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domenica 2 novembre 2025

Aduanten - Apocryphal Verse

#PER CHI AMA: Melo Death/Black
Gli Aduanten risultano essere il side project di Obsequiae, Vex, Panopticon e Horrendous, eppure sul rinomato sito Metal Archives, non trovo traccia di membri di Panopticon e Horrendus, ma vedo semmai citati i Ruins of Honor. Comunque, a parte queste sciocchezzuole, 'Apocryphal Verse' è il secondo EP della band texana, che dovrebbe proporre un death black melodico, come testimoniato dalla lenta e graffiante "Cerulean Dream", una song che chiama immediatamente in causa, una band svedese a me cara, che agli esordi, si muoveva nei paraggi di un melo death, sebbene oggi siano decisamente più black oriented. Quindi, andando a delimitare il perimetro degli Aduanten, direi che ci troviamo nei pressi di un death melodico mid-tempo, che troverà tuttavia modo di aumentare la propria ferocia sul finire del brano. Niente di nuovo all'orizzonte ma la prova del batterista, come spesso accade, è sicuramente da premiare. Avrei gradito un bell'assolo in chiusura, ma niente da fare, è già tempo di "Decameron", un altro esempio di death melodico che non ha granché da chiedere, e che trova nello stridulo del cantante e in un ritmo, a un certo punto e per pochi secondi vicino al post black, le soli componenti black, peraltro alquanto innocue. Un arpeggio apre "Grace of Departure", ma quello che mi pare continui a mancare, è un qualcosa che coinvolga l'ascoltatore, un bridge, un assolo (qui solo un accenno), una parte melodica che rimanga impressa nella testa, insomma un qualcosa che mi faccia pensare che questo lavoro abbia realmente un suo perchè, visto che anche con la conclusiva "The Weakening Sovereign", il trio di Austin non riesce a uscire dalla propria zona di comfort e finisce per spegnersi su una banalissima accelerazione black e un giro di chitarra abusatissimo. Insomma, troppo poco per esaltarne la performance. Attenderò impaziente il full length d'esordio per decretare il mio supporto o meno ai nostri. (Francesco Scarci)

(Nameless Grave Records - 2025)
Voto: 60

sabato 1 novembre 2025

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venerdì 31 ottobre 2025

Hulder - A Beacon From Darkened Skies

#PER CHI AMA: Black/Folk
Una semplice cassetta (tra l'altro disponibile anche in una ritual edition) con sole due tracce, per tutti gli amanti dell'oggettistica vintage. Per chi ama il digitale invece, la pagina bandcamp degli statunitensi (ma in realtà originari del Belgio) Hulder, vi darà modo di ascoltare il loro ultimo EP, 'A Beacon From Darkened Skies'. Noi, la one-woman-band l'avevamo già recensita in passato, sottolineando come fosse avvezza a un certo tipo di black atmosferico, piuttosto grezzo. Non posso far altro che confermare le parole del mio collega Alain e sottolineare come la polistrumentista belga, ora basata nello stato di Washington, e qui aiutata da altri due musicisti, Vrolok e Necreon, si muova nell'ambito di un genere estremo che affonda le sue radici nel black scandinavo. Lo dimostra subito la title track, con chitarre ultra tirate e screaming vocals, spezzate da un break più atmosferico. Non posso invece dire altrettanto della seconda "Zonnesteen", una song che richiama sonorità folk in stile Wardruna/Ivar Bjørnson & Einar Selvik, guidate da una chitarra acustica e da un drumming tribale, nonché dalla calda voce pulita di Hulder e dalle oscure backing vocals di Necreon, per un esperimento sicuramente ben riuscito. (Francesco Scarci)

(Self/Medieval Darkness - 2025)
Voto: 66

mercoledì 29 ottobre 2025

Fauna - Ochre & Ash

#FOR FANS OF: Atmospheric Black
With over twenty years of existence, the US-based band Fauna has created a trademark sound with its trance-inducing atmospheric black metal. Long compositions in this genre are not unusual, and this project has repeatedly shown that it is quite comfortable composing these sorts of tracks. Lyrically, the band is strongly influenced by atavism and shamanism, exploring the lost traits of humanity and the broken ties between humans and nature. This particular approach makes the band combine the fury of black metal with acoustic and ambience-inducing sections, creating strongly hypnotic songs.

Fauna’s previous albums, like 'Rain' or 'The Hunt,' are sonic proof of the project’s fondness for this mixture of influences, with a highly recognizable combination of acoustic sections, a good degree of ritual dissonance, and the furious Cascadian atmospheric black metal that is so revered in the scene. Contrary to other projects of the same genre, Fauna’s music is a bit more difficult to digest as it navigates between two worlds, which can confuse some listeners. The new opus, entitled 'Ochre & Ash,' delves deeper into this mixture, combining long and short tracks, where this ritualistic ambience reigns, as, for example, you will find in "Femoral Sun." These tracks are the calmer counterpart, yet their evocative and deeply dark nature makes them unsettling at times. This is explained by the concept behind the music, as Fauna goes a step further and invites the listener to a live ancient ritual where the life of hunters and cavemen is sonically depicted. The album is divided into three main parts, which consist of three long compositions and their ambient counterparts. The three main songs, which last between fifteen and twenty-three minutes, combine occasionally speedy and furious parts with sections whose cadence is less energetic.

The purely black metal parts indeed have these recognizable tremolo picking riffs and cavernous screams with the personal touch that Fauna always has. In any case, the compositions have a long build-up until the most ferocious parts appear. Fauna wants to submerge the listener in the sinister atmosphere of the cave and feel the oppressive atmosphere before the fury erupts. The contrast is sometimes unexpected, as it happens in tracks like "Labyrinths" or the long album-closer "Eternal Return," where the composition’s pace and intensity are suddenly increased. Nevertheless, the pace is usually more mid-tempo even in the pure black metal sections, as Fauna is primarily interested in creating this hypnotic ambiance rather than playing fast. This mid-tempo/slower cadence is clearly the main tool that this project uses to lure the listener and guide them through these ancient rituals, where the occasional speedy parts are the always unexpected violent side of nature that can surprise us.

'Ochre & Ash' by Fauna is another step in this project’s unique sound. Fauna’s music is not for everyone, as the albums are composed to be a one-piece ritual that requires a fully immersed listener. If you allow yourself to be drawn into this worship, this album can be a truly musical experience. (Alain González Artola)

(Prophecy Productions - 2025)
Score: 75

domenica 26 ottobre 2025

The Pit Tips

Francesco Scarci

Sunken - Lykke
Coroner - Dissonant Theory
Contemplations - S/t

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Alain González Artola

Bloodywood - Nu Delhi
Voskresenie - Black Triptych
Sepulchre - Psalms Unto Caesar

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Death8699

Cradle of Filth - The Screaming of the Valkyries
Eleine - Dancing In Hell
Testament - Para Bellum

venerdì 24 ottobre 2025

Zorn - Schwarz Metall

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal
Dalla Germania, una band che, si è formata nel 2000. Prima uscita ufficiale questo 'Schwarz Metall', un violento black metal, tenebroso e cupo (Darkthrone e vecchi Gorgoroth sono dei chiari punti di riferimento per i nostri), che pesca dal vecchio black metal norvegese. Un ritorno ai primi anni '90, le radici, lo stile è quello. Sembra di ascoltare un cd di quel decennio. Black metal, nessuna sperimentazione progressiva o altre fantasiose idee, semplice e diretto black metal, la rinascita di un sound oscuro e crudele. Queste otto tracce, suonate nell'arco di 30 minuti, sono nella loro semplicità, quello che spesso molti avranno avuto voglia di ascoltare, senza doversi sorbire arrangiamenti barocchi più adatti sicuramente ad altre cose. Nessuna menzione particolare, ogni componente della band fa quello che gli spetta nel modo più onesto possibile; il cantato, in tedesco, è al limite dello stridulo, ma è veramente efficace. Tutto l'odio di questa band è concentrato in queste tracce, il risultato è un' aggressione sonora devastante. Che dirvi di più, per un cd che si intitola Black Metal?

(Last Episode/Asatru Klangwerke - 2001/2012)
Voto: 70

mercoledì 22 ottobre 2025

Unto Others - I Believe In Halloween II

#PER CHI AMA: Dark/Gothic/Post Punk
Della serie "dolcetto o scherzetto", gli statunitensi Unto Others tornano con un EP che suona come un regalino per i propri fan. Era già accaduto nel 2021, in occasione di 'I Believe in Halloween', tornano oggi con un secondo capitolo, 'I Believe In Halloween II', un dischetto di cinque pezzi, tra cui due cover, una dei Misfits, l'altra dei Ramones. L'EP si apre con le ottime melodie di "They Came from Space" e un sound che si muove nei paraggi di un dark gothic fresco e melodico, che probabilmente poco aggiunge alle più recenti uscite del quartetto di Portland, ma per chi magari non li conoscesse, potrebbe essere un buon biglietto da visita per approcciare la band originaria dell'Oregon. Melodie orecchiabili, suoni andanti, buone vocals e una bella dose di energia. La medesima che si respira nella punkeggiante "What I Did...", una scheggia di 1 minuto e 45, tra galoppate anni '80 e qualche break in grado di regalarci qualche momento scanzonato. Lo stesso dicasi per la successiva "Robots", carina soprattutto per il suo coro e l'assolo funambolico nella seconda metà. Poi, ecco le due cover: "Halloween" dei Misfits, per altri due minuti di scorribande punk rock dedicate alla festa di zucca e fantasmi, in pieno stile eighties. E parlando di questi anni, non si poteva nemmeno rinunciare a "Pet Sematary" dei Ramones, una delle peggiori canzoni di sempre della band newyorkese, ma che qui viene riproposta in modo quasi più convincente dell'originale. Insomma, niente di nuovo all'orizzonte, solo una gran voglia di spensieratezza. (Francesco Scarci)

(Century Media - 2025)
Voto: 66

Kowloon - Invocation of Baekdu

#PER CHI AMA: Raw Black
Non potevo non scrivere una recensione su una band nord coreana, soprattutto alla luce della copertina ridicola del disco, di contenuti musicali al limite dell'indecenza, ma comunque di un fascino esotico sprigionato da una release che alla fine, non mi ha lasciato indifferente. Sto parlando dei 구룡 (che tradotto in inglese dovrebbe essere Kowloon, come il nome di una delle aree urbane di Hong Kong, chissà  poi se ci sia qualche attinenza) e del loro EP di debutto, '백두의 소환' (tradotto nell'inglese 'Invocation of Baekdu', dove quest'ultima rappresenta il nome della montagna sacra più alta della Corea del Nord). Il genere musicale proposto? Un raw black metal che sembra ricondurci indietro nel tempo di 35 anni, ai tempi delle prime uscite norvegesi di Mayhem e compagnia. Tre brani e nove efferati minuti di black metal crudissimo e registrato malissimo, con la band che ci tiene a sottolineare che lo studio di registrazione è stato utilizzato durante gli orari consentiti, rispettando rigorosamente le normative durante l'intero processo creativo e che le attrezzature sono di proprietà statale. Le chitarre sono invece taglienti e melodiche nel secondo brano, con un riffing acuminato che richiama Emperor e Dissection allo stesso tempo, e delle vocals straordinariamente buone. Ecco, se mettiamo da parte la copertina del disco, la pessima registrazione, la prima abominevole traccia, e il cantato in lingua madre, con questo secondo pezzo si assiste quasi a un miracolo. Con la terza song ci lasciamo infine braccare da un pirotecnico black/thrash strumentale che evoca ancora una volta gli spettri scandinavi degli anni '90. Chissà se alla fine questi Kowloon siano realmente un progetto nord coreano o una burla in stile Ghost Bath, fatto sta che andranno obbligatoriamente seguiti da molto vicino, giusto per capire se il regime li avrà nel frattempo eliminati per questo loro atto di ribellione nel rilasciare un disco black. (Francesco Scarci)

(Self - 2025)
Voto: 61