una manciata di pezzi e Manuel Costa come bassista dalla seconda alla decima traccia. Nel frattempo il disco prosegue in modo scorrevole la sua corsa, tra intime ed eleganti melodie strumentali ("Revolutions per Minute"), seducenti parti acustiche (ascoltatevi l'intro di "Bone Without a Dog") che con un quantitativo importante di synth, dipingono splendidi paesaggi campestri. E qui forse risiede il problema di questa release, non nello spennellare armonici panorami, ma nell'essere troppo ordinario, non ci sono slanci di originalità, non c'è punto in cui le mie previsioni siano smentite da qualcosa fuori dagli schemi. Mettiamo in chiaro che Bruno è un ottimo musicista, ha buon gusto per le melodie dal piglio malinconico ("Reflect Deflect Collect"), per le suggestioni rock progressive imbevute di elettronica ("Neon Smile", con quel suo incipit alla Muse di "Algorithm") o semplicemente richiamanti i bei tempi andati ("Eartshine", dove finalmente fa la sua comparsa la voce di Bruno), ma manca decisamente ancora qualcosa che sconquassi l'ascolto, catalizzi l'attenzione e renda un album discreto davvero una bomba. Alla fine quelli contenuti in 'Afterglow of Ashes' sono quasi tutti buoni pezzi (non ho realmente apprezzato le conclusive "Vicodin Wonderland" e "All Sad & Done", troppo fiacche per i miei gusti), con un vocalist al 100% però lasciatemi dire che avrebbero reso molto ma molto di più. (Francesco Scarci)

The Mummies - Death by Unga Bunga!!

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Punk/Garage Rock
Un'acufenica e praticamente inascoltabile discarica di singoli e ritagli assortiti buttata giù a passeggiata di cane da parte della più ortodossa, fracassona e strafottente band della intera ultraortodossa, iperfracassona e strastrafottente scena garage/surf/revival californiana fineottanta/inizio'novanta. Produzioni eterogenee, barattolose, meteoritiche, sguaiate. Tantissimo garage (tipo "I'm Gonna Kill My Baby Tonight"), tantissimo surf (tipo "A Girl Like You" e "Die!") e una conclamata, rivendicata, ostentata inettitudine nei confronti di qualunque forma di armonia, intesa nell'accezione più ampia del termine. I musicisti sono ignare mummie, i costumi di scena sono bende di tela, gli strumenti solo scomodi sarcofagi musicali. Tutti i vinili pubblicati a suo tempo, vale a dire nei primi novanta, dai Mummies riportavano la scritta "fuck cd", ciò che apparirebbe hipsterosamente snob oggigiorno, eppure nel booklet di questa compilation postuma avrete il piacere di individuare una iconoclastica "fuck vinyl ha haa". Non è sufficiente per affezionarsi al progetto, ma è un inizio migliore di altri. (Alberto Calorosi)

(Estrus Records - 2003)
Voto: 58

http://www.themummies.com/

Eidolon - Hallowed Apparition

#FOR FANS OF: Power Thrash, Nevermore
What a dynamic piece! Blending in three genres all at once. The guitars were amazing and the vocals perfectly drawn out. I really liked this whole album. It's a shame that they're broken up! I cannot get enough of this release. The music itself is that what's captivating. And the energy of it all. What some great musicians for this album! The riffs are so elegant and well played out as were the solo guitar pieces. I just have nothing but good things to say about this release. What musicianship, talent and great heavy/power/thrash metal that goes along with this entire piece of work. The music itself isn't too fast tempos and it's more captivating that way!

Every riff is coordinated to mix amongst-side the vocals as if they were perfectly in unison with them. And given that this is a quite diverse sort of metal album, you have clean areas in small bits mixed with a majority of thick distorted guitar riffs. The solos are sublime in construction. I enjoyed them also. But mostly the guitar and vocals are what's appealed to me the most. Everyone did a great job too in construction of musicianship. Again, it's too bad about their split not long after this album was released. And if it weren't for a friend of mine, I would've never encountered this band/project.

Production sound was adequate with making this an above average release. Quite into the genius in musicianship. I couldn't be happier with the outcome of this release and just wish that they would've stayed together. But I'm sure it was a mutual consent to end their effort in the making of albums within this scope. Their guitarist Glen Drover is in many different bands-past and present. What a diverse musical career he's had. He's been a part of many different successful bands - Megadeth, Queensryche, et al. So that's probably the reason why the band has taken a split mutually concerned in the way of metal.

I heard this first on Spotify and then decided to get a copy in the mail via in the form of a CD. It's just such a great album that didn't get enough press in my opinion. These guys know how the hell to make some great songs. And what a great band! I was wondering what the score would be and I thought "next to perfect." They really did some great work throughout the album. All the songs were strong! I didn't experience any lack thereof in songs each one was not greater or lesser than in any respect. They tore it up musically here covering three different genres stomping all of them! Check them out! (Death8699)

(Metal Blade Records - 2001)
Score: 82

https://www.metal-archives.com/bands/Eidolon/771

sabato 29 gennaio 2022

LVA - In Lvmine Ignis Vestri

#PER CHI AMA: Black Metal
Hanno dovuto migrare fino in Messico i nostrani LVA per veder pubblicato il loro nuovo lavoro. Il duo veneziano, che ricordo essere nato originariamente come progetto letterario nel 2006, rilascia questo 'In Lvmine Ignis Vestri' per la Ascension Records. Un disco che consta di tre nuovi pezzi che irrompono con "Seed of Inverse Ascension (Prava Cogitatio)" ed una chitarra di matrice tipicamente black, di quelle glaciali che evocano almeno all'inizio, il famigerato sound norvegese, ma che nel loro essere un po' disarmoniche, chiamano successivamente in causa i Deathspell Omega. E cosi si viene investiti dalla devastante furia musicale del duo veneto, composto da Gavorach e Oriax Nocturna, che amano creare muri sonori dissonanti e linee di chitarra acuminate come rasoi, irrobustite peraltro da uno screaming efferato. Il secondo pezzo è affidato a "A Selfish Hymn of Proclamation (Prava Elocutio)" e alle sue frenetiche ritmiche che non lasciano scampo nemmeno un secondo, fatto salvo quando al terzo minuto, i nostri si abbandonano finalmente ad un breve break atmosferico. Approfittate quindi di quei pochi secondi per prendere fiato prima di rituffarvi nel gorgo infernale in cui i LVA vi ingurgiteranno tra accelerazioni improvvise e frangenti di decadenza contraddistinti anche da un cantato più pulito e drammatico. L'ultimo capitolo è lasciato a "Monument of Failure (Prava Operatio)", un altro saliscendi ritmico tra caotiche raffiche di chitarra, vocals arcigne e atmosfere da incubo, fino a quel pianoforte che chiude in dissolvenza il disco. Alla fine, 'In Lvmine Ignis Vestri' è un lavoro gradevole, francamente con pochi spunti interessanti ed originali, ma che di certo farà la gioia dei fan del black metal più freddo e intransigente. (Francesco Scarci)

Solicitor - All Debts On Death

#PER CHI AMA: Speed Metal
Uscito da pochissimi giorni, 'All Debts on Death' è il nuovo 7" degli americani Solicitor. La band originaria di Seattle, propone due nuovi pezzi a quasi due anni di distanza da quel debut album, 'Spectral Devastation', uscito durante lo scoppio della pandemia, che sottolineò le buone qualità di nostri. Oggi li ritroviamo con "Killer for Hire" e "Megalomaniac", due nuovi pezzi atti a mostrarci il loro stato di forma. Il side A si apre con un sinistro giro di chitarra a cui fa seguito una bella ritmica speed super incalzante, melodica ma anche un po' sghemba, a cui aggiungersi poi sarà la voce urlata della frontwoman Amy Lee Carlson, un mix tra il cantante degli Agent Steeel e una versione più grezza di Noora Louhimo dei Battle Beast, band con cui i nostri non condividono praticamente altro. Il pezzo è bello tirato a metà strada tra heavy metal e speed, per una proposta che sembra proiettarci indietro nel tempo di oltre 30 anni, forse anche 40, identificando tra le influenze dei Solicitor anche gli Exiter. Tuttavia, la seconda parte del brano  s'incupisce, rallenta i giri del motore, dà più ampio spazio agli strumenti prima degli ultimi 60 debordanti secondi dove i nostri sciorinano un discreto assolo, che si perde nell'impastato degli altri strumenti. Il side B parte piano ma dopo 40 secondi ci butta nel mezzo della tempesta con la voce di Amy Lee a ficcarsi nella nostra testa insieme alle vertiginose linee di chitarra e ad un apparato ritmico che, quando prova ad articolarsi un po' di più, sembra voler emulare gli Overkill. Comunque alla fine di un altro ben più interessante giro di assoli, questi due pezzi ci dicono che il quintetto statunitense è in forma e pronto più che mai a tornare in sella magari con un album più lungo e strutturato. (Francesco Scarci)

The Pit Tips

Francesco Scarci

Funeral Mist - Deiform
Mazbeshewill - No Feeling is Final
Ylva de Lune - I

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Death8699

Cradle of Filth - Existence is Futile
Destruction - Born To Perish
Epica - Omega

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Alain González Artola

Aran - Pimeyttä Vastan
Bataille - Reverb
Solveig - Way of the Sun

venerdì 28 gennaio 2022

Hypocrisy - Worship

#FOR FANS OF: Death/Doom
So this is similar to the more recent releases ('End of Disclosure'), but a bit slower, though still powerful. I admire their perseverance over the years making solid melodic death metal. Peter is definitely a big part of the metal community and has been for decades. He's written some strong, pivotal riffs on here which makes it stand out in Hypocrisy's songwriting style. Sounds like he tunes down to B or C, making it HEAVY sounding. There's this aura in each Hypocrisy album since they've turned to melodic death metal. But most of all, more recently. The vocals are vintage Peter, low-end.

Nevertheless, a bulk of these compositions are varying in tempos. And the aura is DARK. Peter always seems to choose metal that is not in the vein of anything else but his own creation. He's been true to the melodic death genre for decades. The synthesizers too are in a shroud abyss the guitars desolate. Encapsulated is the listener who's in a sheer chaos. Hypocrisy has been a band for many years and when they switched over to melodic death, they seemed to play it well and has their own distinctive sound. I believe they're going to stay in this till the end. That's a good thing and I'll hope for many more LP's to come.

I've found this release also devoid of any errors on the guitar parts or anything else. Peter did a great job as did his bandmates. I thought that the compositions were devoid of anything really unnerving or compositor. These guys did great here, but I'm still in favor of 'End of Disclosure' as my favorite from them. The riffs are still good, but not higher (to me) of a "B" rating. I think that the recording quality was again top notch. That much hasn't changed either. I was really anticipating this one as being a "flop", but it's not, no way. I think that they really made some great music in my humble opinion.

I had to hear this first before I bought it. I think Hypocrisy is doing great even being in the scene for years quality here. Despite the middle-aged band, their ideas for songs are still great. I was definitely in favor of them switching genres over 20 years ago. I think they're better of with the melodic death metal type gig than strictly death metal. That's with coming out on releases that only they could divulge to. Definitely a top rated band though they didn't get my pick for album of the year. I still though that this was a solid release. Check it out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2021)
Score: 75

https://www.facebook.com/hypocrisy

Corpus Diavolis - Apocatastase

#PER CHI AMA: Esoteric Black, Batushka
Quarto album per i francesi Corpus Diavolis intitolato 'Apocatastase', termine che letteralmente significa "ritorno allo stato originario". Non conosco la ragione alla base di questa scelta, ma devo ammettere che è il giusto titolo per un disco come questo, un lavoro torbido, oscuro e devastante che sottolinea la prova di coraggio dell'ensemble marsigliese nell'allontanarsi dalle sonorità scandinave degli esordi e abbracciare i deliri musicali di Deathspell Omega e Batushka. Il disco consta di sei pezzi evocativi e dissonanti, che si muovono appunto lungo i binari di un black metal mefistofelico, a tratti ritualistico proprio alla stregua dei colleghi polacchi. Vi basti ascoltare ad esempio la porzione finale della title track che ci conduce con la mente ad uno di quei rituali esoterici a cui forse non si sottrae nella realtà il buon Daemonicreator. Costui, frontman della band, altri non è che il fondatore della Alliance Mystique de Satan Glorifié, un associazione di matrice satanica, che sembra rievocare i tempi dell'Inner Circle che venne ritenuto responsabili di numerosi crimini ai danni di luoghi cristiani nella Norvegia dei primi anni novanta, fondando i propri ideali su una confusa commistione di idee riferite a satanismo, isolazionismo e paganesimo norreno, con cui meglio non mettersi a sindacare. Detto che non siamo qui a sindacare sulle ideologie delle band bensì a commentare la musica proposta dai nostri, posso continuare a dire che i Corpus Diavoli saranno abili nel condurvi nel loro personalissimo maelstrom ritmico fatto di sonorità perverse ed esoteriche al tempo stesso ("Colludium"), miscelando sulfurei mid-tempo con acide accelerazioni black ("The Dissolution and Eternal Extasy in the Embrace of Satan") rilette in una chiave avanguardistica che scomoda Ved Buens Ende, i già citati Deathspell Omega e i Blut Aus Nord. Spettrali e affascinanti, senza ombra di dubbio. Il rullo di blasfemia diventa ancor più compressore in "The Pillar of the Snake", forse il pezzo più feroce del lotto che comunque non rinuncia alla sua componente atmosferica (qui quasi orchestrale a dire il vero, grazie all'utilizzo esponenziale dei synth). "Triumphant Black Flame" è una crivellante sfuriata black con un sinistro assolo conclusivo e misantropiche linee di chitarra che ci condurranno fino alla conclusiva "At the Altar of Infinite Night", brano che racchiude tutta la somma malignità che pervade lo spirito (e lo screaming belluino) di Daemonicreator, in un disco efferato, suggestivo e dotato di tutte le carte in tavola per diventare un must per il popolo black metal. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2021)
Voto: 78

https://ladlo.bandcamp.com/album/apocatastase

Barabba - Primo Tempo

#PER CHI AMA: Darkwave/Alt Rock
"Volete Gesù o Barabba?". Secondo il Vangelo di Giovanni, il popolo di Gerusalemme scelse il primo e probabilmente ad allora risale la genesi di questa band marchigiana composta da tre musicisti, Jonathan Iencinella, Riccardo Franconi e Nicola Amici, che ormai da vent'anni se ne vanno in giro a fare musica alternative rock, popolando band del sottosuolo italico (Guinea Pig, Jesus Franco & The Drogas, Kaouenn etc.). Detto questo, 'Primo Tempo' rappresenta il primo album sotto questo moniker: il lavoro si apre con "Un Altro", un pezzo che mi ha evocato dopo soli due secondi, un brano che si era assopito nella mia memoria, "Satana" dei Nuvola Neshua. Andatevi a sentire i due pezzi e dirmi se non trovare un parallelismo nelle pulsazioni urbane che emanano i due brani. Quanto proposto dai Barabba risente però un po' di più dalle ultime tendenze rap/trap (giuro che mai avrei pensato di scrivere trap in questo blog) coniugate qui con criptiche sonorità alt rock che mi hanno evocato un'altra bestia nostrana, i Bachi da Pietra e non solo perchè il mastermind Giovanni Succi comparirà come guest star alla voce su "Quei Due" in compagnia di Marco Drago. Giovanni è uno dei tanti ospiti che compaiono infatti in questo EP di sei pezzi. Dalle suggestioni urban dell'opening track si passa a "Bastare a Me Stesso", con un pattern musicale all'insegna di un darkwave elettronico molto simile al pezzo introduttivo, qui con il featuring di Francesco Imperatrice (aka Paco Sangrado) e Serena Abrami alla voce, quest'ultima che ha collaborato in passato con gente del calibro di Max Gazzè o Luca Barbarossa (non pensavo che avrei mai nemmeno scritto quest'ultimo nome su questo blog). La proposta dei nostri si muove comunque sinuosa attraverso l'oscurità anche con "Momo" che si renderà più epica per il featuring al sax di Tommaso Uncini. Ancor più cupa, e non pensavo fosse possibile, arriva "L'ultima Mano", in cui Jonathan duetta alla voce con Caterina Trucchia (dei Kmfrommyills) in un pezzo noir che si muove sempre tra trip hop, elettronica e cantautorato, il tutto sempre contraddistinto da un cantato affine ad un rap primordiale. Si giunge nel frattempo a "Quei Due", che oltre a continuare con un sound forse un po' troppo affine ai precedenti pezzi, e su questo cercherei di lavorare un po' di più, la seguo più che altro per il suo lirismo narrativo che descrive una delle tante storie del protagonista Barabba, alle prese con i propri demoni quotidiani. In chiusura, la meravigliosa "Bianco Natale", da ascoltare attentamente per i suoi ironici testi che non vi porteranno di certo a quel che si definisce un lieto fine. Ascoltare per credere. (Francesco Scarci)