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giovedì 16 giugno 2022

Warpaint - S/t

#PER CHI AMA: Darkwave/Dreampop
La seconda esperienza discografica delle Warpaint si colloca nell'intersezione tra l'immenso background musicale dell'eminente (e preminente) produttore Flood e certe lomografiche diffrazioni iperurbane losangeline anni novanta, tipo festino a base di crack e cheerleader strafatte, per intenderci ("Disco // Very"). Per inquadrare le sonorità delle nostre potete altrimenti immaginarvi dei Sonic Youth ficcati nella Washing Machine (la lavatrice dai) con un chilo di ammorbidente ("Feeling Alright" o il singolo "Love is to Die"). Altre sfumature dream-pop: Tori Amos pianta una grana perché non vuole saperne di registrare la cover di "Foreign Affair" ("Biggy"); Mary Margareth O'Hara sostiene che l'autunno nel tinello dei Kings of Convenience è persino più triste dell'inverno nel solaio dei Sigur Ros ("Go In"). I Mazzy Star si qualificano per la finale dei campionati mondiali di pera e divano ("Teese"). Nonostante la nebbiolina psicotropa, l'album risulta nitidamente torpido e, a tratti, languidamente sonico. Staccate l'antenna, accendete la TV, procuratevi qualcosa di molto forte e passate l'intera nottata stesi sul letto a fissare il rumore bianco con questo album in autorepeat. (Alberto Calorosi)

(Rough Trade - 2014)
Voto: 75

https://www.facebook.com/warpaintwarpaint

lunedì 13 giugno 2022

The Decemberists - The King is Dead

#PER CHI AMA: Folk Rock
L'impervio percorso artistico del più ingombrante genio del prog-nu-folk non facente sesso con le groupies, scivola per sottrazione con la stessa velocità di una discesa lungo la coclea di Fibonacci. Ma se è facile sottrarre da 'Crane Wife' (il quarto album della band statunitense) le progressioni progressive e mainstrimate mainstream, se è altrettanto facile sottrarre da 'Hounds of Love' certi arzigogolanti arzigogoli da 'Quesito con la Susi' o da ultimi Porcupine Tree, meno facile è sottrarre alle vivaci composizioni dei primi album dei The Decemberists quella rurale spontaneità che odora di cuoio e merda di vacca. 'The King is Dead' è la (meravigliosamente eseguita e impeccabilmente prodotta) teca di cristallo che espone il songwriting di Colin Meloy al massimo del suo talento creativo. Ascoltate questo album ogni volta che pensate di aver fatto una cosa di cui avete paura di pentirvi. Vale a dire, spesso. (Alberto Calorosi)

(Capitol Records/Rough Trade Records - 2011)
Voto: 75

http://www.decemberists.com/

giovedì 3 marzo 2022

Warpaint - Heads Up

#PER CHI AMA: Psych/Art Rock
Un'avveduta riproposizione degli acclamati languori sonici già sobillati nel lavoro precedente ma opportunamente (forse troppo/rtunamente) arricchiti di trame e substrati elettronici, vedi per esempio la kraut-bossa medialista di "Don't Wanna" o le distanze fatton-danzerecce di "So Good" o "Don't Let Go" e ancora la Bristol/izzazione diffusa un po' ovunque, ma soprattutto in apertura ("By Your Side" e "Whiteout"). Oppostamente, due elementi di continuità conducono l'ascoltatore nei paraggi del precedente, omonimo 'Warpaint': la progressiva riverberanza (leggi: sonnolenza) dei suoni e la (stra)ordinaria voce di Theresa Wayman, sempre (in)consapevolmente carica di sensualità ipnotica post-fattanza (in "Whiteout" soprattutto). Spregiudicatamente dream-poppy e save-a-prayeristico invece il singolo "New Song", soltanto apparentemente avulso dal contesto sonoro di quest'album dedito ad un psych art rock tutto al femminile. Un album che fareste bene ad ascoltare in cuffia mentre aspettate l'alba strafatti di mescalina, gambe penzoloni, seduti su un molo di legno proteso nell'Oceano Pacifico. (Alberto Calorosi)

(Rough Trade - 2016)
Voto: 68

https://www.facebook.com/warpaintwarpaint

mercoledì 31 agosto 2016

Faun - Totem

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Neofolk, Medieval, Orplid
A distanza di un paio d’anni dal precedente lavoro, 'Renaissance' (datato 2005), tornò in pista il quintetto teutonico dei Faun, con un nuovo affascinante album. Dopo una lunga intro di quasi quattro minuti, inizia un viaggio nel loro mondo ancestrale. 'Totem' è suddiviso virtualmente in tre capitoli: la prima parte viaggia su binari dark gothic, con le voci di Lisa e Fiona sempre in risalto e l’intrigante uso di strumenti folkloristici, come il bouzouki irlandese, l’arpa celtica, il didgeridoo e l’hurdy-gurdy, che conferiscono al sound dei nostri, le emozioni tipiche della musica classica, per la sua capacità di essere senza tempo. Si tratta di composizioni vellutate, estremamente rilassanti, che ci riportano con la mente a paesaggi incantati, con quell’uso delle chitarre acustiche che tracciano dolci linee melodiche e angeliche vocals femminile che declamano splendide poesie. Ciò che mi fa storcere il naso è come sempre il cantato maschile di Oliver Sa Tyr in lingua tedesca, e quella sua incapacità di fondo di risultare melodica. La parte centrale del disco è invece orientata a sonorità medievali: sembra di essere scaraventati indietro nel tempo di quasi mille anni nella lande scozzesi che hanno ospitato il film 'Braveheart', grazie all’utilizzo di strumenti “vetusti” quali mandolino, flauti, percussioni e cornamusa. La terza parte del cd infine, torna a ricalcare il sound posto in apertura di questo lavoro, con ambientazioni più oscure e ipnotiche, fatte di atmosfere evocanti antichi riti pagani ed una certa spiritualità che mostra la connessione dei nostri con la natura. 'Totem' non è certo un disco di facile approccio, ma se siete alla ricerca di musica di sicuro non banale, la proposta dei Faun, potrebbe sicuramente fare al caso vostro. (Francesco Scarci)

(Curzweyhl/Rough Trade - 2007)
Voto: 70

http://www.faune.de/faun/pages/start_en.html