Della serie “A volte ritornano” hanno fatto la ricomparsa sulle scene, dopo ben 10 anni di silenzio, gli italiani Dominance. Era infatti il 1999 quando i nostri esordirono con “Anthems of Ancient Splendour”, platter di musica estrema(mente) elaborata che raccoglieva influenze provenienti dal gothic, black e death. Nel 2009 quel ricordo nulla esiste più: i Dominance di “Echoes of Human Decay” sono un’altra band, ben più estrema di quella che calcava le scene nello scorso decennio. Diciamo che l’influenza di base per il combo italico, deriva ora dal death brutale di stampo americano, per ciò che concerne ritmiche, vocals ed estremismi sonori. Violenza, brutalità, rabbia contraddistinguono la prima parte dei brani con chitarre monolitiche, vocals cavernose, blast beat a ripetizione e ciò, ahimè, rappresenta il limite del quintetto emiliano, in quanto tutto ciò è già stato scritto e proposto dai grandi act statunitensi, Morbid Angel (“Primordial” è quasi un plagio) e Malevolent Creation, su tutti. Ciò che più mi lascia sorpreso sono invece gli assoli: seppur assai brevi (ed è un vero peccato), sono freschi, melodici, originali, dinamici e l’alternarsi preciso tra le due asce non fa altro che accentuare questo aspetto positivo nella costituzione dei brani; peccato poi tutto acquisti quest’aura di sentito e stra-risentito. Le possibilità di far meglio e ritagliarsi uno spazio all’interno di una scena sempre più satura ci sono tutte, soprattutto se si è dei veterani come i nostri, che ormai sulle scene ci sono da un ventennio. Da risentire! (Francesco Scarci)
(Kolony Records)
Voto: 65
Voto: 65