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venerdì 24 giugno 2022

Obituary - S/t

#FOR FANS OF: Death Metal
This is a solid album, not monumental like 'Cause of Death', but still a great effort by these Floridian based death metal veterans. I can say that they're still making good music! The songs are a little bit more up tempo than a lot of their older releases. A lot of energy here, and deathly vocals by John Tardy. I don't know, I liked them with James Murphy on lead guitar but that was just for maybe one album (COD). Their new members are still kicking ass in the lead department though. And the riffs are heavy and thick. Good stuff! Songs are a little bit longer than the usual Obituary but still killing it!

I liked the production quality on here. It's well mixed as well. Tardy's vocals just spew out utter hatred. The riffs are a little groove-laden, but cool. I like the songs on here and the approach. Really good songwriting style on here. And they seem to never lose the intensity or vibe to the songs. It's totally them on here unlike I felt 'Inked In Blood' was a little shallow. Here the production has it more solid than that release I mentioned. Not every song on here is fast but still quality. I liked the whole album all the way through they kick serious butt. The riffs are catchy and heavy as all hell! Death is now!

As I talked about the production and the quality it has than with previous releases, it really did the band good. All the tracks on here are sickly. Behind the set Donald does a good job as well. Both of the Tardy brothers sure as hell rip it up on here. Cannot mistake the Tardy voice though it's one of a kind! I like the song structures how they make way towards total noise annihilation. There isn't a song on here that I disliked. They all were good. A lot of double bass by Donald right alongside that tremolo picking in the guitar department. These Florida veterans are still making good music!

Check this album out on YouTube or just buy the physical CD. The album is worth buying. You get a better sound (to me) on CD. But to each their own. If this review hasn't convinced you to contribute to metal and to the band, then I didn't do my job on here. I'm not sure if this is available to Spotify users but Bandcamp they should be on. Support this band! Their death metal is right on and 30 years in making albums this one is a step up from some mediocre ones. (Death8699)


(Relapse Records - 2017)
Score: 73

https://www.obituary.cc/

Il Wedding Kollektiv & Female Friends Play Soup

#PER CHI AMA: Elettronica/Alternative
Devo ammettere che i remix in genere non mi hanno mai appassionato. Ricordo brani di The Cure e Killing Joke stravolti al punto tale che mi era difficile trovarne un senso, anche se, e ne sono sicuro, una spiegazione artistica ci deve essere, sempre e comunque, in queste strane operazioni di restyling. Ecco spiegata in breve la mia allergia per i remix su vasta scala. Qui però parliamo del progetto di Alessandro Denni, che poco più di un anno fa, usciva a nome de Il Wedding Kollektiv, e rilasciava un'ottima opera prima dal titolo 'Brodo', che abbiamo recensito a pieni voti e abbiamo apprezzato parecchio. Oggi l'artista italico torna con un moniker più lungo, ll Wedding Kollektiv & Female Friends, insieme ad una schiera di ospiti (Eva Geist, Munsha, Francesco Galdieri, Sadi & Sam Barreto Cardoso Bertoldi, Foria) che marchiano a fuoco i brani dell'album con un tocco più elettronico, con tendenze alla musica da club, cambiando le coordinate delle canzoni in maniera anche molto aggressiva. A mio avviso, questo toglie quel sentore di IDM totalmente libera e originale che il disco portava intrinseco tra le sue note. Comunque, l'aumento ritmico è centrato, funzionale, gli innesti elettronici si fanno più pesanti e pulsano a dovere, la voce si frantuma e si ricompone ma l'intima aura di elettronica, avanguardia, no wave e pop cantato in italiano, era meglio percepita nel disco d'origine. Ascoltate la differenza emotiva tra le due versioni di "A Proposito del tuo Candore", e avrete chiaro il taglio stilistico differente, che nel nuovo disco prende una piega sommariamente più orecchiabile e commerciale, che non è male di per sé, ma che non eguaglia il suo predecessore. D'altra parte una voce splendida come quella di Tiziana Lo Conte, la si può ascoltare per ore in qualsiasi contesto senza smettere mai di amare il suo modo di cantare e la sua teatralità. Tornando al nuovo disco, bella la riedizione de "L'Astronomo (super bass remix)" con quelle frasi estrapolate ad effetto e usate in un contesto più claustrofobico, ed anche "Ciò che Resta del Fuoco", che non perde l'atmosfera creata dalle parole di un testo molto suggestivo. In generale, Soup, resta un gran bel album, da apprezzare a sè stante, staccato dalle tracce originali. Tutto è più duro, i suoni, gli accenni alla new wave più accattivante e pop degli 80's, le voci trattate e distorte sono un buon frullato di musiche moderne, pulsanti e ossessive. Il brano che mi ha veramente colpito? L'inedita "Piccola Suite per Lavare i Pavimenti", è splendida nel suo impasto di generi, tra dark wave/etnica e accenni jazz, una vera e propria perla oserei dire, ed anche se sposto ancora una volta il mio gusto personale verso il suo predecessore, devo ammettere che il Il Wedding Kollective, in questi due anni di vita, ha generato musica di altissima qualità e carica di originalità, dischi di musica intelligente che dovrebbero fare la differenza nel disastrato mondo sonoro in cui viviamo. (Bob Stoner)

lunedì 20 giugno 2022

Ninhursag - Rite Of Initiating Blessing Part II

#PER CHI AMA: Black/Death
Non è cosi prolifica la scena croata, ed imbattersi in una realtà proveniente dai Balcani che tratta di antico Egitto e tavole sumere, potrebbe anche rivelarsi un'esperienza musicale significativa. La creatura di oggi si chiama Ninhursag (dal nome di una divinità sumera) e si tratta di una one man band guidata da Enshag che con 'Rite of Initiating Blessing Part II', propone il secondo capitolo di un lavoro iniziato nel 2020. Due soli i brani a disposizione però parecchio lunghi, che si aprono con le sinistre melodie di "Words Spoken by Him Whose Names Are Hidden", una traccia che esploderà in vorticose ritmiche black tra blast beat furenti, partiture sghembe e acidissime screaming vocals. In questo marasma sonoro non mancano nemmeno le melodie, non proprio evidentissime, ma comunque un filo conduttore in sottofondo si sente ed è apprezzabile. Certo, se non avessi letto l'origine del mastermind di quest'oggi, avrei pensato ad un che di transalpino per queste similitudini con gente del calibro di Deathspell Omega. La song non concede troppa tregua con quel suo assalto incalzante e brutale, che si conferma anche nella successiva "The Hymn of the Fifty Names of Marduk", altri nove minuti e mezzo di ipnotiche sonorità black che trovano pace in sporadici rallentamenti dal piglio tribale. Mi piace l'approccio musicale del polistrumentista croato che, pur non inventando nulla di originale, ha per lo meno il coraggio di mettersi in gioco con sonorità frenetiche interrotte solo da un brevissimo ed inquietante break, prima di una nuova feroce ripartenza che vedrà comunque il suono ondeggiare tra ulteriori sfuriate black e rallentamenti occulti, come quelli che chiudono il brano. Insomma, un buon lavoro, ma ho aspettative ben più alte dal futuro dei Ninhursag. (Francesco Scarci)

Sólstafir - Köld

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Prog/Post Metal
Prefiguratevi una chitarra magmatica e assolutizzante che discioglie basso e pelli, un uso a dir poco sfrontato dei piatti. Strumenti e voce conglomerati in una sorta di unisono emozionale. OK? Andiamo. Gettarsi alle spalle le black-ragazzate degli inizi: è tempo di architettare sontuose suite progressive (i saliscendi ritmici ed emotivi di "Köld", la onnicomprensiva "Goddess of the Ages" in chiusura) oppure ipnotiche progessioni post-wave ("78 Days in the Desert" e in sostanza tutto il resto del disco uno). Più prossime ai lavori precedenti invece le cupe rarefazioni doom del disco due: la evocativa, post-gilmouriana "Necrologue", eseguita ad ogni concerto e dedicata a un amico prematuramente scomparso, il neurotico singolo "Love is the Devil (and I'm in Love)", una "World Void of Souls" forse solo eccessivamente lunga ma inaspettatamente Nine Inch Nails nel finale. Ascoltate questo disco mentre cercate di figurarvi i Sólstafir in persona rinchiusi nell'armadio del video di "Close to Me" mentre rotolano giù nella caldera dell'Eyjafjöll. (Alberto Calorosi)
 
(Spikefarm Records - 2009)
Voto: 78

Ekoa - Chrysalis

#PER CHI AMA: Prog Death
Interessante biglietto da visita quello dei polacchi Ekoa che con il loro debut EP intitolato 'Chrisalis', si cimentano in un 4-track che ci dice fondamentalmente quanto di buono aspettarci dal futuro di questa band originaria di Cracovia, che include anche l'ex batterista (spagnolo) degli Occasum Solis. La proposta? Un valido concentrato di prog death dalle forti venature groove/metalcore che si palesano sin dall'opener "Rooted into Grudge" che mette in mostra le potenzialità dell'ensemble sia a livello ritmico che vocale, con un dualismo, voce pulita e growl, davvero azzeccato. L'elevata presenza di melodia si contrappone a riffoni granitici anche nella successiva e più malinconica "The Stoic", mentre le partiture acustiche interrompono intelligentemente quel "wall of sound" (di prima scuola Opeth) che caratterizza il brano. Gradevole anche l'assolo conclusivo, anche se l'avrei preferito di maggiore durata. "Delegation of Thoughts" è un po' più classicona nel suo incedere portentoso ma i vari cambi di tempo, le voci più alternative e il breve assolo, la rendono comunque piacevole. In chiusura "Chimera", il pezzo più lungo del lotto, e quello che forse più si discosta dagli altri, con riferimenti che a mio avviso richiamano anche i nostrani Novembre e che aprono ulteriori scenari per questa nuova storia polacca. (Francesco Scarci)

Darkthrone - The Cult is Alive

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Thrash
Scrivere qualcosa sui Darkthrone, che già non sia stato detto, diventa ogni giorno che passa, sempre più arduo. Dopo aver recensito il discreto EP 'Too Old, Too Cold', eccomi a dare il mio giudizio anche su questo 'The Cult is Alice', un album che non si discosta poi molto, dai precedenti lavori e porta avanti, a testa bassa, il discorso intrapreso dal duo scandinavo fine anni '80, attraverso queste dieci tracks, non molto dissimili, se volete, dal Mcd sopra menzionato. La musica della band è, come sempre, una colata malvagia di note black, dal forte sapore punk, che contraddistingue il gruppo fin dai suoi esordi. Le dieci maligne songs scorrono via che è un piacere, all’insegna di un mosh frenetico e continuo, creato dal sound grezzo dei nostri, il solito ipotetico mix tra Motorhead e raw black metal. Da segnalare "Graveyard Slut" con un inusuale Fenriz in veste di cantante, brano peraltro già comparso in 'Too Old Too Cold', dove però alla voce compariva il buon Nocturno Culto. I brani sono spesso ripetitivi si sa; devo ammettere però che in alcuni frangenti la chitarra di Nocturno è ben ispirata, sfoggiando alcuni “sporchi” assoli niente male. Angosciante "De Underjordiske", vera e propria calata negli inferi, in cui i due norvegesi ci prendono per mano e ci accompagnano nell’esplorazione dei gironi infernali; la diabolica song mi ha molto ricordato gli esordi dei conterranei Manes per quelle sue atmosfere al limite del claustrofobico. Altro da scrivere su una delle band storiche del black metal, lo ripeto, risulta assai difficile. 'The Cult is Alive' è il tipico album “made by Darkthrone” e si sa, i Darkthrone o si amano o si odiano. Per concludere: album numero 11 per l’act scandinavo e pollice verso l’alto a confermare il valore di una band che, nonostante la non impeccabile perizia tecnica e la scarsa fantasia compositiva, ha saputo crearsi comunque un seguito, davvero ragguardevole, nel panorama metal. (Francesco Scarci)

(Peaceville Records - 2006)
Voto: 73

https://www.facebook.com/Darkthroneofficial/

Testament - The Formation of Damnation

#FOR FANS OF: Thrash Metal
This is a good one! The 80's Testament had low quality recordings so the production quality wasn't there. Now with the 21st century version of the band we don't have that. This one is pretty solid and tight. There are a few members here that came and go which would be bassist Greg Christian whom the band had a falling out with and Paul Bostaph (ex-Forbidden, ex-Slayer) on drums here. I thought that the songs were awesome and sound overall is definitely top notch. The music and vocals stand out the most. I like how they redid some of the old tracks ("Souls of Black", "Practice What You Preach", etc.). Sound quality is just so much better!

Peterson has been one long-time member that seems to be the driving force of rhythm guitar though now he's executing some leads as well. I wish he'd stay rhythm and let Skolnick write all the solos. That's not happening unfortunately. But Peterson writes awesome rhythms as shown on the re-recording of the first two albums on their 'First Strike Still Deadly' release in 2001. Testament has a multitude of LP's that are solid, new or old. They're still hacking it these Bay Area thrashers. I always liked this band, they don't seem to disappoint! With this LP, their approach was solid rhythms and forceful vocals. Everything seemed to go well on here!

I liked all of the songs on here and this is a solid recording. Not sure why it'd get a bad rap in ratings, very good quality music here. I liked the rhythm guitars the most and a few of Skolnick's leads. Chuck Billy always delivers to that's not an issue. I tell you, there aren't many things wrong with this recording. That is, in my humble opinion. I was missing this CD in my collection so I made sure to pick it up. I just figured that since it was Testament it'd do no real wrong. Though, like I said they had some album flops but not many. As long as they had most of the founding members then it's solid.

Well, this is a 2008 recording that's streaming, but I just bought the CD. If you want to hear what it sounds like before buying it it's on Spotify or YouTube. The main members (Alex, Eric, Chuck & Greg) were featured exclusively on here. So you bet it's going to be solid. The guitars galore here and Chuck with his unique vocals makes it out of sight! I guess I felt that it needed a strong rating since the music had me sucked in here. They really were underrated on here. I think a "80" is appropriate because the songwriting was super spot on everything seemed to come together on this one! Take a listen! (Death8699)

(Nuclear Blast - 2008)
Score: 80

https://www.testamentlegions.com/site/

giovedì 16 giugno 2022

Warpaint - S/t

#PER CHI AMA: Darkwave/Dreampop
La seconda esperienza discografica delle Warpaint si colloca nell'intersezione tra l'immenso background musicale dell'eminente (e preminente) produttore Flood e certe lomografiche diffrazioni iperurbane losangeline anni novanta, tipo festino a base di crack e cheerleader strafatte, per intenderci ("Disco // Very"). Per inquadrare le sonorità delle nostre potete altrimenti immaginarvi dei Sonic Youth ficcati nella Washing Machine (la lavatrice dai) con un chilo di ammorbidente ("Feeling Alright" o il singolo "Love is to Die"). Altre sfumature dream-pop: Tori Amos pianta una grana perché non vuole saperne di registrare la cover di "Foreign Affair" ("Biggy"); Mary Margareth O'Hara sostiene che l'autunno nel tinello dei Kings of Convenience è persino più triste dell'inverno nel solaio dei Sigur Ros ("Go In"). I Mazzy Star si qualificano per la finale dei campionati mondiali di pera e divano ("Teese"). Nonostante la nebbiolina psicotropa, l'album risulta nitidamente torpido e, a tratti, languidamente sonico. Staccate l'antenna, accendete la TV, procuratevi qualcosa di molto forte e passate l'intera nottata stesi sul letto a fissare il rumore bianco con questo album in autorepeat. (Alberto Calorosi)

(Rough Trade - 2014)
Voto: 75

https://www.facebook.com/warpaintwarpaint