Se pensate che recensire 3 tracce possa essere una passeggiata, beh non vi siete mai trovati a dover fronteggiare un lavoro come quello dei russi Septic Mind, dove il minutaggio medio si aggira malauguratamente sui 20 minuti, non proprio facili da digerire. Il lungo trittico si apre con la lugubre title track: 20 minuti in cui l’angoscia più profonda si impossessa da subito della nostra anima avvolgendola come una strisciante nebbia potrebbe ingoiare una città. Pesantezza è la parola d’ordine del combo di Tver, che con questo “The Beginning” giunge al secondo lavoro dopo il debutto autoprodotto del 2008, ma non solo la pesantezza la fa da padrone qui perché l’etichette che gli si potrebbero appiccicare sono tra le più disparate se rimaniamo in territori di negatività assoluta: disperazione, tristezza, sconforto totale e autodistruzione sono solo alcuni degli aggettivi affibbiabili a questa affascinante release. Potrei andare avanti aggiungendo claustrofobia, rassegnazione e disorientamento chiudendo qui la mia recensione, perché tale è lo sgomento fomentato dai suoni malsani provenienti dal duo composto da Michael e Alexander. E la Solitude Production, che con queste sonorità ci va giustamente a nozze, ha pensato bene di assoldare l’ennesima band di funeral doom nel suo rooster e rilasciare un album che è destinato a lasciare una breccia solo nel cuore di una ristrettissima ed elitaria schiera di metal fan. Eh si perché le sonorità cosi pachidermiche, ridondanti e ipnotiche contenute in queste tre tracce, sono veramente destinate a pochi intimi. Tuttavia il giudizio per l’act russo, che trae sicuramente ispirazione dal sound degli inglesi Esoteric, è più che positivo. Certo “The Beginning” non è un cd che si può ascoltare ovunque, in macchina è sicuramente sconsigliato a meno che non abbiate tendenze suicide, ma sicuramente se aveste voglia di rilassarvi su un letto con un bel paio di cuffie nelle orecchie, credo che la corposità dei suoni ivi contenuti, possa eccitare non poco le vostre sinapsi cerebrali. Le atmosfere create dai lunghi loop chitarristici del buon Sasha di sicuro turberanno i vostri sonni fin qui tranquilli; la seconda “The Misleading” vi ipnotizzerà con i suoi irrequieti inserti noise (che costituiscono i primi 6 minuti della traccia!!), anche se poi i rimanenti 12 minuti malinconici (per non dire strappa lacrime) non siano quanto più semplice da ascoltare. Del growling profondo di Michael qui troverete un’esigua presenza, quasi a donare un tocco di “sacralità” alla canzone. Capisco perfettamente che sacralità e growling non vadano proprio a braccetto però vi garantisco che in questo contesto la cosa risulta calzante. Con i conclusivi 22 minuti di “The Ones Who Left This World” (Allegria!!!) i lenti cingoli del panzer Septic Mind sono pronti a darci il colpo di grazia. La song è ancora più cupa delle precedenti e dire che pensavo di aver toccato il fondo dell’abisso fin da subito, ma qui i nostri superano se stessi e con suoni che vanno ben oltre alla definizione di funeral, ci ammorbano fino a portarci alla disperazione eterna. Buon lavoro per il sottoscritto, peccato solo sia di difficile fruibilità per tutti, sicuramente un ascolto lo merita per la curiosità di capire di capire se esistono davvero dei limiti nella musica o se, giunti sul fondo del precipizio, dobbiamo essere pronti a scavare… (Francesco Scarci)
(Solitude Productions)
Voto: 70
Voto: 70