#PER CHI AMA: Epic Black, Bathory, Windir |
Primo full lenght per i teutonici Firtan dal titolo 'Niedergang' (Declino), che rivela al mondo sommerso una nuova entusiasmante band che farà breccia tra i seguaci del black atmosferico. Otto tracce più intro per il combo di Lörrach, piccola cittadina nel sud della Germania. L'album si dischiude con l'acida "Angst", song nevrotica (soprattutto a livello vocale) che alterna sprazzi di eleganti atmosfere con sfuriate black a la Windir. Pagan, black, ambient e post sono solo alcuni degli ingredienti che costituiscono e caratterizzano il terzetto germanico che vede in alcune aperture al limite del sinfonico altri suoi punti di forza. La durata quasi mai eccessiva dei pezzi (fatto salvo per i nove minuti abbondanti della title track e gli otto minuti di "Huckup") contribuisce a rendere le melodie più facilmente memorizzabili. Le keys, posizionate come arrangiamento inizialmente solo in secondo piano (ma più avanti si riveleranno la vera colonna portante dei pezzi), conferiscono un'aura sinistra all'intero lavoro. "Hypnos & Thanatos" è uno splendido pezzo che si muove tra epiche cavalcate, interludi ambient e urla disumane. L'immagine che mi si configura davanti agli occhi è quella di pascoli verdi su sinuose colline, su cui si stagliano però minacciose nubi basse, cariche di pioggia. La lunga e già citata title track ha un che dei primi Alcest nel suo effluvio sonoro: arpeggi malinconici, lo screaming disperato di Phillip Thienger, il marziale incedere delle ritmiche e quel magniloquente suono delle tastiere, che devo ammettere aver catalizzato quasi interamente la mia attenzione, rendono alla fine la release dei nostri di più facile approccio anche per chi non mastica quotidianamente questo genere di sonorità. Fatto un piccolo sforzo iniziale, vi ritroverete coinvolti in eroiche battaglie, in cui le spade brandite volgono al cielo. "Zwischen Wahn und Sinn" è una song morbosa e cupa, in cui predomina la componente sinfonica, mentre la successiva "Seelenfänger" si propone con un mood decadente nella sua introduzione, guerresco e corale nella parte centrale, in cui nuovamente sono le tastiere ad assurgere ormai al ruolo di protagoniste indiscusse del lavoro. La forza brutale del black riesce a trovar sfogo in una breve tempesta sonora, prima che le acque possano trovare la loro tranquillità. Tranquillità che viene spezzata dalla furia dilagante di "Wogen der Trauer", la traccia più brutale del lotto, in cui ad emergere fortissimamente nelle sue ritmiche pagane, sono nuovamente i Windir. Passando oltre la breve e strumentale "Oneiros", arriviamo alla conclusiva e tragica "Huckup": bucolico l'inizio affidato all'acustica, prima che la componente elettrica subentri inneggiando alla guerra. Se solo accanto alle screaming vocals ci fossimo trovati anche una componente vocale declamata o pulita, forse oggi starei parlando di capolavoro. Per ora mi accontento di un signor album che farà la gioia di coloro che trovano giovamento nell'ascolto dei Bathory più epici, degli Agalloch o dei più volte citati Windir. Firtan, un nuovo nome da inserire nel vostro sempre più folto taccuino, ma credo ne valga davvero la pena. (Francesco Scarci)
(Self - 2014)
Voto: 75