Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Steny Lda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Steny Lda. Mostra tutti i post

sabato 20 settembre 2014

Steny Lda - Beloe Bezmolvie / White Silence

#PER CHI AMA: Post/Sludge, Isis, Russian Circles
Cosa aspettarsi da un album intitolato “Silenzio Bianco”, da una band il cui nome significa “Muro di Ghiaccio”, e il cui, peraltro splendido, artwork mette in fila fotografie di mari ghiacciati e iceberg, rigorosamente in bianco e nero? Detto che ogni informazione supplementare bisogna sudarsela, essendo tutto (dal nome della band a i titoli dei brani e alle note di copertina) scritto in cirillico, vado in cerca di approfondimenti e trovo la recensione che il buon Franz fece dell’esordio del quintetto russo, datato 2010, allora promosso con riserva. Schiaccio play e vengo investito dall'equivalente musicale di una tempesta artica: muri di chitarre post hardcore e ritmiche serratissime, intervallate da momenti più riflessivi di stampo post rock e quindi nuove accelerazioni maestose, sottolineate da tastiere solenni e vocals sofferte e furibonde. Una bomba. Peccato che il resto del programma mantenga solo in parte le promesse fatte nei cinque minuti furiosi e drammatici del primo brano, “Fordevind”. Già, perché da qui in poi, gli Steny Lda propongono un post/sludge dalle forti componenti cinematiche ma che perde molto potenziale allorché decide, e lo fa per buona parte del programma, di rimanere soltanto strumentale. Come già rilevato nell'esordio, anche qui infatti l’impressione è che molte delle potenzialità della band vengano meno quando non supportate adeguatamente dalla voce. I tre brani successivi, infatti, mettono in fila in maniera diligente tutto l’armamentario classico del genere, come insegnato negli anni da gente come Isis e Russian Circles, il tutto incastonato sullo sfondo di quello che, come suggeriscono i titoli, sembra essere il tema portante del lavoro, ovvero il ghiaccio. Peccato che la personalità avvertita nel pezzo di apertura qui si perda e così diventa davvero difficile distinguere l’incedere lento dei 10 minuti di “Ice Storm, The Earth Ball” da quello di un qualsiasi altro brano prodotto da una delle tante band post/sludge strumentali. Quando sembra che le cose debbano incanalarsi per il peggio, ecco però che l’album sterza decisamente a partire dalla traccia numero 5 “Drifting Icebergs in the Fog, Causing Destruction and Destruction “ (metto solo la traduzione dei titoli, che già sono lunghi di loro...) che, guarda caso, vede il ritorno delle voci che innalzano immediatamente l’asticella dell’intensità emotiva. Intensità che i cinque riescono a mantenere alta più o meno fino al termine dei 12 minuti della conclusiva “Cold Earth” (quando si dice avere un chiodo fisso...), dove veniamo salutati dal suono di un vento gelido che spazza le lande desolate del nostro animo. Alcune cose ottime, altre decisamente meno. La direzione è giusta, adesso sta a loro imboccare con più decisione il bivio, sperando che facciano la scelta migliore. Adesso però vado a mettermi un maglione pesante. (Mauro Catena)

(Slow Burn Records - 2014)
Voto: 70

domenica 29 maggio 2011

Steny Lda - Steny Lda

#PER CHI AMA: Sludge, Post Metal, Isis
L’attivissima etichetta Slow Burn Records ha dato alle stampe lo scorso dicembre al full lenght di debutto dei russi Steny Lda (il cui significato è “Muri di Ghiaccio”). La proposta dell’act sovietico (non mi è dato di sapere il numero e il nome dei membri della band), è in linea con le proposte della sub label della Solitude Productions, ossia un post metal/sludge che a parte le ultime due tracce, è da considerarsi un disco meramente strumentale e proprio qui risiede il punto debole di un disco che avrebbe potuto meritare un voto molto più alto se solo una giusta voce avesse completato l’opera. Questo si evince dalla necessità di completare qualcosa di estremamente strutturato, insomma come la vedreste voi se gli Isis avessero suonato esclusivamente senza il cantato caldo e selvaggio del buon Aaron Turner? Io non molto bene, in quanto le vocals a mio avviso costituiscono un vero e proprio strumento a disposizione della band, per conferire maggiore personalità o dinamismo ad un disco. E questo “Steny Lda”, per quanto sia un cd che a me piace, trova la sua pecca nella mancanza di quelle vocals che avrebbero potuto donare una maggiore dinamicità ad un disco che è tuttavia in grado di offrire buoni spunti a livello musicale. E dire che gli ingredienti per fare il botto ci sono tutti: ritmiche in pieno stile sludge (ottima “O-M-G”) si avvicendano con atmosfere più soffuse, tipiche del post rock, quasi a voler tributare i Mogway (ascoltate “0-5-7”), con i loro passaggi delicati e a tratti ripetitivi, quasi una sorta di ninna nanna che ci spinge verso una dimensione più onirica. Ma è poi la componente elettrica a riemergere più preponderante come nella successiva “H-M-T”, che a parte riproporre le urla già trovate in “O-M-G”, viaggia sui binari del post metal melodico sospinto da una forte vena malinconica. Le fastidiose urla del vocalist tornano anche in “C-O-W” (quanto mi piacerebbe conoscere il significato di questi simboli e numeri), mentre la settima “C-W-B” mostra un sound più vicino a Mastodon e Baroness, con delle ritmiche grooveggianti dal forte flavour sudista. Ma ancora una volta è il piglio post rock depressivo a riemergere con finalmente un cantato “normale” (tuttavia da rivedere in quanto poco espressivo), cosi come pure nell’ultima “1-0” che chiude un disco che per quanto possa risultare interessante, mi lascia comunque con l’amaro in bocca, per tutte quelle potenzialità ahimè inespresse. Rimango in attesa di un come back discografico per prendere una posizione più definita per ciò che concerne questi Steny Lda. Nel frattempo godiamoci questo debutto, che “del domani non v’è certezza” (Francesco Scarci)

(SlowBurn Records)
Voto: 70