#PER CHI AMA: Brutal Techno Death, Folk |
E adesso come la mettiamo con la definizione da dare al genere proposto da questi quattro folli musicisti delle Dolomiti bellunesi? Partiamo allora da un po’ più lontano: avevo già avuto modo di apprezzare il precedente lavoro di techno death, datato 2007, della band veneta e quello che oggi devo recensire parte esattamente da quel “CreHated From No_Thing”, che si configurava come un concentrato di death metal ultra tecnico e brutale, scevro da alcun tipo di contaminazione; nel frattempo le cose sono un po’ mutate, a partire dal look della band (di stampo montanaro), per proseguire con una vena assai sperimentale dei nostri mai palesata prima d’ora. La spina dorsale del sound dei Delirium X Tremens continua certo a rimanere il techno death degli esordi, sempre potente (complice una produzione spettacolare), preciso e tagliente, inserendo però nel contesto brutale delle songs, alcuni elementi addizionali di stampo patriottico - folcloristico, capaci di rendere la proposta del combo bellunese assai intrigante e mi verrebbe da dire unica. Se il feeling che ho percepito nell’ascolto dei primi tre brani è lo stesso che infuse in me l’ascolto 20 anni fa di “The Key” dei Nocturnus, con la quarta “Artiglieria Alpina” non si può che rimanere stupefatti di fronte alla proposta dei nostri: “Al comando dei nostri ufficiali, combatteremo fucile alla mano. Difenderemo il suolo italiano, onore alpino nella storia vivrà”. L’eco del coro alpino echeggia nell’aria e mi sembra di essere tornato indietro di 15 anni, quando mi misi a disposizione dell’arma sulle montagne friulane. E cosi sparandoci in faccia dei killer riffs di puro death metal, ecco i nostri parlare della Prima Guerra Mondiale o del Vajont, con il cantato in growling (comprensibilissimo) italiano a ricordarmi la performance degli Spite Extreme Wing. Sono conquistato dalla proposta coraggiosa dell’act di Belluno, mai avrei pensato in vita mia di trovarmi di fronte ad una sorta di death metal alpino. Giusto un pezzo strumentale “The Guardian” a tramortirci e poi un coro gregoriano apre la dinamitarda “33 Days of Pontificate” a ricordarci invece che i nostri “montanari” continuano a suonare musica estrema e di non lasciarci fuorviare dalla vena troppo sperimentale di questo lavoro. I Delirium X Tremens continuano a fare male, con ritmiche violente, veloci, massicce; non importa poi se nel bel mezzo di un brano compare improvvisamente una parte atmosferica, un coro alpino o un canto gregoriano, un inserto di tastiera aliena, o un assolo da urlo, echi bucolici o una fisarmonica schizoide: i nostri baldi giovani si rivelano ispiratissimi e costantemente carichi di rabbia, in grado di incanalare brillantemente tutta la sperimentazione che è mancata nei precedenti lavori, in questa nuova geniale opera, la cui importanza (sicuramente legata alle tematiche) è avvallata anche dal patrocinio della Provincia di Belluno – Dolomiti. Che dire, se non che l’ascolto di questo cd è consigliatissimo per tutti coloro che seguono la scena estrema e anche e soprattutto per tutti gli impavidi amanti della sperimentazione. In onore alla memoria. Valorosi! (Francesco Scarci)
(Punishment 18 Records)
Voto: 80