#PER CHI AMA: Stoner/Doom |
I Without God sono una band doom metal di provenienza russa, prodotta dalla Solitude Productions, tra le più consolidate etichette che trattano il genere in questione. Il quartetto è formato dal vocalist/chitarrista Anton, Weector al basso, Ivan alla batteria e un'altra chitarra affidata alle dolci mani di Olga. Da Bandcamp si evince che la band è al primo full lenght, se si considera un EP prodotto nel 2010 e un singolo nel 2013. Le informazioni sulla band non sono tantissime e quindi ci concentriamo sulla musica prodotta dalla band. "Circus of Freaks" è contenuto in un semplice jewel case dalla grafica curata, ovvero una composizione disegnata ad hoc dove si trovano orrendi mostri vestiti da generali, capi religiosi e leader politici di varie fazioni in una sorta di grottesco sit-in con attrazioni da luna park sullo sfondo. Le tracce contenute al suo interno sono otto e l'album apre con l'omonima traccia, all'insegna di un roboante e ruvido miscuglio di stoner e il metal. Chitarre che scolpiscono riff giganteschi sulla dura roccia, basso che sprofonda negli abissi delle frequenze umanamente percettibili e la batteria che scandisce il tutto a ritmo di una pulsazione blasfema dall'oltretomba. Il vocalist ha il classico timbro rauco e cattivo, con pochi fronzoli a conferma che i Without God sono legati alle tradizioni più estreme del genere. Il rallentamento a metà brano trascina l'ascoltatore giù nelle viscere della terra per una celebrazione blasfema a tempo di un battito primordiale delle profondità. Gli assoli e i feedback sono il contorno ideale per chiudere un arrangiamento classico senza tante pretese. "Mushroom Man" apre con un riff stoner di chitarre che diventa una cavalcata a suon di wha-wha e gli accordi in minore aiutano a creare un'atmosfera tesa e claustrofobica. I Without God creano un bell'ensemble compatto e funzionale, con cambi ritmici e armonici che rendono i brani abbastanza dinamici, ma l'impressione è che alla fine i pezzi si assomiglino un po' tutti. I puristi apprezzeranno, ma la chiusura e la staticità del genere bussano alla porta. "Seven Sins" cambia registro e si propone come brano più ampio, disteso nella composizione e che prende inspirazione dalla possente discografia degli Electric Wizard. Le chitarre erigono un muro sonoro abbellito da varie linee melodiche, con qualche intervento blues psichedelico nel break ove, per la prima volta, si ha il grande onore di udire anche il basso. Il quartetto russo è una buona band che sa suonare e comporre, dimostra di aver studiato per bene tutto quello che la storia ha da offrire. 'Circus of Freaks' alla fine è un disco adatto ai puristi del doom, pertanto se state cercate qualcosa di nuovo, passate oltre. (Michele Montanari)
(Solitude Productions - 2014)
Voto: 70