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mercoledì 6 dicembre 2023

Cari lettori, vi informiamo che nel prossimo mese il nostro blog offrirà scarsi contenuti a causa delle ferie. Ci prenderemo del tempo per rigenerarci e torneremo carichi di idee fresche! Vi ringraziamo per la vostra comprensione e vi aspettiamo nel 2024 con nuove recensioni


Dear readers, we want to inform you that for the next month, our blog will be posting a few contents due to vacation time. We will be taking some time off to recharge and will return with plenty of fresh ideas! Thank you for your understanding, and we look forward to welcoming you in 2024 with new reviews

 


lunedì 4 dicembre 2023

Sinister - Diabolical Summoning

BACK IN TIME:
http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Death Old School
This is vintage old-school death metal. It varies in the degree of brutality it has to it. Killer line-up! The production quality is good too for a 1993 release. It might seem kind of "hollow" though. It's worth taking a listen to though. That is, if you are a fan of underground music. The vocals are guttural, the guitars are heavy and distorted to the nth degree, tempos are all over the place. Definitely worth checking out they remind me a little bit like Suffocation's early days. The blast beats, the music, and the double bass drums. This is a strong album in terms of their transformation. Their newer stuff is solid as well.

These riffs on here are beyond good, they're phenomenal. The vocals fit the music, totally! The songs are full of energy and originality. I really enjoyed this release. I'm surprised that I learned about this band till much later in their days!

I'm glad that I did learn about Sinister. I bought the CD because I chose to support the band, not just load up on streaming services. The music on here is hyper intensity! They speak to the listener on how they've come together as musicians and dominating the scene!

The leads on here are good as well! I don't think there's a pause in any of this that equally slows down, it exceeds everyone's expectations. The vocals stay brutal and the music just overly compensates the production quality. The tempos are fast and furious at times. But they have a certain groove to them that only death metal bands have to offer. What a magnificent release that will not let you down. I thought it good enough to buy that's how good I thought of it. I'll admit that I downloaded this before I bought it. But I'm so glad that I did! It was never boring or repetitive. It always held extraordinary tempos and the drums did it justice! (Death8699)


(Nuclear Blast/Cosmic Key Creations - 1993/2023)
Score: 80

https://sinisterofficial.com/

sabato 2 dicembre 2023

Elfman - Common Sky

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Nu Metal
Dall’Austria un gruppo alquanto indefinibile: a volte metal o quasi, a volte rap-nu-metal, in altri momenti propongono arpeggi acustici di vaga provenienza. Indubbiamente buona la produzione quanto inutile, almeno per il sottoscritto, la partecipazione di un DJ per i sampling e rumori elettronici vari. Abbastanza simili ai Fear Factory per l’uso delle chitarre ruvide ma che non dicono molto e inusuali nell'uso della voce. Fino a quando questa viene usata in modo pulito e melodico, risulta espressiva; quando s'insinuano sentori rap (vedi la traccia quattro, "Glory D."), allora fa cadere le braccia e non solo. In questa traccia, gli Elfman creano delle parti che faranno felici i seguaci delle sonorità nu-metal, non chi vuole ascoltare metal. A loro favore tuttavia c’è sicuramente l’originalità, pur essendo fuori dal seminato di qualcosa che si possa chiamare lontanamente metal. Non bastano due chitarre distorte per autodefinirsi metallari, alcune loro parti potrebbero essere infatti suonate in una discoteca e nulla più. Fanno sorridere i loro effetti elettronici e i vari loop di tastiera (vedi la quinta "By Myself"). Chissà se avranno successo. Ma forse nel pop, non certo nel metal: qui c’è già troppa merda. Se alle loro indubbie capacità compositive, unissero un minimo filo conduttore sensato, eviterebbero di unire un Kurt Kobain effettato che canta pop a una base musicale alquanto trendy. Non ho parole né voglia di ascoltarli.

venerdì 1 dicembre 2023

Looking for people willing to write reviews in The Pit of the Damned, are you interested to be part of our staff?

Write to: thepitofthedamned@gmail.com

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martedì 28 novembre 2023

Turangalila - Lazarus Taxa

#PER CHI AMA: Psych/Post Metal
Li avevo recensiti un paio di anni fa con quel sorprendente 'Cargo Cult', che delineava una band in preda a psichedelici slanci math/post rock. Li ritrovo oggi con un nuovo lavoro, 'Lazarus Taxa', e una maturità artistica rinnovata che sottolinea l'eccellente stato di forma della band barese. Dieci nuove tracce quindi per assaporare ancora quell'irrequietezza di fondo che permea il sound del quartetto pugliese, che si materializza immediatamente con le soffuse ma granitiche melodie shoegaze dell'introduttiva "Wow! Signal", un pezzo che in un qualche modo, sembra evocare quel post metal che avevo descritto nell'ultima "Die Anderen" del precedente album. Un pezzo timido che lascerà ben presto il posto a "Neopsy" e a una ritmica potente ma forte di una linea melodica più dinamica e coinvolgente, che si muove comunque in un'alternanza tra sonorità più fluide e altre più oblique che giocano, non poco, a disorientare l'ascoltatore. Effetto quanto mai recepito durante il mio personale ascolto di questa song, cosi incisiva e ipnotica, e convincente soprattutto a livello vocale. Soffice invece l'approccio offerto in apertura della spettrale "Ugo", dove un senso onirico perdura fino a quando i nostri non decidono di aumentare il numero dei giri, in una strategia musicale che vede una successione ritmica tra atmosfere più pacate e altre più movimentate, dove peraltro a palesarsi, c'è anche una sezione d'archi. Suggestiva non c'è che dire, anche nella porzione più rabbiosa nel finale che ci introduce alla più nevrotica "P38", traccia che si muove tra ritmiche sincopate e vocals eteree, altro effetto che potrebbe essere confondente a chi approccia la band per la prima volta. Ma questo è ciò che vogliono trasmettere i Turangalila, ne sono certo: in "Antonio, Ragazzo Delfino" la band ci scuote con una ritmica di tooliana memoria, anche se ad un certo punto (verso il terzo minuto), il sound diviene più lisergico nelle sue deliranti e ossessive linee di chitarra. Ancora tanta sofficità nelle note sognanti della title track, almeno fino a metà brano, quanto farà capolino l'asprezza delle chitarre che per 50 secondi ringhiano come lupi inferociti, ma che successivamente ci accompagneranno in incorporee atmosfere ultra sensoriali. "Reverie" è una schiva (e stranita) strumentale traccia arpeggiata che tuttavia sembra cullarci in modo psicotico, prima di un'altra breve song, "A Pilot With No Eyes", che sembra lontanamente odorare di un che dei Neurosis più sognanti. Lo sludge più torbido e melmoso di questi ultimi si fa più evidente nelle note di "To The Boy Who Sought Freedom, Goodbye", costituita da atmosfere dense e dilatate al tempo stesso, esplosioni convulsive e spasmodiche e rallentamenti angoscianti, che la innalzano quale brano più strutturato del lotto e anche mio preferito, e dove, i vocalizzi del frontman abbandonano la componente shoegaze per abbracciare quella più pulita e profonda del buon Scott Kelly. A chiudere ci pensa un ultimo buffetto sul viso, ossia le delicate note strumentali (con tanto di malinconico sax) di "Jisei" che fissa nuovi ed elevati standard artistici per i Turangalila. (Francesco Scarci)

(Private Room Records - 2023)
Voto: 78

https://turangalila.bandcamp.com/album/lazarus-taxa

lunedì 27 novembre 2023

Crabe – Visite du Temple Innè

#PER CHI AMA: Punk/Hardcore/Noise
Poco più di dieci anni di attività e una sterminata collana di uscite per questa band canadese dal suono difficilmente catalogabile, musica eterogenea che guarda a 360° il sottosuolo musicale sotto molti punti di vista. Il duo affronta in quest'ultimo album una nuova sfida, mettendo a dura prova l'ascoltatore che è sommerso da una valanga sonica di idee contrastanti ma efficaci, cosa che ha sempre contraddistinto il progetto Crabe, solo che in questa nuova fatica, l'abilità nel mischiare le carte dei generi, è così pregevole che risulta impossibile rimanere impassibili di fronte a questo prodotto. Partiamo col dire che è musica trasversale e alternativa fino al midollo, che ci si può imbattere nelle escursioni rap dei Beastie Boys, epoca 'Paul's Boutique', quanto al punk intelligente di "Never Mind the Ballots" dei Chumbawamba, messo in parallelo con la forza dei Poison Idea, il grunge indomabile dei Melvins di 'Houdini', una parte di seminali e sotterranee hardcore band come Focused o ancora DNA, e composizioni in uno stile da chansonnier francese con in sottofondo, una certa vena di follia e avanguardia, che rimanda ai Piniol o ai Brice et Sa Pute. Il disco, cantato in lingua madre, viaggia a gonfie vele in un continuo sorprendere: è decisamente interessante come il duo di Montrèal riesca a mantenere le redini del gioco, interagendo con tanti ma soprattutto diversi, generi musicali e stili, senza perdere originalità, energia e smalto. L'album è una lunga compilation, di oltre 40 minuti, che si apre con due brani splendidi, claustrofobici, nervosi, rumorosi, ovvero "Conscience Universelle" e "Leb Doggo" dove appare la bella voce della compositrice Annie-Claude Deschênes come ospite. "Politique Dracula 23", con i suoi impulsi quasi funky e alternative disco, chiude la prima triade di canzoni al fulmicotone, "Je Ne Peux Pas Te Dire Je t'Aime" presenta alla voce un altro ospite, N NAO, per un brano tutto pop e miele, in uno sconcertante stile da canzonetta radiofonica francese, che nel meltin' pot della musica dei Crabe, trova la sua location tranquillamente, prima della folle "Nightmom", che sembra una vecchia radio in cerca della giusta frequenza, passando con naturalezza, dall'avanguardia vagamente zappiana all'hardcore. Il brano "2020" ospita The American Devices, praticamente gli FFF in guerra con il proprio funk da destrutturare a colpi di death metal. "Limp de Quoi" rispolvera gli scratch old school, per sviluppare un brano assai interessante sullo stile dei poco considerati Sweet Lizard Illtet, uniti a certo metal alternativo pesante, intuizione anni '90 per un'ottima song. Evoluzione filmica per un altro splendido brano, "Nos Pères se Meurent", con l'ennesimo ospite, Simone Provencher, che esplora sonorità sinfoniche e post black metal alla Liturgy, sicuramente il brano più interessante e originale del disco. "Pourquoi" è pesante rock alternativo e fantasioso mentre la conclusiva "Personne Proximité", con la voce di Hubert Lenoir, gioca le sue carte tra elettronica, pop moderno e sperimentazioni noise. Cosa dire dopo una carrellata così ampia ed esasperata di generi musicali, se non che i Crabe hanno raggiunto una maturità compositiva di tutto rispetto, restando comunque allacciati alla loro indole di underground band, nella ricerca del suono e nella proposta artistica, alternativi sempre e comunque, come ad esempio, nell'artwork di copertina e nella loro libertà di mescolare suoni e stili diversi, un esempio di come il crossover possa far resistere ed elevare i suoi valori incurante del passare del tempo. Certamente una band dal potenziale enorme se saprà mantenere questa soglia di fantasia compositiva. Ascolto consigliato. (Bob Stoner)

Latex Baby - Stab

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial Black
I Latex Baby sono nati dall’unione di Dr. Morbus (proveniente dalla death/black metal band Antrum) e Fetish X (proveniente dall’harsh noise band Involucro). Quello che vi presento oggi è il primo interessante lavoro della band (prima che se ne perdessero completamente le tracce, tant'è che non abbiamo trovato nemmeno uno straccio di sito internet/ndr). Dimostrazione di ciò è il fatto che il gruppo comparve anche nella compilation 'Death Odours' dell'importante etichetta italiana Slaughter Productions. Il primo brano ("Weak Flesh Persecution") è composto da una dinamica parte elettronica a cui si sovrappongono voci filtrate e una parte noise. I due brani successivi ("Cut-Off Throat" e "Lacerated Wombs") sono sostenuti da un riffing metal che si muove tra industial, death e black e che spesso serve solo come componente ritmico (come ossatura direi) in quanto la parte principale è affidata allo strato noise assai ben sviluppato, coinvolgente e scorrevole. È molto ben riuscita l’amalgama tra le singole partiture e sono forti le sensazioni che riesce a dare lo spesso sound di "Stab". L’ultimo brano ("Pierced Clits & Razorblades") è un morbido ed avvolgente pezzo industrial, morboso e pericolosamente attraente; potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora a qualche bella scena del film 'Naked Blood'. È un peccato che questo lavoro duri solo un quarto d’ora; avrei proprio voluto ascoltare cosa i Latex Baby sarebbero stati capaci di fare su un full-length! Disco consigliatissimo.
 
(Necro.files Music - 2000)
Voto: 70


Ashtar - Wandering Through Time

#FOR FANS OF: Black/Doom
During its over a decade of existence, the Swiss project Ashtar hasn’t been particularly active, as it has only released two albums until 2023. But as it usually happens, the quality has more importance than the quantity, and this formerly duo released two interesting albums which were worth of our time. And I say formerly, as since 2022 Ashtar has been reduced to a solo project as the Finnish musician Lehtinen is out of the band. As a consequence of this, Nadine Lehtinen, as known as ‘Witch N’ will take the duties of composing and releasing the upcoming albums, while the last offer, entitled 'Wandering Through Time', has yet been composed by the original duo. 
 
As it happened with this predecessor 'Kaikuja', the new opus is released by the well-known label Eisenwald. Ahstar’s musical formula is an interesting combination of black and doom metal. Nadine’s vocals have a distinctive black metal touch, as they are raspy and high-pitched. Pace-wise the music is undoubtedly influenced by the slower rhythm so common in the doom metal genre, while the guitar riffs have a mix of both genres, tending to a sound closer to one or another genre depending on each moment. When we talk about the pace, a song like "Deep Space and High Waters" clearly tends to a sound more doomish as it has a more mid-paced structure, although Ashtar tries to vary the pace of the track as it advances just to avoid sounding predictable and too monotonous. In any case, as the album goes on, the tracks are more heavily influenced by doom metal as their pace is slower and the riffs sound even more crushing. A clear example of it, is the long album closer "I Want to Die", which is actually a cover by Post Mortem, but it perfectly reflects how the album sounds. The first half of this effort, on the other side, is a bit more diverse in terms of structure and pace, as the black metal influence here is a bit stronger. This successfully adds some energy in the compositions, as in the aforementioned third track, but especially in the first two songs. The second track, entitled "The Submerged Empire", is my favorite one. The guitar work is excellent with some addictive melodies and the second half of this track contains some interesting surprises. For example, a remarkably beautiful violin interlude which is totally unexpected. This calmer and more delicate section is followed by a heavier one, which suddenly gains a lot of speed and fury. This ferocious final section is ended by a second and equally beautiful apparition of the violin which ends the song in style. 

In conclusion, 'Wandering Through Time' is a solid effort which would be a more inspired and interesting album, if the second half of the album would contain more diversity in its pace and a stronger black metal influence, as it can be heard in the first tracks. I honestly think that Ashtar’s music benefits itself from this more balanced mixture as it sounds more captivating. (Alain González Artola)
 
(Eisenwald - 2023)
Score: 70