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giovedì 30 settembre 2021

The Pit Tips

Francesco Scarci

Remah - Une Main
Sarin - Darker Lakes
Windfaerer - Breaths of Elder Dawns

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Alain González Artola

Arcane Existence - Colossus
Incantation - Sect of Vile Divinities
Lorna Shore - ... And I return to Nothingness

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Death8699

Carcass - Torn Arteries
Deicide - In Torment In Hell
Destruction - Live Attack

martedì 28 settembre 2021

Ropes of Night - Impossible Space

#PER CHI AMA: Post Punk/Darkwave
La tesi che da tempo sostengo e che mi impone di pensare che ci sia un filo conduttore tra la darkwave, il post punk, il dark rock e certe aree artistiche del black metal, trova significativo slancio nella scelta vincente, intrapresa da Ralph Smidth, oscura icona del metal estremo germanico, proveniente dai sotterranei di Colonia, nel presentare un nuovo progetto parallelo e diverso dalle altre sue band estreme (Ultha, Planks, Curbeaters, Hellstrom), denominato Ropes of Night. Un progetto che attinge a piene mani dalle sonorità tipiche di casa Interpol ('Turn on the Bright Lights'), Electrafixion, The Sound e Joy Division, con un full length di ottima caratura, licenziato via Golden Antenna Records, in questo mese di settembre. Intenso, carico di emotività, dal sound raffinato, scarno ed essenziale, per certi aspetti anche romantico nel suo apparire quasi vampiresco, votato a rinverdire le atmosfere create un tempo dalla evocativa voce di Adrian Borland e da una certa sofisticata eleganza nera, degna dei migliori The Mission UK, capitanati da una figura di spicco come Wayne Hassey (ascoltate "Vanishing" per credere). Gli oltre 45 minuti di 'Impossible Space' presentano una collezione di brani omogenea nella composizione e nelle sonorità, rispettosi dei canoni stilistici imposti dal genere, con ritmiche corpose e chitarre taglienti, unite a synth cupi, sognanti e malinconici. La rivisitazione in chiave moderna delle intuizioni musicali apparse nella celeberrima "Ceremony" dei New Order, dell'album 'Crocodiles' degli Echo and the Bunnymen oppure in 'All Fall Down' dei The Sound, porta in effetti a buoni frutti, che si esaltano nella parte di basso di "The Drowning Lesson", dove troviamo tracce anche di una certa scuola The Cure, con rimandi ai fasti dei colossali album, 'Faith' e 'Pornography'. Un senso di costante caduta si dirama tra le tracce del disco della band tedesca, abbandono e cinematografica suburbana decadenza, si alternano con un efficace eleganza stilistica che eleva l'intero album, a piccolo gioiellino dei tempi moderni, intenzionalmente derivativo ma con una forte personalità e un carattere sonoro che si fa notare. La produzione è ottima, il suono è corposo, dinamico, le chitarre risaltano nelle loro trame di accordi dal suono drammatico, notturno, freddo, mentre la sezione ritmica è esplosiva e sostiene perfettamente l'ottima interpretazione vocale, che nelle tonalità più basse, come in "Strange Moons", rievoca lo spettro di Andrew Heldritch, portando l'ascoltatore indietro nel tempo di qualche decennio, quando il post punk era l'alternativa perfetta per chi viveva il suo lato più esistenziale con lo spirito della notte più oscura nel cuore. Questo è un ottimo disco per gli amanti del post punk, suonato davvero bene e comunque per quanto Ralph Smidth abbia voluto cambiar pelle, il suo stile si sente ancora, come si sente il background dal taglio estremo da cui proviene il suo autore. Con questa raccolta di brani si è voluto creare un delizioso tributo ad un genere musicale variegato e di nicchia come il post punk. Una splendida collezione di affascinanti, epici, solenni e decadenti inni alla notte, suonati con uno stile moderno ma perfettamente retrò. Un disco che non può (non deve) sfuggire agli amanti del rock più crepuscolare. (Bob Stoner)

(Golden Antennna Records - 2021)
Voto: 78

https://ropesofnight.bandcamp.com/album/impossible-space

Arafel - Skazki Starogo Lesa

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Epic Black
I nostri ARAFEL rivendicano con fierezza la loro appartenenza alla Fratellanza Pagana e propongono, dallo Stato di Israele, un black metal epico ed evocativo. L’album rilasciato su musicassetta, consta di quattro canzoni ben registrate (fra cui una intitolata alle "Sorcerers Of Russian Woods") che si ascoltano con piacere. Le tastiere sono onnipresenti, le vocals incazzate dall'inizio alla fine, forse è il suono delle chitarre che lascia, qua e là, un poco a desiderare. Autori successivamente di tre album prima di scomparire nel nulla, vi lascio all'ascolto di questo demo che merita attenta considerazione.

Withering Soul - Last Contact

#FOR FANS OF: Melo Black, Dissection
Darkness reveled here in the form of minor chords galore via Chris, et al. This one is a notch better than 'Adverse Portrait'. It simply has more substance to it and better constructed riffs, ABSOLUTELY! They've come a long way since their debut which was in an entirely different genre. Still metal just more on the gothic side. This one (like their last) is in melodic black metal. It takes some listens to to get really the overall essence of it. And the songs averaged around 4-5 minutes in length, which is enough for you to get a taste in what goes in to the high volume channel! Definitely progression here, no doubt.

A 4-piece now but in the recording it featured only three. And their stage presence is totally lit up. Within the influence of Dark Fortress, Naglfar and Darkthrone, they kind of carve their way into their own sound. I think that's a little of what they lacked in their previous. On here, there's a good sound in what they have to offer in their own synthesis of melodic black metal. I like this one a lot I think it's their their absolute greatest effort since they formed. Definitely not one to play on a depressing day though which I think it was called upon their darkness visible (William Styron). It's just great to hear their musical abilities are getting better.

I'd have to say that their musicianship keeps on getting better and better and I do hope as this gets stronger the band will attract more followers. It's sounds like the vocals have some effects laced on them kind of like in the realm of Dark Fortress and Dissection's ex-front man Jon (RIP). Nevertheless, it keeps the music underground and depressing. The music and vocals is what steals the show I believe Chris on his 7-string. It's an interesting band that he's amassed here. I'm certain the songwriting took a shit-heap of a lot of work. The riffs stole it for me the music outlining what the vocals accompany them.

This was released on 9/24/21 and it's available via streaming (Spotify/YouTube) and also available on CD. I bought the CD, it's the best way to capture what streaming won't allow: BETTER QUALITY SOUND. They play as good live as they do on the LP. I was waiting for this to get on CD so everything sort of feels flowing not simply going from track to track with major pauses and poor sound quality (my computer). A good album to listen to while you're exercising for all you fitness fanatic metalheads. Let's pay a token of respect to the band and inform friends that are interested in new releases in metal. 'Last Contact' is out, now get a hold of it! (Death8699)


domenica 26 settembre 2021

Lotan - Angelus Pestis

#PER CHI AMA: Death/Black
La Danimarca si sta confermando terra rigogliosa negli ultimi tempi: la band di oggi nasce infatti in quella terra e verosimilmente come side project dei Vanir. Dalla costola di quest'ultimi, ecco arrivare Philip, Martin e Jon con i loro Lotan (il leviatano), a proporre un death/black tirato, dotato di interessanti linee melodiche che chiamano in causa tanto il suono mediterraneo dei Rotting Christ, quanto influenze metalliche di scuola scandinava. 'Angelus Pestis' è un dinamitardo contenitore di musica estrema, di quella martellante come i Rotting Christ sanno proporre e che è testimoniato dalle due tracce in apertura, "Interitus" e la feroce "Invita Lucifer", una song quest'ultima in grado di mettere un assolo di pianoforte tra parentesi di due arrembanti parti di chitarra, in un esperimento quanto meno originale. Poi per carità, non siamo di fronte agli inventori dell'acqua calda, ma a dei buoni mestieranti, musicisti abili con i loro strumenti tra le mani. E la deflagrante "B43-Moab" conferma le doti devastanti del combo danese con le ritmiche che si rincorrono vertiginosamente e furiosamente tra loro, in una proposta musicale che ha un che degli inglesi Akercocke. Strizza l'occhiolino ai Satyricon invece un brano come "In the Shadow of a Falling Star" con quelle sue zanzarose linee di chitarra e lo screaming vocale. Un po' piattino forse il risultato finale, soprattutto perchè un po' più diverso dai pezzi sin qui ascoltati. In chiusura, "Lion and Snakes" che invece mette in mostra un po' del black pagano dei Primordial (anche a livello vocale con ispirate clean vocals) in quello che forse è il pezzo meglio riuscito di questa release. (Francesco Scarci)

(Uprising! Records - 2021)
Voto: 69

https://www.facebook.com/lotanband/

venerdì 24 settembre 2021

Leprous - The Congregation

#PER CHI AMA: Prog Metal
Un esordio incessantemente funk-prog, se esiste o e mai esistito qualcosa che si possa realmente chiamare funk-prog, con tanto di vocalismi alla Muse, ma persino più sofferenti, con una punta di Vincent Cavanagh semisbronzo insomma, ed un ritornello immensamente Pain of Salvation ("The Price"), programmaticamente destinato a perdurare per l'intera durata del disco, vale a dire oltre settanta fottutissimi minuti ("Red" e "Down"), spericolatamente fervido di pindariche divagazioni difficilmente o impossibilmente concettualizzabili ("Third Law", ovvero The Mars Volta vs. Ronnie J. Dio e "Rewind", ovvero System of a Down vs. Freddie Mercury sono soltanto due esempi), eppure sideralmente allineato a quella (recentemente) popolosissima traiettoria kappa-dimensionale che conduce da qui/ora al concetto astratto di non-rock utilizzando propellente prog-metal (Anathema, Major Parkinson, Pain of Salvation, appunto). La maestà vocale e il magnetismo acchiappareggiseni di Tor Oddmund Suhrke sono ormai consolidati e indubitabili. E secondi soltanto a quelli di Daniel Gildenlöw, leader dei plurisuccitati Pain of Salvation. (Alberto Calorosi)

(Inside Out Music - 2015)
Voto: 80

https://www.facebook.com/leprousband


giovedì 23 settembre 2021

Nucleus - Sentient

#FOR FANS OF: Death Metal
I didn't think that this was necessarily boring album, I think they experimented a lot to their sound/vibe. It was an elliptical atmosphere and the aggression factor was also there. The riffs were pretty interesting, but not entirely. They did just let the metal flow on here. The production is what could have been better hence the "B-" rating to it from me. I'm sure that their follow-up might've been better. On here, sheer apocalypse. The vocals kept the sound underground as did the music. But the guitars didn't seem that overly sophisticated. I felt that they were kind of in a way a little sloppy.

But a newer band within this genre of so many other bands it's tough to compete and establish your own sound. That I think that they do have. They also do have their own style. When I say "style", I mean it in a sense of their sound formation. But anyway, they did justice to the death metal community on this one. They go from fast to slow to medium tempos in their riff writing. I think this band has a load of potential to be something really great. They just need to dig a little bit more into their creative juices then everything will fall into place. I see them as always progressing and on here you have some sounds that were plain "odd."

Again, the production was at a loss because of the sort of flat sound to it. But the music is good, that's why I'm rating them higher than I think they should've been. If the quality was better then obviously I would've rated higher. These guys will do well if they continue to make music and make it with vigor! Their latest didn't get very high ratings this one actually did better but I need to hear that one before I make a judgement about the quality of it. I felt that this one just lacked in the distortion tone of the guitars. They weren't really overly crunchy or thick, they were just sort of blah or bland feel to it.

Show some respect for the death metal community and check out what this band does on here. I would've gave them better ratings to their guitars, vocals, drums and sound quality if it was better. But still, I think that they did some justice for themselves and put out this album for us to hear and judge. This album is available on a digital source (Spotify) and CD too. I got the CD which I'm happy with just not all the time. But show the band respect and check it out. I think they do have a unique sound to them and definitely their own riff style. Support Nucleus and check this one out! (Death8699)


(Unspeakable Axe Records - 2016)
Score: 68

https://nucleus.bandcamp.com/album/sentient

Argesh - Excommunica

#PER CHI AMA: Blackened Death, Behemoth
Ci hanno impiegato poco meno di dieci anni dalla loro fondazione i black metallers italiani Argesh ad arrivare al mai cosi tanto agognato debutto. Formatisi infatti nel 2010 in quel di Varese, il trio guidato da HHG, ha in realtà ultimato il qui presente 'Excommunica' un paio di anni fa. Ci si è messo poi il Covid a rompere le uova nel paniere e rallentare l'uscita di quello che in realtà viene considerato un EP. Eppure il dischetto, composto da sei brani, supera la mezz'ora di durata con un genere etichettato dalla band come "Apostate black metal". Le danze si aprono con "Abiura", un'intro che potrebbe stare in un qualsiasi disco dei Cradle of Filth, prima di lasciare lo spazio alle chitarre inferocite della seconda "Suffocate in Oxygen", chitarre che strizzano l'occhiolino nuovamente a Dani Filth e soci, ma che vedono anche in Behemoth e Dimmu Borgir altri punti di riferimento, i primi per le velocità incarnate, i secondi per la vena sinfonica che si percepisce lungo l'ascolto di questo e dei successivi pezzi. La band comunque è apprezzabile anche da un punto di vista melodico, sebbene quelle capre in copertina lasciassare presagire un black old school. Invece i nostri si rivelano abili tessitori di melodie, cambi di tempo, ma anche di voce, con variazioni tra lo screaming (quelli di Michele Spallieri dei Kenos e di Chainerdog dei Grendel) ed un pulito a cura di Lucifero Fieri (Tregenda), che tornerà anche nell'ultimo pezzo. Più death oriented "Source of Miracles", un brano forse più scolastico, che rende meglio laddove il sound risulta più incellophanato in un mid-tempo compassato, che piano piano cresce di intensità fino a suggellarsi in uno strepitoso assolo finale deflagrato da Matteo Gresele (Ad Nauseam). "Praelatorum Paedophilia" è una ridda di riff infuocati che, in compagnia di una devastante batteria, sembra evocare i fasti degli Anaal Nathrakh. Notevoli i dinamitardi blast beat e gli audaci cambi di tempo, con il sound che sembra talvolta incunearsi in tunnel di lugubre bellezza. Intro sinfonico per "Apocalypse 20.7 - 8 - 9" ed un sound all'insegna del blackened death per un pezzo concreto, diretto, cattivo, senza quegli orpelli che poteva lasciar presagire l'epilogo. Violenza pura per un brano da assalto all'arma bianca con tanto di linea di chitarra nevrotica e la voce di Vama Marga (Depths Above) ad affiancarsi a quella di Michele, in un sound nel finale decisamente più ritmato (scuola Septic Flesh?). Chiusura affidata a "The Elohim's Mark", song dal piglio un po' più plumbeo e malinconico, comunque animata da scariche elettriche dissonanti che potrebbero addirittura richiamare i Deathspell Omega, e ancora, screaming e voci pulite. Insomma 'Excommunica' lo vedo come un otre di tecnica, violenza, melodia e suoni maestosi che certamente farà la gioia degli amanti di queste sonorità. (Francesco Scarci)

(Nero Corvino Records - 2021)
Voto: 75

https://argeshita.bandcamp.com/album/excommunica