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sabato 15 maggio 2021

Ba'al - Ellipsism

#PER CHI AMA: Black/Sludge, Inter Arma
Gli inglesi Ba'al non sono una band come le altre. Il sound del loro debut 'Ellipsism' (quello sulla lunga distanza intendo, visti già due precedenti EP all'attivo) è un concentrato di black sludge malinconico, caratterizzato dalle lunghe durate dei suoi brani. Il quintetto di Sheffield ci attacca subito con l'acidità black di "Long Live", un brano impostato sin da subito su ritmi forsennati e vocals caustiche, che vede poi una lunga parte atmosferica a cavallo fra terzo e sesto minuto, in cui i nostri sembrano concederci la pausa ideale prima di attaccarci con una proposta questa volta più melmosa e strisciante, che ci presenta l'anima sludgy dell'ensemble britannico. La seconda "An Orchestra of Flies" riparte da qui, da ritmi più lenti e fangosi per accelerare paurosamente verso il secondo minuto con una ritmica serrata che va alternandosi con la vena sludge propinata dai cinque musicisti. Non una proposta semplice da digerire, lo metto subito in chiaro, però quello dei Ba'al è un suono sicuramente intrigante che negli oltre 60 minuti del disco, avrà diverse cose da mettere nero su bianco. Dalle angoscianti sonorità della seconda traccia ci spostiamo a "Jouska", previo un breve break strumentale (ne troveremo altri due nel corso dell'ascolto di 'Ellipsism'), una song dall'incipit oscuro e da un'andatura più ritmata, che comunque non rinuncia alle harsh vocals di Joe Stamps (il cantante degli Hecate Enthroned) e ad una buona dose di melodia che comunque caratterizza l'intero lavoro. Con "Tarred and Feathered" la band sembra affiancare alla componente black una buona dose di death metal nella corposità delle chitarre e in vocals che rimpallano tra urla blackish e vocals gutturali. La traccia è bella tesa e tende a sfociare nel corso delle sue spirali infernali in ambientazioni fumose. Con "Father, the Sea, the Moon" i nostri cambiano ancora i propri connotati con un approccio lento, profondo ma dotato di ottime orchestrazioni e di una serie di sorprese a livello chitarristico che mi disorientano e catturano. L'anima dei Ba'al rimane però quella di sempre, votata ad una oscurità intransigente che si muove tra rutilanti ritmiche e accelerazioni improvvise, stop'n go governate dallo screaming efferato del frontman inglese. In chiusura l'ultima sorpresa di 'Ellipsism',"Rosalia", la traccia più lunga del disco (oltre 12 minuti) che ci consegna l'anima struggente ed intimista dei Ba'al, in una evoluzione sonora che parte dal gentile arpeggio iniziale, per poi proseguire attraverso malinconiche linee di chitarra e decollare con sonorità prese in prestito dal post metal, da un suono pesante ma comunque emozionalmente convincente, in cui a brillare è la presenza della viola di Richard Spencer, che arricchisce di un ulteriore elemento la proposta sonora di questi interessantissimi Ba'al. (Francesco Scarci)