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#PER CHI AMA: Doom |
Il Carcolh è una creatura leggendaria del folklore francese, una specie di incrocio tra un serpente e un mollusco tentacolare. Questo è quanto ci racconta sul proprio sito Wikipedia, a proposito di questo mostro mitologico che, fatalità, è anche il nome della band di oggi, cinque doomsters di Bordeaux che con questo 'Twilight of the Mortals', raggiungono l'ambizioso traguardo delle tre uscite discografiche. Un arazzo sonoro che si abbevera alle fonti sacre del doom metal tradizionale, che tributa omaggio ai maestri del genere, Candlemass, Solitude Aeturnus e Black Sabbath, cercando al tempo stesso, di lasciare un’impronta personale in un territorio tanto venerato quanto assai insidioso. Il disco si apre con "For Every Second..." che stabilisce immediatamente il tono abbracciato dai nostri: riff lenti, striscianti, che si muovono come monoliti in una landa desolata, guidati dalla voce di Sébastien Fanton, la cui timbrica potrebbe richiamare l'epico lamento di Robert Lowe. Fin qui nulla di nuovo, perché l'album sembra inciampare in una sorta di riverenza verso le colonne portanti di un genere che sembra ormai impantanato. Un brano come "Ashes Are Falling Down" prova a fare la differenza, inserendo melodie accattivanti e assoli eleganti a spezzare la monotonia di fondo, e mantenendo alta la tensione emotiva. Lo stesso dicasi per la successiva "The Battle Is Lost", vibrante nelle sue linee di chitarra, sebbene certi passaggi sembrino scivolare in territori già battuti da 'Epicus Doomicus Metallicus', l'epico debutto dei Candlemass. Poi ci troviamo di fronte a due maratone musicali: "My Prayers Are for Rain" include oltre dieci minuti di melodie strazianti e dense atmosfere che sembrano insinuarsi come luce fioca in una cattedrale in rovina. I quasi dodici minuti di "Empty Thrones" invece, sembrano voler enfatizzare la solennità della proposta dei transalpini, sciorinando un bel riffone di scuola Sabbath con la voce del bravo Sébastian a guidare l’ascoltatore tra le rovine evocate dai testi. Il risultato però continua a faticare nello scrollarsi di dosso l’ombra ingombrante dei suoi ispiratori, rischiando di essere percepito come un esercizio di stile più che come un’opera innovativa. Insomma, 'Twilight of the Mortals' mostra la competenza dei Carcolh nel muoversi nel delicato mondo del doom, ma al contempo pecca in una certa mancanza di imprevedibilità, trovandosi troppo spesso a specchiarsi nel sound immortale dei maestri, senza osare un passo deciso verso un’identità propria. Per ora, quest'album rimane un crepuscolo che illumina, ma non abbaglia. (Francesco Scarci)
(Sleeping Church Records - 2025)
Voto: 70
https://carcolh.bandcamp.com/album/twilight-of-the-mortals
Voto: 70
https://carcolh.bandcamp.com/album/twilight-of-the-mortals