#PER CHI AMA: Post Black, Deafheaven |
Si può fare centro al primo colpo? Ascoltando l'album di debutto dei moscoviti L'Homme Absurde si direbbe quasi di si, considerato che la band si è formata solamente nel 2016 e in bacheca vanta già un EP e quest'album d'esordio intitolato 'Monsters'. Ovviamente i quattro russi non sono gli ultimi pivellini sbarcati nel mondo del music business, vantando pregresse esperienze in altre realtà quali Comatose Vigil, Who Dies in Siberian Slush o Mare Infinitum, creature che abbiamo già avuto modo di conoscere qui nel Pozzo dei Dannati. L'ensemble sforna otto pezzi dediti ad un post black prorompente che vede come unico punto debole, l'assenza di un batterista in carne ed ossa in formazione. Peculiare infatti la scelta di avere due chitarristi, basso e voce in line-up e lasciare ahimè alla finta elettronica, l'esecuzione di martellare come un fabbro a livello ritmico. Le song si succedono con un piglio vincente sin dall'opener "Sold", brano caratterizzato da buone melodie di fondo, uno screaming disperato, aperture meno spigolose e più votate ad un post rock d'atmosfera, corredate però da un drumming che tanto mi fa incazzare per asetticità quanto per la freddezza nei suoni che ne consegue. Un peccato veniale per carità, che mi sarei aspettato da ragazzini in erba e non da musicisti navigati come i nostri. Il disco prosegue nella sua attività tellurica con la stentorea "Villains", brano che oscilla tra feroci accelerazioni post black e digressioni dal sapore più spettrale, fino ad arrivare a rallentamenti più doomish nella seconda metà, prima di un assalto conclusivo in pieno stile Deafheaven. "Apathy" è un pezzo più calibrato nelle sue note iniziali, grazie ad un approccio più indirizzato verso lo shoegaze, almeno fino a quando il vocalist non fa la sua comparsa. Con le voci latrate di A. si induriscono infatti anche le linee di chitarra e la ritmica in toto, che tuttavia non trascende mai a velocità esasperate. Con "Disillusion" si torna a percorrere sentieri pericolosi, fatti di blast beat infuocati, chitarre in tremolo picking e urla disumane. Fortunatamente si trova un po' di quiete verso metà brano con un riffing più compassato che tenderà a salire d'intensità nel giro di una manciata di secondi. In "Wanderer" coesistono più umori: dalla classica calma prima della tempesta con suoni in stile Alcest, ci si muove verso strali di vorticose ed arrembanti cavalcate black, tra dinamici e dirompenti chiaroscuri ritmici. In "Strayed" le chitarre si fanno meno zanzarose anche se assistiamo alla consueta martellante ed estenuante corsa ritmica tipica del genere. Tuttavia ad un certo punto sembra quasi di scorgere il sound dei primi The Cure (o se preferite degli An Autumn for Crippled Children) in un paio di break acustici ben congeniati. "Escapist" è una traccia un po' più complicata da digerire, complici melodie più estranianti e dissonanti rispetto ai brani precedenti. Lo stesso dicasi della conclusiva "Wires", song più breve delle altre ma non per questo priva di saliscendi ritmici incalzanti. In conclusione, 'Monsters' si rivela sicuramente un buon album con le sue pecche ben evidenza, da colmare assolutamente (il drumming in testa!!), ma anche con punti di forza che lo rendono un album di piacevole ascolto ed i nostri una realtà da seguire con interesse. (Francesco Scarci)
(More Hate Productions - 2016)
Voto: 70