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sabato 12 luglio 2014

Xerion - Nocturnal Misantropia

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black Folk 

Dopo numerose difficoltà, con la lettura del supporto riuscita solamente dopo la scoperta della sua natura di dvd, riesco finalmente a rivelare ai miei sensi la musica proposta dagli Xerion, ovvero un classicissimo ed elementare black metal dalle tinte symphonic folk. Le tracce si basano principalmente su una manciata di riff ripetuti per tutta la durata del lavoro, il che non è molto diverso dalle svariate band che affliggono il panorama musicale con la loro patetica proposta, non fosse altro per la loro stretta somiglianza melodica, la mancata chiave ipnotica della ripetizione, i pattern di batteria statici e scarni, e soprattutto per l'eccessiva durata dei brani. Il tutto è peggiorato poi da due song stand-alone, ovvero "Akelarre" che manca completamente il suo scopo introduttivo e l'insensata "Ate a Morte...". Nonostante ciò, la band si adopera scolasticamente nell'impresa, assemblando un'opera che oltre a basilari speed songs concede spazio a delle costruzioni doom oriented come "Aqueles Que Nos Deixan Atris". Il verdetto finale è però unanime e feroce: nonostante 'Nocturnal Misantropia' vada in cerca di particolari effetti come nella title-track, c'è ancora molto, molto lavoro da fare. (Kent)

(Schwarzdorn Production - 2008)
Voto: 45

sabato 15 febbraio 2014

Fortid – Voluspà part III Fall of the Ages

BACK IN TIME:

#PER CHI AMA: Black Viking, Borknagar, Tyr, Enslaved
Fortid è una band islandese accasatasi in Svezia e dedita ad un sound decisamente vichingo figlio della musica di Bathory, Tyr e Borknagar con una spiccata attitudine al black metal dei primi Enslaved. Guidati dal vocalist Einar “Eldur” Thorberg, ex Thule e Potentiam, i nostri ci porgono questo lavoro del 2009 uscito per la Schwarzdorn Production e terza parte di un triplo concept sulla saga del 'Völuspá' (La profezia della veggente) che è il primo e più famoso poema dell'Edda poetica. La saga vichinga sulla storia della creazione del mondo e la sua futura fine narrata da una veggente che parla ad Odino del declino e della rinascita del mondo degli dei, il Ragnarok. La musica dei Fortid mette radici in tutte le direzioni prese dal genere oscuro, dal black d'avanguardia a quello sinfonico, dal più atmosferico e melodico della stupenda "New Dawn", che supera ogni aspettativa e suona come un capolavoro (la mia preferita) dove la voce pulita di Eldur spopola per maestosità e intensità fino alle velocissime cavalcate epiche ed i mid tempo di "Heltekinn", la malinconia di "The Future" dove la capacità espressiva della band trova un altro apice che ricorda l'infinita tristezza degli In the Woods e dei 3rd and the Mortals in una forma esasperata e devastante, senza dimenticare la buia psichedelia di Wolves in the Throne Room e la sperimentazione dei Sòlstafir. Maestosi e astratti come nell'iniziale "Ancient Halls", moderni nella concezione e nella sonorità come in "Ragnarok Army from the East", intelligenti e potenti, sognanti ed epici come in "Equilibrium Reclaimed", guerrieri e bardi... Un album di tutto rispetto per una band veramente completa. Un piccolo gioiello! (Bob Stoner)

(Schwarzdorn Production - 2010)
Voto: 80

http://www.facebook.com/fortid

mercoledì 13 novembre 2013

Dark Man Shadow - Victims Of Negligence

#PER CHI AMA: Black/Death
I tedeschi Dark Man Shadow sono una di quelle tante band che si ostina a rimanere “ferma”. Il titolo del loro terzo full-length, 'Victims Of Negligence', uscito sotto Schwarzdorn Production, ben descrive l’attitudine della band e la loro monotonia di fondo, dunque se non altro il titolo è azzeccato. La band è composta da 3 membri, “Sorroth” il laccatissimo e patriziesco quarant’enne cantante chitarrista e bassista, da “Samotha” alla voce femminile e tastiera e da “Matzer R” il batterista, unico membro della band a non avere una foto nel booklet, poveretto… A proposito di booklet, ci terrei ad aprire una breve nota su quanto i miei occhi sono stati costretti a vedere. La veste grafica è orrenda, all’interno del booklet i 2 membri principali della band danno largo spazio a diverse foto nemmeno fosse un catalogo di moda. Il logo della band potrebbe andare bene per una marca di vestiti Hip Pop, il font del titolo ricorda impropriamente sonorità come Napalm Death o Discharge il tutto piazzato alla bell’e meglio su una copertina totalmente disarmonica che ritrae un uomo dallo sguardo maniacale che urla in faccia ad una donna. Arriviamo al punto “musica”… in questo dischetto non c’è nulla di nuovo, sulla carta la band si propone come melodic death/black metal ma a dirla tutta c’è ben poco riconducibile ai generi presi in causa. 36 minuti di metal laccato dalle tinte goth neoclassiche, tastiera onnipresente, combo di voce maschile alla Primordial assolutamente poco incisiva con sprazzi di declamazioni in growling assolutamente imbarazzanti e Voce femminile alla Ataraxia; la V maiuscola in “voce” è per il fatto che l’unica cosa davvero buona di questo album sono i vocalizzi di Samotha che mostra di saper il fatto suo in materia, con vocalizzi malinconici ed argentini, peccato siano del tutto sprecate in questo pastone musicale senza senso. Blast-beat e doppia cassa senza pretese né spirito di ricerca per il batterista Matze R già alle pelli dei molto più interessanti Nocte Obducta. Questa band è all’attivo dal 2000 e se dopo quasi 14 anni di attività è arrivata a questo punto credo che dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non trovo canzoni degne di nota in questo album, ho solo da citare la sesta canzone “Seven Seasons” che con le sue melodie mi ha ricordato quanto prodotto nel 1984 da Limahl per il mitico film 'The NeverEnding Story' e questo può farvi immaginare quanto le idee dei Dark Man Shadow siano “vecchie”, ovviamente senza offesa alla “Storia Infinita” capolavoro cinematografico senza tempo! Nel 1984 queste melodie andavano benissimo, oggi, vicini all’alba del 2014 sarebbe il caso di andare oltre cercando soluzioni più interessanti o se proprio gli anni '80 sono una fissa, meglio dedicarsi ad un progetto totalmente nostalgico a base di synth e loop ma vi prego, non metteteci il metal dentro, avvisati! Storia infinita a parte, per me questa storia è più che finita. (Alessio Skogen Algiz)


(Schwarzdorn Production - 2013)
Voto: 50

http://www.dark-man-shadow.de/

venerdì 4 ottobre 2013

Quintessence Mystica - The 5th Harmonic of Death

#PER CHI AMA: Black Sinfonico, Sigh, Solefald, Fleshgod Apocalipse, Haggard
In ritardo ci arriva questo bellissimo album della band ucraina denominata Quintessence Mystica. Questo è il primo full lenght uscito per la Schwarzdorn Production nel 2010. La band sfodera un black metal sinfonico da leccarsi i baffi, velocissimo, urticante, maligno e ben suonato, carico di tensione e ciliegina sulla torta, arrangiamenti orchestrali classici al di sopra della media, che rendono il tutto estremamente occulto e interessante. Il sound è tiratissimo, ma come dicevamo sopra, le orchestrazioni infondono una capacità musicale esagerata che imprime enorme qualità nella forma epica e d'avanguardia, capace di emulare mostri sacri come Solefald e Graveworm. Così, violino a gogo suonato in maniera diabolica da Master Alafern, mente sonora del duo ucraino e canto dalle mille sfaccettature, dal growl allo screaming, dall'epicità esasperata ed estrema interpretate dall'altra metà della band, Dromos Aniliagos. Il black metal nella sua forma più contorta e folle, dall'animo insano, sognante, cupo e drammatico. Dall'animo neoclassico, questo cd raccoglie la fredda rabbia del metallo nero, virandolo verso lidi avanguardistici di assoluta qualità e bellezza, fondendola alle strutture sonore riportate dalla classica per un riuscito suono innovativo, futurista e...violentissimo. Decisamente un cd da considerarsi una chicca, un sole in una nuova galassia... Consigliato a chi vuole spingersi oltre il classico black metal, quello dalle derive progressive e d'avanguardia, quello senza confini ed estremo in tutti i suoi aspetti e nella sua parvenza. Come se i Malevolent Creation suonassero una cover degli Haggard interpretandola con la follia dei Sigh e il classicismo epico dei Fleshgod Apocalypse... delizioso! (Bob Stoner)

(Schwarzdorn Production - 2010)
Voto: 75

http://www.lastfm.it/music/Quintessence+Mystica

martedì 17 settembre 2013

Asaru – From the Chasms of Oblivium

#PER CHI AMA: Black, Emperor, Immortal, Satyricon, Enslaved
La band tedesca/norvegese denominata Asaru ha radici profonde nel black metal in cui da tempo milita nei ranghi di questo genere. Il loro primo demo è del 1996 e questo ultimo album del 2012 fa incetta di tanta esperienza sfoderando un perfetto album di scuola scandinava lontano dal classico stile black teutonico. L'album esce per la Schwarzdorn Records e sfodera nove brani d'alta classe ben ripartiti tra sfuriate infernali e parti più melodiche ed evocative. Il sound ruota intorno ai classici stilemi del genere ma lo fa con estrema convinzione e senza cadute di stile evocando le cose migliori di Satyricon, Ragnarock, Enslaved, Emperor ed Immortal con un tocco melodico più spinto e messo in costante risalto. La velocità è una prerogativa dei nostri e la band sa muoversi alla grande con destrezza anche nelle parti ultraveloci e di difficile esecuzione. L'album è molto equilibrato e veramente gode di un'ottima scrittura musicale tanto che tutto l'album si lascia ascoltare senza intoppi e risulta interessante anche dopo vari e ripetuti ascolti. Nota dolente per la copertina che a nostro parere poteva essere meglio curata e più fantasiosa (per fortuna che spesso l'abito non fa il monaco). Buono l'uso della maligna voce e la qualità di registrazione che avvalora le qualità dell'album. L'arpeggio di "Under the Flag" con le sue sferzate distorte supersoniche conquistano i vertici della nostra personale classifica relegandola a miglior song dell'album davanti all'epica "Fortapt i Dodens Faun". Un lavoro concreto e solido, di qualità egregia e pronto a fare quel salto di qualità che la band sta aspettando da tempo. Per gli amanti del classico di qualità, "From the Chasms of Oblivium" è il cd che fa per voi!(Bob Stoner)

(Schwarzdorn Records - 2012)
Voto: 70

http://www.asaru.de/

domenica 7 luglio 2013

Curse – Void Above, Abyss Below

#PER CHI AMA: Black Old School, Venom, Bulldozer, Darkthrone
Questa band norvegese (ma di origini islandesi) vanta una presenza di lunga data nei circuiti del black sotterraneo, dal 1995 ad ora hanno pubblicato un demo tape un mcd e tre full lenght. Ultimo, questo "Void Above, Abyss Below", uscito per Schwarzdorn Production nel 2011. Diciamo subito che la band è formata da due musicisti E. Thorberg alla chitarra, basso, voci e da D. Theobald alla batteria; si definiscono raw old school black metal e anche se lo volessimo, non potremmo smentire questa affermazione. Il fatto è che il lavoro è molto coerente con lo stile richiesto ma parallelamente sia per la qualità della registrazione sia per la fantasia della band, questo cd si eleva dalla massa. La cosa che si nota al primo ascolto è un background musicale radicato nel metal oscuro più classico e ovviamente una dedizione per il suono ruvido e arido di casa Venom, Bulldozer, Celtic Frost, Taake, anche se i nostri sfornano delle chicche tipo "Hour of the Skull" (delizioso l'assolo di chitarra!!!) che definire questo brano una pregiatissima gemma nera, sarebbe riduttivo. La band è sempre sul filo del rasoio con ritmi intensi ma mai estremizzati, sempre ben calcolati, le chitarre sono usate con fantasia e usano suoni cari al genere ma molto ricercati, voce intensa monotona e drammaticamente avvincente, ogni brano è completo e il lavoro notevole di chitarra, assoli compresi, è da premiare per melodia e intelligenza. Certo, il duo non rinuncia alla sua attitudine underground e la musica espressa andrebbe d'accordo con gli ultimi difensori Darkthrone; non è da tutti una costanza simile dopo tanti anni e se aggiungiamo la professionalità e la qualità di questo lavoro, l'intero album conquista la promozione al primo turno. Non pensiate di trovarvi di fronte ad una band che suona all'antica, i Curse creano canzoni nuove con gusto old school, tanta passione e voglia di far sopravvivere ed evolvere il genere. In questo album troverete echi di black'n'roll, un velo di thrash, classic metal e tanto black metal, suoni ruvidi e sotterranei e un'appagante maturità musicale. Non sarà musica innovativa ma qui l'effetto devastante del Black metal con la B maiuscola si fa sentire nella sua forma migliore. Ne vale l'ascolto, un ottimo lavoro! (Bob Stoner)

(Schwarzdorn Production)
Voto: 70

http://curse.helviti.com/

Repulsive Aggression – Conflagration

#PER CHI AMA: Death Metal, Fear Factory, Soulfly, Six Feet Under
Uscito per la Schwarzdorn Production nel 2012, questo primo album dal titolo "Conflagratiom" della band norvegese Repulsive Aggression non lascia speranze a chi si appresta ad ascoltarlo. Dichiaratamente violento e senza remore, figlio della scuola di Six Feet Under, Fear Factory e a tratti Soulfly, l'intero album gioca le sue carte in un emisfero già conosciuto ma ben sviluppato, con idee non troppo fresche ma nemmeno scontate, chitarre a manetta, pesanti e doppia cassa in prima fila. Bravi esecutori di composizioni ricche, estreme e orecchiabili, la band non esaspera mai verso tecnicismi a sè stanti e tutto opta per un risultato compatto e omogeneo. I brani sono di media durata e tutti curati, dal sound bombastico; la cosa che manca forse è un accenno di spinta grezza in più, che in verità a tratti si mostra e si lascia apprezzare ma non su tutte le composizioni che a volte sembrano fin troppo perfette e patinate. Comunque i Repulsive Aggression suonano molto bene, magari dovrebbero lavorare un po' più sull'originalità dei brani e del loro sound per costruire una personalità ancora più identificabile ma nella sostanza il lavoro tocca paradisi eccelsi. Bella l'omonima "Repulsive Aggression" con l'intro e virata sludge/thrash sulla scia Down/Pantera, evoluzione sicuramente non da sottovalutare ascoltandone il risultato. Un pezzo veramente riuscito e d'impatto, veloce e spaccabudella. L'intero lavoro è solidissimo e presenta una band determinata e capace. Bellissima l'irruente "Leave Her to Rot" con il suo tiro stratosferico. "Conflagration" è un puro album di death metal con virate al thrash proprio come sostengono gli autori di questo album e a ragione dobbiamo prendere atto: anche dopo ripetuti ascolti il cd suona sempre fresco e interessante. Un sound classicamente estremo! Una band da non sottovalutare! (Bob Stoner)

(Schwarzdorn Production)
Voto: 70

https://www.facebook.com/RepulsiveAggression

venerdì 14 giugno 2013

Xerion - Cantares das Loitas Esquecidas

#PER CHI AMA: Black Folk
In tutta onestà, non conoscevo il gruppo artefice del lavoro che mi appresto a recensire per voi. Basta poco, tuttavia, per capire che la penisola iberica è la fonte da cui traggono origine i titoli dei nove pezzi qui inclusi. La copertina dell’album fa presagire toni cupi fra melodie folk e quindi, date queste premesse, ero pronta all’ascolto. Come sempre, anche con gli Xerion, mi sono lasciata trasportare dalla mia più naturale inclinazione: fare paragoni fra le cose, in particolare fra la musica e tutto il resto. Ho provato a immaginare le tracce come se fossero una vacanza. Immaginate anche voi quindi, un viaggio in Galizia, luogo d’origine della band. Ma ditemi, vi è capitato di sognare delle ferie perfette che poi si riveleranno un flop? Sbagliare la prenotazione, arrivare nella stagione delle piogge o ritrovarsi con la gastroenterite, eccolo il quadro completo del mio paragone! Mi spiego meglio: dall’intro, un roboante temporale, l’album mi ha dato l’impressione che ci si potesse impegnare di più per onorare le origini celtiche della propria terra. Alla fine mi ritrovo un black metal melodico con spunti folk che risulterà essere poco convincente, non incisivo. Alcuni pezzi sono si affascinanti, come “O Espertar do Xerion” e “Nas Verdes Fragas de Amh-ghad-ari” perché vi si mescolano le sonorità incalzanti tipiche dello spirito latino con i più canonici dictat del black metal classico. Un tocco di personalità è dato dall’uso del galiziano, ma non trovo nulla che sia originale fino in fondo, quindi una potenzialità mal sfruttata. Nota di merito a Nocturno, ideatore di questa one-man-band nata nel 2001, che per questo lavoro è affiancato da altri tre musicisti: piacevoli le sue linee di basso e buona l’idea dell’album “circolare” con l’ultimo brano che richiama l’intro. La Galizia è un posto magico, ricco di quell’atmosfera ancestrale a noi tanto cara, e questo poteva essere reso in musica in modo migliore. Per fortuna non tutto è da buttare, una buona base c’è, ma se proprio vi va di prendervi una vacanza e ve ne andate in Galizia, per lo meno ci si aspetta di tornare pienamente soddisfatti. (Ar-Pia Scarpelli)

(Schwarzdorn Production)
Voto: 60

http://www.otronodexerion.com/

sabato 8 giugno 2013

Fortid - Pagan Prophecies

#PER CHI AMA: Black Epic, Immortal, primi Enslaved
L’Islanda, quale luogo misterioso e fatato deve essere quella lontana isola sperduta nell’Oceano Atlantico? Completamente distaccati dal vecchio continente, immagino che gli islandesi non possano godere degli influssi e delle tendenze che imperano sulla terra ferma. E cosi spuntare da quel fascinoso posto, band o artisti strani e stravaganti. Penso alla più famosa di tutte, Bjork, ma anche a realtà un po’ meno famose come Sigur Ros o band molto più di nicchia, come quella di quest’oggi, i Fortid. Fortid che rappresentano il progetto solista di Einar Thorberg, meglio conosciuto come Eldur, musicista di Cursed e Potentiam. Il buon Eldur dopo aver completato la sua personale trilogia iniziale, “Völuspá”, e dopo essersi trasferito in Norvegia, ha stravolto la sua creatura, scegliendo dei musicisti in pianta stabile e da qui la nascita di questo nuovo interessante capitolo, “Pagan Prophecies”. Sette lunghe tracce di black dalle tinte pagane, che spostano le precedenti influenze vichinghe verso sonorità più architettate e progressive, nella vena dei primi Enslaved. Apertura fin da subito affidata alla title track, la song che abbraccia immediatamente la nuova direzione stilistica intrapresa dai nostri, in cui vengono immediatamente sguainate le spade e la danza tribale affidata ad un riffing di chiara matrice black, sorretto da ottime ed impetuose melodie di chitarra. Con la seconda “Spirit of the North” respiriamo maggiormente le atmosfere pagane dell’act nordico, con un feeling ricco di emozionale epicità, affidata a lunghi intermezzi strumentali. Con “Electric Horizon” il quartetto scandinavo torna ad infierire col proprio black fatto di scorribande battagliere, blast beat iperveloci e l’incursione selvaggia interrotta solo dall’eco di una guerra in lontananza ad infrangersi contro il muro sonoro del violento combo nordico. Mi stupisce a fine brano la presenza di uno splendido assolo, cosa assai rara nel black. Un arpeggio introduce “Lesser Sons of Greater Fathers”, la song più tranquilla del lotto, in cui Eldur mette da parte addirittura il proprio efferato screaming, lasciando posto ad una più calda performance vocale, in una song che sa molto di “Twilight of the Gods” dei Bathory. Con “Sun Turns Black” si torna a viaggiare su ritmiche tiratissime, infernali e nere come la pece, con il buon Eldur che torna a rimpossessarsi delle sue diaboliche vocals, e lanciarsi in una roboante cavalcata epica, condita dal classico intermezzo acustico e sorprendentemente da un altro assolo, che mi permette di apprezzare ulteriormente il lavoro della band. “Ad Handan” riparte con gli stilemi classici del genere: intro acustica ad esplodere nella consueta cavalcata black epica, in cui anche i segni oscuri degli Immortal, si alternano nel sound apocalittico dei Fortid, in una lunga ed estenuante traccia. La cupa outro, “Endalok” chiude un album che potrà permettere ai nostri di farsi conoscere un po’ di più nel mondo del black estremo. Convinto tuttavia che con “Endelok” mi trovassi alla conclusione del disco, ecco spuntare la classica ghost track, una ventina di minuti, conditi dai suoni tipici dei temporali che squarciano i cieli più prossimi al circolo polare artico. Glaciali ma epici! (Francesco Scarci)

(Schwarzdorn Production)
Voto: 70

https://www.facebook.com/fortid