Tornano i Dark End, con il loro secondo lavoro, dopo il loro discreto debutto, "Damned Woman and a Carcass". Bene, diciamo subito che da quel primo acerbo album, concentrato di black death melodico vampiresco dalle tinte sinfoniche, poche differenze si colgono, se non una certa maturazione nel song writing; per il resto, la proposta del sestetto emiliano, viaggia sulle medesime coordinate stilistiche del precedente cd. L’apertura è affidata ad un inquietantissimo “Pater Noster” un po’ rivisto nella sua recita al limite della satanica litania, che lascia ben presto posto al black sinfonico, perennemente influenzato dalla band di Dani Filth e soci (periodo “Cruelty and the Beast”), di “Mater Terribilis”, song dalle raffinate orchestrazioni e da un uso ben dosato delle tastiere. “A Bizarre Alchemical Practice” cela nel suo interno una lunga parte cantata in italiano che ha rievocato nella mia mente quei 2 pezzi, sempre cantati in italiano, contenuti nell’album di debutto degli Aborym, da brividi. Decisamente i Cradle of Filth rimangono il punto di riferimento della band nostrana, per quella ricerca costante di atmosfere orrorifiche e per quel suo riffing, non certo originalissimo, ma che comunque al giorno d’oggi ben poche band sanno eseguire. Eh si perché, cari amici, il black sinfonico non fa più tendenza come nella metà degli anni ’90 e quindi ascoltare ogni tanto dischi di questo tipo (ricordo che in Italia esistono anche i veronesi Riul Doamnei a cimentarsi in questo genere di sonorità) non fa altro che alleviare la mia sofferenza per la perdita di quello che da sempre è stato il mio genere preferito. I nostri proseguono nel loro cammino, martellando selvaggiamente l’ascoltatore con ritmiche tirate, inframmezzi acustici gotico vampireschi e da qualche pomposa orchestrazione e, udite udite, da assoli di scuola tipicamente heavy. Rispetto al debutto, di sicuro è sparita la componente più progressive lasciando esclusivamente spazio alla malvagità di suoni black, coadiuvate da una produzione pulita e da una componente tecnica medio alta. Se a ciò aggiungiamo anche che le liriche del cd ruotano intorno ad un concept legato agli assassinii compiuti dalle serial killer donne nel corso delle varie epoche storiche, la release in questione acquista ancora più fascino. Altro passo in avanti verso la maturazione, ma ci vuole ancora tempo, sudore, tanto lavoro e pazienza, ma sono convinto che ci sarà chi come me, apprezzerà non poco questa tipologia di proposta musicale. Avanti cosi! (Francesco Scarci)
(Crash & Burn Records)
Voto: 70
Voto: 70