Facciamo subito una premessa: se state cercando qualcosa di originale, lasciate perdere immediatamente, qui probabilmente non troverete niente che possa soddisfare le vostre esigenti orecchie, chissà che in un futuro non debba ricredermi... Però se anche voi avete voglia di distrarvi per un po’ con delle ritmiche belle cazzute e incazzate, caricarvi di adrenalina a manetta, beh magari un ascolto a questi ragazzi forse sarà proprio il caso di darlo. Nati per gioco ad un concerto dei Black Dahlia Murder (cosi come riportato in biografia), il quartetto genovese, ci investe con la propria aggressività già dall’iniziale “Everything is Word”, song ben strutturata, melodica ma non esageratamente, con le vocals di Cisco che non sono niente male; tuttavia nulla di nuovo all’orizzonte, però direi che la song si lascia ascoltare e si rivela ottima per scatenare un pogo assassino. È con la successiva “Evolution” che ho una sensazione di deja vu, perché gli articolati e ultra tecnici giri di chitarra ultracompressa (grande Riky, ex ascia dei Nerve), e le linee di basso nel pezzo centrale della song, muovono dentro di me emozioni provate in passato solo con sua santità Chuck Schuldiner e soci. Che mazzata ragazzi e che tecnica, peccato solo che manchi la genialità dei Death, altrimenti sicuramente il voto sarebbe stato un altro. Anche la terza traccia, “Cage” stupisce, soprattutto per il lavoro dietro alle pelli di Fabio (anche lui di casa nei Nerve), mostruoso nella sua preparazione e nel suo modo di suonare assai fantasioso e strabordante, una vera e propria macchina da guerra. “Through Thousand People”, ultimo pezzo di questo breve EP, ci stordisce ancora una volta per la tecnica palesata dai 4 ragazzi liguri e per il loro amore viscerale nei confronti del sound dei Death, per quella ricerca costante nel cambio di tempo o nella commistione di melodia e brutalità. Spiace solo che la durata sia cosi esigua, perché sono sicuro che ne avremo sentito delle belle. Da attendere al varco… (Francesco Scarci)
(Self)
Voto: 65
Voto: 65