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#PER CHI AMA: Pagan/Folk Metal |
Uscito nel 2015 per la Epictural Productions e distribuito dalla leggendaria Season of Mist, l'album di debutto della one man band francese capitanata dal tutto fare Raido, già chitarrista dei Malevolentia, Karne e Ferriterium, sfodera una dignitosa prova districandosi nel ricco ed inflazionato sottobosco guerriero del fiero pagan folk metal. La combinazione di epic/speed/black metal con influenze folk provenienti da molte parti d'Europa, danno un'impronta di ampio respiro al cd, sottraendolo al facile dimenticatoio in cui finiscono poi molte band che propongono questa particolare commistione sonora. L'album ha un buon tiro e suona assai professionale, con una certa cura per i dettagli, per composizione e bilanciamento. 'Ordrag' alterna slanci epici ad innesti folklorici di matrice celtica, aggiungendo alcune galoppate nordiche tipiche dei territori finnici, ma anche suoni cari ai Cruachan, composizioni da colossal e musica sinfonica alla Bal Sagoth, anche se tutto l'insieme suona arcigno e guerrafondaio, ispirato dai canti gloriosi degli Ensiferum e dai cori battaglieri dei mitici Falkenbach. In tutto e per tutto devoto al verbo del folk senza compromessi, il disco non sposta mai l'ago della bilancia verso altri generi non allineati o consoni. Le cornamuse e l'apertura di "In the Shadow of Great Men" devono essere considerate come una gemma nel repertorio del musicista transalpino, in un brano che mette in risalto tutte le virtù di questo tipo di metal estremo. Il poliedrico brano permette all'ascoltatore di passare in scioltezza da un intro ambient dal tocco ancestrale ad una cavalcata mozzafiato di ispirazione Finntroll, con tanto di assolo in velocità, cori, voce e sezione ritmica con istigazione alla battaglia, tutto in una sola traccia, ove ben presto ci si rende conto di essere di fronte ad una vera e propria delizia. Aiutato da Max alla batteria e Robin al basso, il nostro oscuro bardo, suona egregiamente una miriade di strumenti provenienti dall'ambito etnico e in "Flavour of Victory" trova un equilibrio a dir poco perfetto, una simbiosi tra velocità e melodia che la dice lunga in fatto di fantasia compositiva e sensibilità sonora. "Wanderer Song" ci lancia fieri verso la ricerca di nuove lande da conquistare, mettendo in risalto un'orecchiabilità fluida all'interno di una compattezza sonora estrema, ove ogni nota infonde orgoglio e per cui non si ha mai la sensazione che qualcosa sia fuori posto. Concepito come un'opera sinfonica, il metal espresso dagli Heimsgard è accostabile per attitudine alle migliori creazioni dei Northland, ragionate però in un'ottica musicale ampia e orchestrale, dove il sound pagano si fonde con l'opera classica, maestosa e magistrale. L'album richiede tuttavia un ascolto impegnato e una buona conoscenza del genere per essere gustato appieno, per capire l'enorme sforzo creativo di questo artista e il valore della sua opera. La chiusura è affidata ad un outro dal sapore cortigiano che segna degnamente la fine di un lungo viaggio di conquista e la chiusura di un cd tutto da assaporare ad alto volume e ad occhi chiusi, lasciandosi trascinare in sentimenti antichi e guerrieri che il mondo di oggi non conosce più e neppure osa immaginare. Digipack dalla bella e suggestiva grafica, album notevole. Consigliato l'ascolto! (Bob Stoner)