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domenica 22 novembre 2015

Omertà - Crown of Seven

#PER CHI AMA: Stoner Rock/Alternative, Motorpsycho, Karma to Burn
Gli Omertà, a dispetto del significato del loro moniker nella lingua italiana, sanno come fare rumore, vogliono farsi sentire, deliziare le orecchie di chi ascolta e mostrare le loro grandi doti musicali. Gli Omertà, sebbene il nome latino, arrivano da Riga capitale della Lettonia, sono giovani e nel 2015 hanno fatto uscire un album tutto da ascoltare. 'Crown of Seven' è un disco interamente strumentale e consta, ovviamente, di sette brani funambolici guidati da un chitarrista (Renars Lazda) pieno di risorse e capacità da vendere. La chitarra è l'assoluta protagonista in ogni brano, lanciandosi in spericolate acrobazie sonore che prendono spunto dallo stoner dei Karma to Burn, da certo metal stile ultimi Megadeth, e da strutture noise rock alla Steve Albini, con una matrice dura ma inevitabilmente magnetica e cinematica. Il suono, potente ed equilibrato, è ben supportato dalla sezione ritmica che vede in Eduard Bekeris al basso ed Einars Latisevs alla batteria, gli altri due elementi che completano il trio, e si muove possente tra le mille influenze della band, tra echi di moderno blues alla Firebird e cavalcate stoner, assoli sparsi ovunque, alta velocità di esecuzione e una propensione per brani lunghi con evoluzioni in senso progressivo e pesantezza alla maniera dei già citati Karma to Burn, con un che, a livello di tiro, comparabile ai Black Tusk, immaginandoli senza parti cantate. Proprio l'assenza di parti cantate confina gli Omertà in territori in cui si trovano band appetibili solo da intenditori e da chi è alla ricerca di ascolti impegnativi. Detto questo potrei aggiungere che l'album, anche se godibilissimo all'ascolto, risulta per la tanta tecnica esposta, assai sofisticato e necessita di vari passaggi per essere apprezzato a fondo. Fin dalle prime battute del disco si nota comunque, a livello compositivo, una buona dose di personalità, ma va ascoltato attentamente. Prodotto in maniera praticamente perfetta, il sound saltella qua e là tra metal, noise e stoner rock, con una miriade di riff granitici, moderni ed intelligenti, una strana dose adrenalinica di post rock e, dopo averli visti live su youtube (andateveli a cercare), mi rendo conto che dentro la musica degli Omertà si nascondono tracce di una band leggendaria che spesso si tende a dimenticare, i Motorpsycho (quelli di 'Feedtime in Demon Box', per intenderci). Questa band, dall'approccio metal molto easy e alternativo, merita molto rispetto e il loro 'Crown of Seven' è alla fine un'ottima medicina per curare la mia costante voglia di musica nuova. Da non perdere! (Bob Stoner)

(Self - 2015)
Voto: 80