#PER CHI AMA: Sludge, Post Metal, Isis |
L’attivissima etichetta Slow Burn Records ha dato alle stampe lo scorso dicembre al full lenght di debutto dei russi Steny Lda (il cui significato è “Muri di Ghiaccio”). La proposta dell’act sovietico (non mi è dato di sapere il numero e il nome dei membri della band), è in linea con le proposte della sub label della Solitude Productions, ossia un post metal/sludge che a parte le ultime due tracce, è da considerarsi un disco meramente strumentale e proprio qui risiede il punto debole di un disco che avrebbe potuto meritare un voto molto più alto se solo una giusta voce avesse completato l’opera. Questo si evince dalla necessità di completare qualcosa di estremamente strutturato, insomma come la vedreste voi se gli Isis avessero suonato esclusivamente senza il cantato caldo e selvaggio del buon Aaron Turner? Io non molto bene, in quanto le vocals a mio avviso costituiscono un vero e proprio strumento a disposizione della band, per conferire maggiore personalità o dinamismo ad un disco. E questo “Steny Lda”, per quanto sia un cd che a me piace, trova la sua pecca nella mancanza di quelle vocals che avrebbero potuto donare una maggiore dinamicità ad un disco che è tuttavia in grado di offrire buoni spunti a livello musicale. E dire che gli ingredienti per fare il botto ci sono tutti: ritmiche in pieno stile sludge (ottima “O-M-G”) si avvicendano con atmosfere più soffuse, tipiche del post rock, quasi a voler tributare i Mogway (ascoltate “0-5-7”), con i loro passaggi delicati e a tratti ripetitivi, quasi una sorta di ninna nanna che ci spinge verso una dimensione più onirica. Ma è poi la componente elettrica a riemergere più preponderante come nella successiva “H-M-T”, che a parte riproporre le urla già trovate in “O-M-G”, viaggia sui binari del post metal melodico sospinto da una forte vena malinconica. Le fastidiose urla del vocalist tornano anche in “C-O-W” (quanto mi piacerebbe conoscere il significato di questi simboli e numeri), mentre la settima “C-W-B” mostra un sound più vicino a Mastodon e Baroness, con delle ritmiche grooveggianti dal forte flavour sudista. Ma ancora una volta è il piglio post rock depressivo a riemergere con finalmente un cantato “normale” (tuttavia da rivedere in quanto poco espressivo), cosi come pure nell’ultima “1-0” che chiude un disco che per quanto possa risultare interessante, mi lascia comunque con l’amaro in bocca, per tutte quelle potenzialità ahimè inespresse. Rimango in attesa di un come back discografico per prendere una posizione più definita per ciò che concerne questi Steny Lda. Nel frattempo godiamoci questo debutto, che “del domani non v’è certezza” (Francesco Scarci)
(SlowBurn Records)
Voto: 70
Voto: 70