“O la va o la spacca” devono aver pensato gli Aneurysm, una delle band più sottovalutate e sfortunate della storia metal nostrana, dopo aver confezionato questo loro nuovo terzo lavoro, dove i nostri questa volta l’hanno combinata davvero grossa. No, non temete, non prendetela con l’accezione negativa che di solito questa affermazione può avere, bensì estremamente positiva. “Archaic Life Form” rappresenta infatti un bel balzo in avanti infatti rispetto al precedente “Shades”, che non era affatto male come album, ma che mostrava ancora qualche lacuna in chiave compositiva da parte del combo veneto. Con questa nuova release invece, targata Kreative Klan Records, il quintetto veronese sfodera una prova brillante, sviluppando la propria musica su un concept album ambientato in mondo futuristico in cui l’essere umano si è estinto e le macchine popolano il pianeta, clonando l’uomo per studiare le proprie origini ma, scoperta la debolezza dei sentimenti, il progetto viene abortito. Certo io ne ho riassunto drasticamente i contenuti, ma vi garantisco che i testi si rivelano assai interessanti, cosi come la proposta musicale del resto. Il sound dei nostri, poggia costantemente su basi techno thrash fin dall’iniziale “The Clear Obscure”, che apre con una ritmica schiacciasassi, per essere interrotta solamente dalle vocals di Gianmaria Carneri; la produzione è decisamente bombastica, cosa che si rende assolutamente necessaria per rendere maggiormente fruibile l’ascolto dei campionamenti di varia natura inseriti, capaci di rendere il risultato finale assai appetibile e vario. La song risulta quindi una mistura tra aggressività, forti dosi di melodia, un elevato tasso tecnico e un sacco di stacchi cyber metal; se dovessi fare un paragone, mi verrebbe da dire che i Nevermore incontrano gli Anacrusis, suonando in stile Fear Factory, non male vero? Andiamo oltre con “The Missing Element”, dove un plauso va fatto innanzitutto alla voce di Gianmaria, migliorata enormemente rispetto al passato, dotata di una personalissima timbrica vocale, mentre la musica è un flusso di vibranti emozioni caratterizzate dal costante dualismo tra potenza e melodia. “Agent One” mostra i nostri suonare in una chiave più cyber/industrial con una serie di elementi disorientanti di sottofondo capaci realmente di trasportarci con la mente in questo immaginario mondo del futuro, mentre la sezione ritmica picchia come un ossesso e le asce sfoderano spietati killer riff. Intriganti, aggressivi e creativi, questa nuova veste degli Aneurysm mi piace un sacco e le successive “Last Farewell” (dove compaiono tra l’altro reminiscenze di scuola Meshuggah) e “Angel” (song assai malinconica, aperta da nostalgici tocchi di pianoforte e la voce di Gianmaria non può che ricordare il buon Serj Tankian) continuano a stupirmi per la loro sofisticata e intelligente personalità. Il suono di una sirena annuncia “Anomaly” e qui gli echi musicali ci riportano inizialmente ai The Kovenant, ma poi la band intraprende il proprio personalissimo percorso infarcendo la song di “anomalie”, ossia l’effetto di salto del disco come se fosse sporco, tanto da indurmi a controllare più volte se la polvere si sia depositata sulla lucida superficie del cd, ma si tratta solamente di uno scherzo giocato dall’ensemble per obbligare la mia mente a ripetere tutti questi loop anomali. È poi la volta di “Postulates” una song che viaggia a cavallo tra reminiscenze thrashcore e il suono cibernetico che caratterizza gli Aneurysm del 2011. Chiudono il cd “The Great System” e “Progeneration/Deactivation”, che sanciscono l’incredibile livello di maturità tecnico-compositivo raggiunto da questa nuova release. Non far proprio questo lavoro sarebbe uno scellerato delitto quindi datevi da fare e fatelo vostro. La sorpresa di questo 2011? Lo spero proprio, intanto in bocca al lupo! (Francesco Scarci)
(Kreative Klan Records)
Voto: 85
Voto: 85