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#PER CHI AMA: Black/Death Mediterraneo, Janvs |
Venezia: oggi forse la città più famosa al mondo, in passato simbolo di raffinatezza nel XVIII secolo, città assoluta padrona dei mari ai tempi delle Repubbliche Marinare. Oggi Venezia viene celebrata dai Foret d'Orient, figli orgogliosi di quella leggendaria terra di Dogi, abili marinai, grandi artisti e commercianti. 'Venetia' è il titolo appunto del full length di debutto del quartetto di amici che abbiamo già avuto modo di conoscere con il loro EP, 'Essedvm' e anche dal vivo in una intervista radiofonica. I Foret d'Orient tornano con un sound un po' rinnovato rispetto agli esordi. Levatisi di torno l'aura magica che ricordava i Nihili Locus, oggi, con una maggior consapevolezza nei propri mezzi, il quartetto veneto propone sette tracce che probabilmente appariranno di primo acchito, meno ricercate che in passato, ove il sound era ancorato a un black atmosferico a tratti barocco. Ascoltando "A Reitia", la traccia dedicata a una divinità venerata dagli antichi Veneti, ci troviamo di fronte un sound più secco, che potrebbe richiamare gli Janvs o gli Spite Extreme Wing, anche se a differenza delle band di Matteo Barelli, la componente mediterranea qui si conferma assai presente nella matrice musicale dei nostri, grazie alla presenza dell'arpa di Sonia Dainese, che riesce a dare alla musica dell'ensemble veneziano più ampio respiro, grazie alle sue suggestive orchestrazioni. "Dal Mare alla Terra" ha un selvaggio attacco black su cui si stagliano le mastodontiche e cavernose vocals di Roberto Catto che esaltano, ovviamente, la grandezza della Repubblica di San Marco. La ritmica è convulsa, largo spazio viene lasciato al basso di Marco Barolo e al drumming funambolico di Emiliano Rigon. Pregevole l'assolo di Marino De Angeli, che non è invece un membro ufficiale della band, pur avendo suonato tutte le chitarre sul disco. Con "Lepanto", i nostri celebrano la battaglia navale omonima che vide opposte le flotte dell'impero Ottomano a quelle Cristiane (costituite da spagnoli, veneziani, genovesi e forze dello Stato Pontificio). La song è una descrizione, ovviamente in italiano (come tutto il disco d'altro canto), di quelle ore di violenza in cui il Leone di Venezia si distinse per la forza delle sue galee che diedero la vittoria alla coalizione cristiana. La musica sembra seguire la descrizione di quegli eventi in un saliscendi emozionale tra ruggiti di chitarra, arpeggi e delicati tocchi di pianoforte. "Sogno de Vis" è una splendida song che vede la presenza di una forte componente sinfonico barocca al suo interno, ove sembra di essere d'improvviso immersi in suoni del '700 con tanto di spinetta e archi. La traccia narra poi le vicende dell'isola di Lissa, che faceva parte della Repubblica di Venezia ma dopo la Seconda Guerra Mondiale, venne invece inglobata nella Jugoslavia. "Dominio da Mar" è dirompente nella sua serratissima ritmica ammorbidita da delicati tocchi di arpa e da uno splendido break centrale in cui compare come guest vocalist, l'epico e "arcturiano" Luca Grandinetti dei Fearbringer (in realtà presente in 4 tracce su 7). La band si muove qui (e negli altri pezzi) in frequenti cambi ritmici assai tecnici, di cui vorrei sottolineare ancora una volta l'importanza affidata al basso metallico di Marco. Il gran finale è una splendida sorpresa, affidata com'è ad "Adagio in Sol Minore", un pezzo famosissimo del compositore veneziano Tomaso Albinoni (noto per essere stata colonna sonora di film, o la base di in un vecchio brano di Mina, musica per cartoni animati o videogames). Il risultato, qui riarrangiato da Antarktica con le parti di arpa suonate dalla brava Sonia, è semplicemente da applausi, da pelle d'oca. Insomma 'Venetia' è un inno all'immenso patrimonio culturale di Venezia, alle sue tradizioni e al suo popolo che si sente (giustamente) fiero delle proprie origini. (Francesco Scarci)
(Self - 2015)
Voto: 80