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lunedì 21 luglio 2025

Black Sabbath - Tokyo Heaven - Japan Broadcast 1980

#PER CHI AMA: Heavy/Doom
18 Novembre 1980, Heaven and hell tour, leg asiatica. Un broadcast radiofonico sgraziato ma significativamente transizionale, tra l'impudico 'Live at Last' e lo strabordante 'Live Evil'. Giorni duri quelli. Giorni che di 'Mob Rules' esiste soltanto la title track, peraltro fuori scaletta, giorni che Vinnie Appice ha rimpiazzato Bill "Etilometro" Ward da poche settimane, e ancora non sa bene come muovere le bacchette e si capisce qua ("Sweet Leaf") e là ("Heaven and Hell"). Giorni che sanno di sushi rancido, giorni che Tony Iommi cambia colore quando sale sul palco e poi corre a vomitare dopo meno di un'ora. Esordio catacombale e quintessenzialmente ozzy-sabbathiano ("Supertzar" plus una cupissima "War Pigs") in evidente contrapposizione al tiro tastierosamente cosmic riscontrabile l'anno dopo in 'Live Evil' ("E5150" plus "Neon Knights"). R-J-D da contratto deve fare i conti col famigerato R.M.O., il "Raglio Metallico Osbourniano". Ancora non ha in repertorio né "War Pigs" né "Black Sabbath", ma cerca (in "Iron Man") e trova (in "Sweet Leaf") una prima interessante personalizzazione. L'assolo di V.A. in "Sweet Leaf" è muscolare ma, a tratti, scomposto. "Heaven and Hell" occhieggia con la jam di "Fools" (Deep purple) ma finisce per autodilavarsi in una sbrodolata, con la timbrica più simile a quella di un carburatore in uno straccio che a quella di un basso elettrico, e che non regge il confronto con la sua naturale evoluzione "Heaven / Southern Cross" codificata magistralmente in 'Live Evil'. Il giudizio finale si riferisce alla rilevanza storica del documento e non tiene conto, per esempio, della sciatteria dell'operazione né del nome tristemente goliardico della casa discografica responsabile di quest'operazione. (Alberto Calorosi)