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sabato 22 ottobre 2022

My Minds Mine - Scenes of the Compleate Annihilation of This Planet

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Grindcore
Vengono dall’Olanda e all'epoca avevano già un album e svariati 7" all'attivo. Al di là dell’artwork un po’ anni ’70 fantastico-fantascientifico, bizzarro ma comunque brillante, la musica dei My Minds Mine è puro grindcore. Canzoni brevi. Voce urlatissima mista ad una quasi cavernosa. Accelerazioni improvvise e prolungate, sottolineate poi da chitarre semplici e stridenti. La componente hardcore è veloce e di vecchio stampo. Le alternanze dei tempi sempre dissennate, deliranti e altalenanti. In ogni momento. Il suono è grezzo e congeniale al genere ed all’album. Sono un po’ meno intensi degli Anal Cunt. Anche se li ricordano un po’. Ma hanno un feeling chitarristico ironico diverso ed un estremismo più prolungato. Infatti le canzoni hanno più stacchi e più cambi hardcore. Ed un lieve utilizzo di melodie, semplicemente strozzate. Violenti.

(Amenta Records - 2002)
Voto:70

https://www.facebook.com/mymindsmine

venerdì 21 ottobre 2022

Anderes Holz - Continuo

#PER CHI AMA: Alternative/Kraut Rock
Il nuovo album del trio teutonico è un agglomerato di stili che sconvolge e appassiona al tempo stesso. Uscito via Tonzonen Records, 'Continuo' si presenta a meraviglia, con uno splendido artwork curato dall'artista kazako, Anton Semenov, ed al suo interno, come in uno scrigno magico, troviamo sonorità che gravitano attorno al mondo dell'avantgarde, dell'art rock e del progressive. Basta guardare il video di "Morgenwelt" per capire quanto gli Anderes Holz spingano il confine delle loro creazioni sonore sempre più in là, utilizzando i canoni della fantasia più sfrenata per orchestrare brani inconsueti, ipnotici, frenetici e folli. L'uso di voci femminili e maschili, una cetra elettrificata prende il posto della chitarra elettrica, il theremin, il gong a vento giapponese, registrazioni e rumori in ambiente, un basso pulsante e percussioni di scuola kraut-rock, le arie provenienti dall'irraggiungibile galassia degli Amon Duul deformano lo stile rock di questo stravagante trio. Tre musicisti eccentrici che riescono a coniugare spinte di classico metal (globus) e certa cultura hippy, con il folk, il german prog ed il prog d'avanguardia, e ancora con il futurismo di Nina Hagen e qualche attitudine punk vicine al Kalashnikov Collective, che in "Şıfr" arriva ad emulare un jingle che troviamo in "Walls (Fun in the Oven)", un brano nientepopodimeno che dei mitici Crass. Senza dimenticare poi gli istinti folk metallizzati dei Subway to Sally in sottofondo, il tutto poi riletto in salsa psichedelica ed ipercolorata, come i loro video frenetici che li ritraggono in rete. La sensazione è alla fine di essere davanti a dei menestrelli impazziti, dalle tinte raggianti ma anche dall'umore dark, che adorano l'estro camaleontico di Peter Gabriel e il classicismo esuberante di Ian Anderson, e che costruiscono, usando esclusivamente la loro lingua madre, un miscuglio musicale simile ai pezzi più moderati dei Die Apokalyptischen Reiter (epoca "Samurai") concepiti in una veste più acida, trasversale e ritmicamente fuori contesto, come nel caso di "Schwan", che in un riff dal taglio metal primordiale, si vede infiltrare una specie di rumba che lo annienta e lo smembra ritmicamente. La psichedelia drammatica di "Buto" è un vortice oscuro inaspettato ma alla fine tutto l'album lo troverete pieno di sorprese. L'alto tasso di teatralità mi rimanda a gruppi altamente allucinogeni e misteriosi, impossibili da categorizzare, come i Gong, anche se qui il free jazz è poco presente a discapito del concetto progressivo che risulta una costante compositiva. Comunque, ci troviamo di fronte ad un potenziale esplosivo di art/punk/rock progressivo e moderno, sicuramente circondato da nostalgie retrò, ma che si mostra perfettamente al passo con i tempi e che, senza pietà, arriva a spiazzare l'ascoltatore nota dopo nota. Un insieme di brani curati e ottimamente prodotti da Matt Korr, un suono pulsante e pieno, con numerose sfaccettature che lo accomunano a tante altre band di varie epoche ma che in realtà rendono l'identità della band tedesca inconfondibile e assai personale. Un disco da ascoltare più volte e a volume alto, per apprezzarne tutti i colori e i mille volti di una band che dire istrionica è dir poco. Ascolto fortemente consigliato. (Bob Stoner)

(Tonzonen Records - 2022)
Voto: 82

https://anderesholz.bandcamp.com/album/continuo-2

giovedì 20 ottobre 2022

Suffocation - Souls To Deny

#FOR FANS OF: Brutal Death
Solid guitar and sound on this one! What a difference than on the earlier stuff. This seems a bit more polished. Still good though, not as heavy as their earlier work but still good! The drums hit home on here and the riffs are dynamic! I enjoyed this album a lot. They really did a good job on here as a follow-up. I liked this whole album, I thought that it was really a steal in terms of the songwriting. The guitars are my favorite on this. And the vocals are a close second! But overall, this album has a lot of meat to it! The recording is not as good as all, but that's alright because the music makes up for it!

This album is not super long which I had hoped, but it's still great platter of a recording. I think that they have a lot to offer here when death metal has been a bit stagnant in the year it was recorded (2004). I think they're up-to-par on here and the recording/mixing was a little flat sounding but the music takes over and that's the end of it all. Total annihilation. These guys are way up there on the list of bands who stayed consistent over the years and didn't change their style of music. That's why it's so cool to go through their succession from album to album and see what's change vs. what's stayed the same.

A lot of tremolo picking and down-picking riffs. It makes it brutal an somewhat fast. Their not lacking whatsoever in the songwriting capabilities. Pretty solid as ever! I like the vocals too, they're not as brutal as in the past but still they're good alongside the music. I enjoyed this album immensely. It's one you wouldn't think would measure up to the standards of the past records. But it does! Really good release and despite the sort of echo that the drums emit because of the mixing, everything else is fine. It's that snare drum that's a bit overpowering in ruse. However, everything makes up for the deficiencies.

I didn't download this album though I bet you could on Spotify I ended up buying the actual album. So yeah, it was definitely worth it. You won't get the same effect as their first two releases but it's a great modern or more modern Suffocation album. It's I think one of their better more modern releases even though it's itching away as being almost 20 years old. Still superb recording and I wish it didn't end at eight tracks. You'll enjoy this release if you give it a chance. No expectations. Just remember, they're more mature on here and deserve praise to staying true to their roots. Own it! (Death8699)


Kodaclips - Glances

#PER CHI AMA: Shoegaze/Post Punk
I Kodaclips sono una creatura formatasi nel recente passato. La formazione del quartetto italico risale infatti al 2021, con 'Glances' a rappresentarne il disco di debutto e una forma di tributo ad una delle principali influenze della band, ossia i post rockers statunitensi Slint, con il titolo a citare il testo di "Don, Aman", traccia inclusa nel secondo disco 'Spiderland'. Fatti questi dovuti preamboli, la musica dei nostri si muove nello spettro del post rock/shoegaze sognante ed etereo, con certe divagazioni che chiamano in causa anche un certo alternative rock stile Smashing Pumpkins (e penso ad alcune schitarrate incluse nell'opener "Temporary 7") che ben si amalgama con ammiccamenti e derive varie che ci porteranno nei paraggi di certo post punk. Lo shoegaze viene fuori alla grande nella seconda "Pacific", un brano dotato di una certa vena malinconico-depressiva, soprattutto a livello vocale e nelle cupissime melodie che ne affliggono l'andatura. Qui l'aura shoegaze si miscelerà ancora con il post rock che si esplica nel finale grazie a fraseggi in tremolo picking. L'inizio di "Drowning Tree" poteva aprire tranquillamente qualche brano dei The Cure ma i punti in comune con alcune band del passato ci conducono anche ai The Jesus and Mary Chain di "Mood Rider", mentre, sempre ampio spazio strumentale viene concessa alla seconda parte del brano, dotata di celestiali aperture post rock ma anche di roboanti riffoni post grunge. La voce di Alessandro Mazzoni è convincente quanto basta nel suo malinconico riverbero. "Not My Sound" apre con un sound ripetitivo quasi ipnotico, complice il frontman a cantare ininterrottamente "it's not my sound..." e con una coda noise nel finale. Convincenti, mi piacciono. Anche se non tutti i brani sono accattivanti allo stesso modo: "Cerbero" ad esempio la trovo un po' più statica e piattina, anche se da metà brano in poi prova ad invertire rotta e rimettersi in carreggiata con un cambio nell'architettura ritmica, sfoderando peraltro un bell'assolo conclusivo. "Muffling" non mi fa impazzire invece per quella sua eccessiva vena brit-pop nella prima metà, ma credo sia più un problema del sottoscritto, ancorato a sonorità più estreme. Nel corso del brano, la porzione ritmica si farà più energica (complice il basso di Sonny Sbrighi a tracciare poderosi fendenti), cosi come le contaminazioni noise emergeranno alla grande, invertendo nuovamente il mio giudizio iniziale. Musicalmente "Longinus" mi richiama qualche sperimentalismo di "primusiana" memoria mentre la conclusiva, strumentale e più lunga traccia del lotto, "Chrysomallos", chiuderà questo 'Glances' con l'eleganza, la robustezza e la maturità di una band di veterani, anche se, con la voce, il risultato è di tutt'altro effetto. (Francesco Scarci)

(Overdub Recordings - 2022)
Voto: 74

https://www.facebook.com/kodaclips/

Voidfire - W Cienie

#PER CHI AMA: Post Black
Dalla più orientale delle città polacche, Bialystok, ecco arrivare i Voidfire, una band che, sebbene di recente formazione, vanta in seno ex membri di Devilish Impressions, Hermh e Dying Vision. Il quartetto ci investe col proprio black melodico e sette nuovi pezzi che seguono a distanza di due anni il positivissimo debut, 'Ogień Pustki'. Il disco si apre con "Nadejście" e, come potrete facilmente intuire dai titoli, i testi sono tutti in lingua madre, rivolti verso tematiche di sofferenza emozionale. Torniamo comunque all'opener che si presenta con larghi tratti strumentali e una bella ritmica grintosa affidata ad una forma di black che ammicca al post. La prima associazione che ho fatto durante l'ascolto di 'W Cienie' è stata con i conterranei Entropia (non quelli di Bialystok ma quelli di Oleśnica), ma tra le trame di chitarra e lo screaming del frontman, ci ritroviamo ad ascoltare anche un notevole quantitativo di melodia. Niente di cosi avvincente a dire il vero, tant'è che quando parte "Niepewność", questa risuona immediatamente più interessante e forse un pizzico più originale, tra ritmiche sghembe, accelerazioni stile "fast and furious" e una buona dose di frustrate alla batteria, accompagnata da una robusta base ritmica. La voce, bella maligna, poggia poi su un sound costantemente in progressione che trova in un bridge in tremolo picking, ampie porzioni melodiche, per poi cedere ad un finale rutilante. "Rozmycie" è più compassata nel suo incedere desolato; quello che colpisce semmai è una costante ricerca di cambi di tempo e la voce di Krzysztof "Virian" Sobczak, qui in formato sussurrato, prima che la stessa viri verso una timbrica più gracchiante. I brani rimangono di lunga, lunghissima durata (e penso ai 14 minuti di "Cienie Szaleństwa") con medie che si assestano oltre agli otto minuti (fatto salvo per l'intermezzo strumentale "Wrota"). "Odchodząc W..." parte sparatissima e farà altrettanto attraverso un black ferale dai tratti epici (chi ha detto Windir?), interrotto solo da un brevissimo break atmosferico. La già citata "Cienie Szaleństwa" ci attende con il suo bel malinconico arpeggio e ancora la voce sussurrata del vocalist, ma non fatevi infinocchiare anche voi, perchè il brano esploderà nuovamente in una corrosiva e acuminata forma di black metal che ci accompagnerà tra saliscendi ritmici (incluso un suggestivo frangente atmosferico verso il decimo minuto e finalmente un signor assolo di quasi tre minuti nel finale - da incrementare il numero di assoli nel prossimo lavoro) fino alle note finali di "Oczyszczenie", un outro acustica che chiude questo secondo capitolo targato Voidfire e che apre al sottoscritto una certa curiosità nell'andare a riscoprire l'album di debutto. Voi intanto dedicatevi a questo. (Francesco Scarci)

(Szataniec - 2022)
Voto: 72

mercoledì 19 ottobre 2022

The Mañana People - Song Cycle, Or Music For The End Of Our Times

#PER CHI AMA: Psych Folk/Indie
Rimango sempre sbalordito quando incontro band di questo tipo e scopro che la loro provenienza il più delle volte è la Germania. Certo, in questa terra è nato il krautrock direte voi, quindi la psichedelia è di casa, ma la diffusione del psych folk, rimodernato e aggiornato ai nostri giorni, è cosa più in disuso di questi tempi, quindi, voi giurereste sul fatto che il folk psichedelico oggi, abbia trovato casa a Bonn? Dopo aver ascoltato questo duo tedesco, me ne sono convinto, ed è innegabile che in Germania esista un'anima psichedelica molto radicata. Sono rimasto affascinato dal modo intrigante di intendere la musica in questione da parte di questi due giovani musicisti, una commistione di voci e modi di fare del passato, filtrate da sonorità fresche, ricercate e moderne. Partiamo dal fatto che i "Fab Four" e i The Moody Blues hanno lasciato un segno nell'infanzia dei due giovani artisti, che il Paul McCartney dell'album 'Ram' sia uno degli imputati assieme al suo psichedelico amico John, che i richiami ai The Flamming Lips più pop e moderati siano indiscutibili, la presenza lontana del buon Syd Barrett, l'influenza e la precedente collaborazione con Bonnie Prince Billy e un'arrangiamento molto spesso degno delle visioni migliori del grande Nick Drake, fanno di quest'album un'ottima espressione di come si possa suonare stralunati oggi, senza cadere nel plagio o nella ripetitività, in maniera del tutto naturale e originale, creando un disco coloratissimo e vitale, caldo e brillante, proprio come se l'anno in corso forse il 1968. Impossibile dare un premio al pezzo migliore, visto che il disco scivola deliziosamente canzone dopo canzone con una facilità d'ascolto impressionante, tanta è la quantità di suoni e arrangiamenti cosmici presenti al suo interno, la sua orecchiabilità, e l'equilibrio tra forme retrò e soluzioni moderne è attraente e dona alla band un'identità forte e chiara. Tutto è al posto giusto e nelle giuste percentuali si dividono il folk, il country, il pop, la psichedelia ed il lato elettronico minimalista, con una capacità di riesumazione e restaurazione dei canoni di un genere che non sentivo così costruttivo dai dischi degli Scott 4 di fine anni '90, ed in tempi recenti nell'album 'The Brave and the Told' dei Tortoise proprio con Bonnie Prince Billy. Non solo nel comporre ma anche nel canto, i The Mañana People, sono degli autori formidabili, che generano liriche ad effetto, che possono spaziare dagli echi di Arcade Fire ai già citati Fab Four o The Moody Blues, con una facilità ed un'eleganza non comuni. Un disco da ascoltare e riascoltare più volte, un disco che si presenta come semplice prodotto folk, ma che al suo interno nasconde molto molto di più, un vero bosco incantato di suoni e rimandi musicali, un album consigliato a chi ama farsi sorprendere e farsi trasportare in altri mondi a suon di musica allucinata. Imperdibile per gli estimatori del genere. (Bob Stoner)

Gorguts - From Wisdom To Hate

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Questo è il quarto disco per i canadesi Gorguts che mi avevano lasciato letteralmente tramortito con il precedente 'Obscura', un album folle e visionario, figlio diretto del caos primordiale. Rispetto ad allora, il songwriting si è fatto meno inestricabile e dissonante, più digeribile, se mi passate il termine. Non fraintendete, si riconosce all’istante l’impronta della band, solo che questa volta il taglio dei brani è decisamente più scorrevole. Se questo sia un pregio o un difetto è cosa da rimandare al giudizio del singolo, quello che di certo si può commentare è come, anche senza il fascino delle contorsioni strumentali a sostenere le composizioni, i Gorguts rimangono una delle death metal band più convincenti in circolazione nell’underground. Da avere, senza dubbio.

(Olympic Records – 2001)
Voto: 70

https://www.facebook.com/GorgutsOfficial

domenica 16 ottobre 2022

Autopsy - Morbidity Triumphant

#PER CHI AMA: Death Gore
What can I say but: AUTOPSY! For having not been a fan throughout their career, I think this one warrants a "73" rating. A semi-raw production sound like most of the others. I suffice to say here that they have some fresh riffs, and the vocals are pretty brutal. A lot of the riffs are slow which is vintage Autopsy like their previous releases. The intensity is pretty up there and the lead guitar isn't bad at all. It's not overly sloppy, it's actually pretty well thought out. The guitars set the tone for the album and Chris behind the set/vocals seemed to be right on que. For a not so keen Autopsy fan, I can say that I like what's going on here.

I guess it's the vibe on this that makes it listenable. Just the intensity is there and the vocals are thundering. It's amusing what's going on here. Most of the tempos are slow and the overall length on this one is a little over 41 minutes. It could've been longer but they did pretty well on here. I know that this band has a good fan-base. I suppose that I never got into the vibe. But they show their self here and after all these years have made quite a good death metal album. With tempos fluctuating, they cover all aspects of their style. But they're still considered to be strictly a California based death metal band.

The production as I've stated is a bit raw but that's how they like it! I'd have to say in certain aspects the vocals are over-the-top screaming. I like how they fluctuate though. It makes it so that they diversify. I'm not sure what they're tuned to guitar wise probably the same as older albums. It sounds that way though. These guys are immortal! I'm glad that they've reformed in 2009 and they got a fan back in me. They're just different, not typical death metal. They have their own sound and melodies. I think that they're going to be making music for a lot longer now especially since they did well here.

Don't just stream this one, pick up the CD! It's worth supporting the band! That's what I did. I was unsure as to whether or not I would like it. Even other people I've said that I didn't like this. But upon a few more listens the energy sparked and it was worth its weight in AUTOPSY! Check this one out, I thought it is a bit better than 'Skull Grinder'. The music is better and of course it isn't better than their debut. It's probably better than most Autopsy albums I was just curious that's what ended up with me buying the album. I'm going to have to stock up on more of their discography! Take a listen to this one! (Death8699)