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mercoledì 29 maggio 2024

Trail of Tears - Winds of Disdain

#PER CHI AMA: Symph Death
Toh, chi si rivede? Dopo oltre dieci anni di silenzio in cui la band si era addirittura sciolta, ritornano sulle scene i norvegesi Trial of Tears, band che si era accodata a un genere, il gothic symph death, tanto in voga a fine anni '90, con band del calibro di Tristania, Theatre of Tragedy o primi The Gathering. Parecchi album positivi, fino al canto del cigno, quell''Oscillation' con cui avevano dato addio alla scena. Oggi, i sei scandinavi tornano, dopo qualche cambio di line-up, e sembrano essere più determinati che mai, con un disco bello tosto a livello ritmico, e le chitarre dell'opener "Winds of Disdain", title track dell'album, sembrano dimostrarcelo con un riffing robusto a cavallo tra il thrash e il death metal, l'immancabile vocione di Ronny Thorsen (ex Blood Red Throne), questa volta accompagnato dall'eteree vocals della gentil donzella di turno, la catalana Ailyn, ex Sirenia, e sempre ottime melodie, che trovano conferma anche nella successiva "Take These Tears", il brano più breve dei quattro, ma forse anche quello che meglio si ficca nella testa, complice anche un brillante assolo conclusivo. Si passa poi a "No Colours Left", apparentemente più ruffiana, ma il growling minaccioso del buon Ronny ristabilisce quei toni aspri che abbiamo avuto modo di apprezzare nelle prime due song. Poi ovviamente, come il genere vuole, ecco a far da contraltare la splendida voce da soprano di Ailyn, ma il riffing è bello bastardo (a tratti, al limite del black), con la song che si muove tra continui cambi di tempo che ne rendono l'ascolto piuttosto vario e interessante, con il comparto solistico a farla da padrone ancora una volta, quasi a riportarmi ai fasti di un tempo. Chiaro poi, che non stiamo ascoltando nulla di realmente innovativo, ma la proposta dei rinnovati Trail of Tears si mostra più solida rispetto al più recente passato che si era andato ammorbidendosi pericolosamente. L'ultima traccia di 'Winds of Disdain' è rappresentata da "Blood Red Halo" che prosegue sulla falsariga delle precedenti, con il tipico alternarsi tra growling vocals e gli ammiccanti vocalizzi della cantante catalana, forse qui più presenti che negli altri brani. Insomma, un gradito ritorno, nell'ottica di un disco più lungo e strutturato. Ora sono curioso di sentirli sul full length. (Francesco Scarci)

(The Circle Music - 2024)
Voto: 70

https://www.facebook.com/trailoftearsofficial/

lunedì 27 maggio 2024

The Pit Tips

Francesco Scarci

Finterforst - Jenseits
Rotting Christ - Pro Xristou
Milanku - A l'Aube

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Alain González Artola

Moonscar - Withered Sacred Soils
Ophanim - Tämpelskläng
Stilleklang - Tränen der Vergangenheit - Part III

domenica 26 maggio 2024

Jours Pâles - Dissolution

#PER CHI AMA: Dark/Black/Gothic
Terzo album per i francesi Jours Pâle e terza recensione da parte del sottoscritto per i nostri. Il duo, che originariamente era un trio che inglobava membri provenienti da Stati Uniti e Svezia, ha profondamente cambiato la propria line-up con l'uscita di scena dei due "stranieri" e con l'ingresso di Stéphane alla chitarra, lasciando al buon Spellbound la gestione di tutto il resto (anche se c'è da segnalare la presenza di due turnisti). La band, transalpina fino al midollo, si può dedicare ora con questo 'Dissolution' a quella che in realtà sembra essere la normale prosecuzione dei due precedenti lavori, continuando cosi a proporre un black melodico multisfaccettato, pregno di significati lirici e musicali, che mantiene tuttavia quella complessità tecnico compositivita che avevamo potuto apprezzare in precedenza. Nove le tracce per cercare di convincerci, per la terza volta, della bontà della proposta dei due musicisti di Auvergne, con l'incipit affidato a "Taciturne", un pezzo che in realtà di black metal ha ben poco, se non qualche accelerata post. Voci pulite (un filo teatrali e costantemente proposte in lingua madre), chitarre pulite, un sound che si muove tra gothic, dark, post punk e una buona dose di malinconica intrisa in realtà in tutto il lavoro, caratterizzano infatti il brano. E cosi il pezzo si lascia ascoltare piacevolmente, in un'altalenante danza tra partiture heavy metal e roboanti accelerate post-black, che poco si discosta dalle mie parole precedentemente scritte per 'Tensions'. Più cupa la successiva "La Reine de Mes Peines (Des Wagons de Détresses)", dove si palesano anche vocals più estreme e disperate, mentre il suono delle chitarre si schiude attraverso uno stridore insano, accompagnato però da eleganti tocchi di pianoforte, e dove la tensione delle ritmiche viene stemperata da un delicato break atmosferico e da uno splendido assolo che chiosa un bombastico finale rutilante. Mi piace e devo ammettere che al primo ascolto, avevo fatto parecchia fatica a digerirli, complice probabilmente la mancanza di quell'invisibile filo musicale che possa in un qualche modo legare tutti i brani. Brani che in realtà sono si legati da molteplici aspetti, ma che ai primi ascolti non sono cosi facili da individuare. E cosi, ascolto dopo ascolto (si, ne servono davvero parecchi), ecco che il disco prende quota e cresce nella sua logica perversa, cosi anche in emotività, robustezza (ascoltare la selvaggia "Noire Impériale" per credere, con l'ospitata alla voce di Torve degli Ascète), credibilità (non che non ne avessero nei precedenti lavori, sia chiaro), creatività (stravagante la proposta inclusa in "Les Lueurs d'Autoroutes", con la presenza anche di una voce femminile, che ritornerà anche nella title track). 'Dissolution' vola via tra cavalcate post-black, inserite in un contesto gotico, ma con dei magnifici assoli (ad opera del buon Stéphane), che elevano la qualità del disco. Tra gli altri brani che ho apprezzato sottolineerei poi la sferzante componente estrema di "Réseaux Venins", spezzata da una straziante componente vocale che mi ha evocato, per certi versi, "Ifene" dei nostrani Deadly Carnage. Altra segnalazione la merita "Limérence" e la sua poetica musicale estremamente nostalgica, mentre se dovessi utilizzare la classica matita rossa, lo farei con la conclusiva "Terminal Nocturne", un brano che non ho amato particolarmente per il suono iniziale delle sei corde e per un finale forse interrotto prematuramente, ma che comunque non penalizza il mio giudizio finale nei confronti dei Jours Pâles. Alla fine infatti, "Dissolution" si dimostra come un lavoro maturo, che merita ancora una volta, tutta la vostra attenzione nei confronti di questa ottima band francese. Bravi! (Francesco Scarci)

(Ladlo Productions - 2024)
Voto: 78

https://ladlo.bandcamp.com/album/dissolution

Imago Mortis - Mors Triumphalis

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine 
#PER CHI AMA: Raw Black Metal
Ho seguito gli Imago Mortis sin dal primo demo. Anche nell'immaturità del loro stile, si rivelavano una buona band, priva di fronzoli o di noiosi e pesanti arrangiamenti di alcun tipo. 'Mors Triumphalis' è un sincero inno black metal. Forse non saranno dei mostri di tecnica, ma chi se ne frega! Quando qualcuno mi dà modo di ascoltare la musica che più mi piace non mi fermo a pensare alle capacità tecniche. Il loro black metal non è avvezzo alla velocità ma è più cadenzato e mid-tempo, prediligendo l'aspetto più plumbeo e criptico del genere. Sicuramente la band bergamasca ha studiato alla scuola norvegese. Forse avrebbero dovuto curare un po' di più alcune parti come alla fine di "The Eternal Struggle of the Time", dove sembra che si affrettino un po' troppo a concluderla. Forse la produzione poteva essere meglio curata, ma alla fine è soprattutto la batteria che non mi ha convinto sotto il profilo della registrazione. Tutto sommato l'ascoltatore saprà sorvolare su questa e piccole altre sbavature, perchè il risultato è ciò che conta. Imago Mortis, black metal, un connubio perfetto. Forse basta sapere questo per capire che questa band non ci deluderà, per continuarla ad apprezzare ancora oggi.

(Self/Drakkar Records - 2001/2007)
Voto: 70

https://imagomortis.bandcamp.com/album/mors-triumphalis

Ordo Draconis - The Wing & The Burden

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Symph Black
Ci risiamo, un'altra band di black metal sinfonico... Era il 2001 e i nostri si presentavano con solenne e misteriosa oscurità fin dall'intro, "Paris 1574", per poi subito passare ad attaccare con un classico black metal sinfonico appunto, pure fin troppo classico. Questi olandesi non mi convinsero molto, mi sembrava infatti che la band fosse parecchio fiacca in alcuni punti, seppur salvando comunque tracce come "Wreckage" e "Necropolis". Interessante la voce del cantante, più che altro per la sua stranezza. Sicuramente i nostri avevano una tecnica di alto livello, il chitarrista era davvero bravo così come il tastierista, e a proposito di tecnica, questa a volte tende a prendere il sopravvento, portandoli in direzioni un po' inusuali. "The Crimson Dawn" è la traccia più bella del cd, la versione originale appariva già sul loro primo demo 'When the Cycle Ends', con le parti di flauto e chitarra acustica a donare un'atmosfera sognante, che però andava via via perdendosi con questo nuovo arrangiamento. La produzione si attesta su livelli medi e forse chi ne risente maggiormente è la batteria. Concludo dicendovi che questo cd vi piacerà sicuramente se amate i Dimmu Borgir, giusto per farvi un esempio, perchè gli Ordo Draconis tutto sommato mostravano spunti interessanti (qui e forse ancor di più nei successivi due album/ndr) rimanendo nel limite del symph black. Gli altri vadano avanti. De gustibus non disputandum est.

Cantique Lépreux - Le Bannissement

#FOR FANS OF: Black Metal
The always prolific scene from Québec brings us again some quality stuff, and as usual, it is something strongly connected to its superb black metal scene. This time it is the turn of Cantique Lépreux, a band formed ten years ago in Quebec City. Its four current members are also quite active in the scene, particularly the three founders, who are involved in several projects. This makes clear the close relationship between the different projects and how involved the musicians are. Although the band’s first years were quite active with the release of two very solid albums, it has taken much more time for the new opus to see the light of the day. The result initially seems to be quite good, the reason why the well-established label Eisenwald has decided to release it.
 
'Le Bannissemnt' is the name of the new beast, and it has most of the characteristics of this local scene. To be fair, the projects that I have listened to have their own distinctive point, but in general you can feel that the full scene shares some aspects that make it easy to identify a band from Quebec. Cantique Lépreux is not an exception, as its black metal has a distinguishable aspect that makes you know immediately its origin. Tremolo picking guitars reign here with an excellent work, accompanied by the characteristic agonic shrieks and a mainly quite fast pace through the whole album. Remarkably powerful tracks like the album opener "Le Revissement" and last track "Consécration" are the perfect examples. They go straight to the bone, with ferocious and fast-paced drums and some intimidating powerful screams. The tremolo riffing, so characteristic of the genre, is totally dominating here with an impeccable performance, full of excellent riffs. These are the type of tracks that must make the audience go mad on the stage, for sure. A longer track like "Riviéres Rompues" also shows that the guitar players can add more variation to the riffs. The addition of some nice solos, which are perfectly well performed, is also enriching. There are not a lot of calm moments on this album, and honestly, one of the fewest that the listener will encounter are found in "Le Rêve Primordial". This composition contains some mid-tempo and even slower sections, which mark a good contrast to the domination fast ones. Some acoustic guitars are also included, a fact that, coupled with the more diverse pace, makes this song the most varied one of this album.

In conclusion, 'Le Bannissement' is a quite good album from Cantique Lépreux. It doesn’t revolutionize the local scene, but it offers exactly what the listener wants. Its seven very solid compositions, with an excellent guitar work and an undoubtedly energetic pace all along it, will surely satisfy you. (Alain González Artola)

(Eisenwald - 2024)
Score: 75

Aborted - Vault of Horrors

#FOR FANS OF: Deathcore
I thought that this is an outstanding release. It slays from the putrid review that this got previously from another user. I thought it's definitely better than their previous release. I like how they switch off from burly vocals to screaming vocals. They are anything but boring! And plain or obligatory. These guys put together one quite an album. I like how they come easily into the segue of the onslaught! I don't see how they can explore such a great death/grind that they all they seem to do. There's no nonsense with this band, they are straight up abominating. The double bass drums fire off like cannons, and the lead guitar simply rips.

40% from an annihilation like this is quite a pretty poor rating that definitely is off-base with no critical efficacy. This release is definitely tops in my book, especially one of the tops of the March they greeted us with! What a monument of an album that's quite an abomination to the ears!

I think that it's gotten enough spins here to hear how intricate this release is! The music steels the listener and the vocals back and forth keeps you from guessing what's to come up next! The drums seem triggered and super highlight to the release as well!

Some people seem to want to show how disenchanting this release is, and I think the opposite! They're tops with me and I think that this album is better than their previous release of whom I thought a treasure as well! "Maniacult" I didn't think that it was as good as this one. It's the production quality, the vocals, the music and the mixing that make this into a gem into a release. It's my one of the top releases from this year so far. I think this will hold true for the remainder of the year! I like the guitars, I think that they were tops with me. The guitar alongside the drums is what sealed this into itself a "Maniacult", only this one is 'Vault of Horrors.'

These guys know how to belt out quite a release and with no compromise! The death/grind is simply there the whole way through! The music is the ultimate highlight of the album. I think this is how they were able to make this into an utmost vile and dismay reeking from Belgium! You can hear it in the vocals that they shred simply with precision! The death/grind is altogether there, and they don't seem to let up any less than their past recordings!

Check it out yourself and make and opinion not based on the negative reviews, consider what you think! (Death8699)


lunedì 20 maggio 2024

Necrophobic - In The Twilight Grey

http://www.secret-face.com/

#FOR FANS OF: Black/Death
This is a softer release from the band, even though they mix black metal with death metal. I'd have to conclude that they are a "milder" Necrophobic than I'm used to. These guys mix what it sounds like more of a Viking metal sound with a death metal prerogative. The vocals go well with the music. This is my favorite Necrophobic album by far. Just everything is supreme and perfect, filling the listener with this slaying metal, metal listen to that clocks in about an hour in length. I don't mind them borrowing their name from a Slayer song, but at least they could've come out with stronger earlier albums. Those don't really sit well with me.
 
They're just more mature on here and the music is more melodic, but the brutality is less than their predecessors. I like how they fluctuate with various tempos, and they're just more experienced here. They don't seem to let up on the music. It's strikingly intricate! 
 
I think from the first few listens to, they're much sharper in musicality and maturity. In some songs they'll be faster than other with an orchaschedrial than other songs. The leads are top-notch. They really whiz through the fretboard with everything in unison.

The vocals are top screams, slaying the music wholeheartedly. This release doesn't really have with it any flaws. Hence, the reason I gave it a perfect score. They range between brutality, a milder form of metal, then a more clean song base which captures everything notwithstanding. What a kick ass black/death metal platter that seems to hit everything metal related. Even the clean guitars segue into a more brutal sound, bringing with it such a metal, such a metal event through in and throughout. I like everything on here. And it only took me a couple of listens to that picked up everything wholeheartedly. More than any Necrophobic release than any other!
 
Can you grasp this total onslaught? I was able to and let's hope that they don't get softer, hopefully this will be their mildest LP! (Death8699)
 
(Century Media Records - 2024)
Score: 80