#PER CHI AMA: Sonorità Post |
Dannazione, solo 22 minuti! Io ne volevo molto di più… Signori, vi presento gli italiani Australasia, ennesima dimostrazione di come il nostro bel paese, pur regredendo sempre più da un punto di vista economica, stia invece facendo balzi da gigante in territori musicali/artistici, tanto da rischiare di scalzare i godz mondiali. Gli Australasia ci presentano la loro personale interpretazione di post rock, dalle fosche tinte autunnali si, ma anche contraddistinto da un più elettrico e corrosivo uso delle chitarre. “Antenna” funge quasi da intro (ma intro non è) del lavoro e non fa altro che palesare l’amore del duo per l’entità post rock mondiali, penso soprattutto a God is an Astronaut ed Explosions in the Sky, certo che poi, quando la ritmica inizia a pestare sul serio deduco, che con il duo italico, si va ben oltre al post rock, nella normale accezione della definizione. Quando “Spine” attacca infatti, e ricompare il feroce fragore dei blast beat, rimango attonito ed affascinato dinnanzi siffatta espressione musicale. Sicuramente nel sound dei nostri compaiono le classiche stemperanti aperture ariose del genere “gentile”, ma accanto a queste si collocano pure, roboanti cavalcate dall’incedere devastante. E forse proprio in questo imprevedibile connubio tra forza e delicatezza, tra mostruosi riffing ed inserti elettronici, parti atmosferiche e melodie soffuse, che si nasconde il punto di forza dei nostri. “Apnea” inizia in modo più sinuoso, rilassato e finalmente si vede la comparsa di un angelo alla voce, mentre la musica assume connotati che esulano completamente dal metal e i suoni pian piano avvinghiano le mie terminazioni nervose, provocando un esaltante rilascio di endorfine, ma la song dura troppo poco per poterne assaporare tutte le sue sfaccettature. Va di scena (e scusate il gioco di parole) “Scenario”, song che si apre in modo canonico, per poi lasciar posto all’ennesima scarica al limite del post black (chi ha citato Deafheven?) contaminato dallo shoegaze. Cavolo anche questa dura troppo poco, che nervoso. Diamine, qualche brano più lungo non si poteva fare? Va beh, rassegnato di fronte a questa evidenza, mi lancio all’ascolto della seconda metà di questo EP: “Satellite”, “Retina” e “Fragile” completano questa release di sette pezzi, contraddistinte dalle melodie sonnacchiose della prima traccia, dalla robusta sezione ritmica della seconda contrappuntata da bei giri di chitarra ed infine dal pomposo e seducente sound dell’ultima traccia. Beh che dire, se non che anche oggi abbiamo scoperto una nuova interessante realtà nostrana, che auspico possa esplodere molto presto, grazie anche al vostro supporto, e possa dare del filo da torcere a tutte le realtà statunitensi, che ancora per poco primeggeranno nel panorama mondiale. “Sin4tr4”, una fantastica scoperta… (Francesco Scarci)
(Golden Morning Sounds)
Voto: 80