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domenica 2 gennaio 2022

No God Only Teeth - Placenta

#PER CHI AMA: Post Hardcore/Post Metal
Mamma, quanta tensione nelle note introduttive di questo 'Placenta', opera prima dei teutonici No God Only Teeth. La band originaria di Amburgo, che lo scorso anno si era fatta notare col demo omonimo, trova nella Narshardaa Records il partner perfetto per rilasciare questo lavoro. Sette pezzi per poco più di 48 minuti di musica a metà strada tra hardcore, post metal e sludge. Al primo, probabilmente, l'avvicinerei per quel cantato acidissimo ad opera di una sprezzante cantante (tal F.). Al post metal l'accosterei invece per quel riffing di scuola Neurosis/Cult of Luna, mentre per quel che concerne lo sludge, beh sentitevi le asfissianti atmosfere di "Raffer" per capirne qualcosa di più. Il disco apre tuttavia in modo granitico con la lunga "Gegenlicht", un percorso emozionalmente ondivago tra richiami post hardcore, dilatazioni post metal e un oscurissimo finale al limite del doom. Fantastica l'apertura atmosferica di "Safer", peccato poi mi convinca meno l'attacco di batteria e voce, graffiante ma un filino sgraziata, manco fosse un gatto a cui gli si è pestata la coda. Meglio i nostri nei frangenti più compassati, in cui la band evidenzia anche una certa vena malinconica, pur mantenendo una solidità a livello ritmico. Più ancorata al passato e pertanto più piattina "Stockholm", che oltre ad offrire un interessante break chitarristico, ha ben poco altro di esaltante. E intanto la voce della frontwoman inizia a stancare per una certa staticità a livello canoro. Inquietante l'incipit vocale di "15.37.12", una song di somma violenza (quasi black) alternata a più riprese ad un riffing più ponderato in cui, il suono costantemente pastoso, fatica a mettere in luce la performance strumentale. Un peccato perchè il marasma sonora penalizza la riuscita del brano. Ancora furore e devastazione con la successiva "Bethune", dove mi rendo conto che inizio a non sopportare più la performance vocale della cantante e la tentazione è quella di spingermi quanto prima verso la fine del disco. Rimangono infatti un altro paio di pezzi a rapporto: la già citata "Raffer", che si muove tra bordate hardcore e mortiferi rallentamenti sludge, e la bonus track, "Matters", con un riffing a tratti malinconico alternato ad un più sconclusionato rifferama quasi di scuola Pantera, da rivedere. Insomma, le basi ci sono, dovrebbero essere convogliate un pochino meglio. (Francesco Scarci)

Orsak:Oslo - Skimmer / Vemod

#PER CHI AMA: Post/Kraut Rock
'Skimmer' e 'Vemod' sono due EP usciti rispettivamente in formato digitale a giugno 2020 e a dicembre 2021. La label tedesca Kapitän Platte ha pensato bene di prendere i due dischetti e schiaffarli su supporto fisico (vinile e cd) e darceli in pasto. Noi eravamo rimasti al loro album omonimo nel 2019 e quindi aspettavamo con un certo interesse una nuova uscita del quartetto norvegese-svedese, dato il positivissimo feedback sul precedente lavoro. Eccoci dunque accontentati con sei pezzi che propongono il classico sound post rock strumentale della band scandinava, sempre e comunque a cavallo con certa psichedelia e il kraut rock. A differenza del mio buon vecchio collega però, che osannava in un certo senso il sound dei nostri, io in tutta franchezza, non mi sento di dire che la proposta dei quattro musicisti sia cosi imprescindibile. Di album di questo genere, per quanto questo sia davvero ben suonato, ne sento e recensisco a bizzeffe, basti pensare a tutta la produzione Bird's Robe Records. Gli Orsak:Oslo alla fine non inventano nulla di nuovo, ci prendono per mano con il loro sound riflessivo ("Passage"), rilassante ("Skimmer"), estremamente atmosferico tra l'acustico e il graffiante ("Cloudburst"), l'ipnotico ("Vemod"), il pulsante ("Mod America", tra l'altro il mio brano preferito) e ancora quella proposta a metà strada tra post punk e post rock, guidato sempre da un'ispiratissima chitarra che per tutto il disco si prende la scena. 'Skimmer / Vemod' alla fine ci consegna una mezz'ora abbondante di suoni piacevoli, ma che non mi sento cosi propenso a rubare con gli occhi. (Francesco Scarci)

mercoledì 29 dicembre 2021

Behemoth - The Satanist

#FOR FANS OF: Black/Death
Being the first time reviewing Behemoth, I felt that it was necessary though they've already gotten so many reviews already of this one. So this album/band has been around for a while, but are to me being a newbie to them. And their music. I think that their style is pretty unique and cool. The guitars neatly orchestrated and played out. There weren't any songs on here that I disliked. It just took me a while to get into this one. Even though it's gotten some spins, more in this case is better. You get a better feel to what they're like as well. The band themselves are well established in the metal community.

The main thing that I took a liking to were the guitars. Definitely heavy but melodic. They pave out their own music unique qualities to them. I felt that they did well in that respect. Nergal their frontman know how to put out great music. A lot that's on here is their own style and vibe. It's dark, but still worthy of praise. Since I'm not familiar with their newer or older releases, I cannot really compare them to any of those. But they have me hooked. I'm in for the long haul with this band as long as they continue to put out quality material. And with this one, they did the band some justice. A great effort here!

I thought the atmosphere and sound quality was top notch. The vocals went well with the music. They definitely are a very dark band. And this one is an example of it. There are some blast beating on here though not to a very common occurrence. A lot of the tempos are rather slow (not all) but still well pieced together. I enjoyed this album from start to finish. I don't think any song on here isn't unique. They all did a good job at orchestrating original music along with the vibe that they portray. Nergal gives us some great musicianship and way in their genres to look for in a band.

I bought this CD because I'm a CD collector. And this band being so well reviewed, that I'd give it a try. I'm actually planning on getting more of their releases in their discography. This one was a good start though the album tittle is so grim 'The Satanist'. I'm sure that they don't want you to take it to heard, but just the fact that they are a definitely dark band who takes their music seriously in getting it to sound like the darkest pits of hell. You could probably find this one online and if you're new to the band, expect diversity in style. They really know how to get their sound out here and music awesomely played! Check this one out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2014)
Score: 80

https://www.facebook.com/behemoth

lunedì 27 dicembre 2021

Yes - Heaven & Earth

#PER CHI AMA: Prog Rock
A nulla servirà l'idro-pop di derivazione anninovantesca-alla-Talk ("The Game") o anniottantesca-alla-90125-ma-che-dico-magari-90125-qui-al-massimo-siamo-dalle-parti-di-big-generator ("It Was All We Knew"), o le risibili orchestrazioni finto-soundtrack in apertura di "Subway Walks", non servirà individuare (se non con certosina motivazione) qualche levigato etno-barocchismo alla Anderson Bruford Wakeman Howe ("Light of Ages", ma per non più di un paio di minuti) né certe fotocopiose architetture mid '70s (le scalette finali di "Believe Again" – dove oltretutto potete apprezzare una sfacciata clonazione del Top Gun anthem di Moroder, proprio nelle note iniziali; il botta-funky-risposta basso/tastiera di "Subway Walls"), né infine, la conclamata consapevolezza che gli episodi migliori di questo 'Heaven & Earth' sembrino, alla meglio, outtakes dei peggiori Yes ("Tormato"? "Big Generator"? "Open Your Eyes"? Ce ne sarebbero a volontà). Il fatto è che se la musica della band composta dai membri umanamente più disgustosi della sovente umanamente disgustosa storia del rock non ha ancora inspiegabilmente cominciato a farvi schifo allora lasciate stare, perché questo album è talmente scialbo e sciatto e insignificante che non riuscirà a farvi cambiare idea nemmeno su questo. (Alberto Calorosi)

(Frontiers Records - 2014)
Voto: 50

http://www.yesworld.com/

sabato 25 dicembre 2021

The Pit Tips

Francesco Scarci

Dessiderium - Aria
Sundrowned - Become Ethereal
Bong-Ra - Antediluvian

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Death8699

Cannibal Corpse - Torture
Hypocrisy - Worship
Immortal - At The Heart of Winter

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Alain González Artola

Arcane Existence - Colossus
Woman is the Earth - Dust Of Forever
Ramihrdus - The Sorrow Of The Evergrees

venerdì 24 dicembre 2021

Anthropolatri - V Svete Kostrov

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Epic
Ecco a voi un duo di ucraini panslavisti... I nostri eroi Lazar e Vogneslav dedicano il loro album "all'orgoglio del popolo serbo", e non dimenticano di salutare nel booklet "tutti i fratelli di sangue di Ucraina, Russia, Bielorussia, Serbia, Bulgaria, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Moravia, Macedonia, Slovenia, Bosnia" e chi più ne ha più ne metta. Stranamente le dediche sono in lingua inglese, tutto il resto è in ucraino: curioso no? C'è da segnalare una collaborazione alle tastiere da parte di Saturious (Nokturnal Mortum). Il genere praticato dal duo panslavista è un black metal che ha nelle vocals, gracchianti e di quando in quando davvero stonate, il suo limite principale. Tuttavia liquidare sbrigativamente questo album sarebbe ingiusto: le atmosfere che vi si respirano sanno essere, talvolta, piuttosto suggestive. Il pezzo migliore dell'album è senza ombra di dubbio quello d'apertura: puro folklore ucraino senza alcuna componente metal. Da ascoltare. Le rimanenti sette canzoni si collocano sul versante del black metal con venature epiche.

(Beverina Productions - 1999/2018)
Voto: 65

https://beverina.bandcamp.com/album/anthropolatri-tape-1999

giovedì 23 dicembre 2021

Blood Red Throne - Fit To Kill

#FOR FANS OF: Brutal Death
I'd have to admit that I was skeptical regarding this follow-up from Blood Red Throne's previous release 'Union of Flesh and Machine'. I didn't think it possible to top that one, but this one is superb. I like everything about it. The guitars, both rhythm and lead, the production, vocals and intensity. They proved very strong here, songwriting skills for them are getting even better. The music is what grapples the most. Some of the vocals are changed up from low-end to higher-pitched screams. The bulk of the album features the low-end vocals though. It fits the music perfectly. The sound quality is top notch, too. All of the songs just crush.

What's lacking in the death metal community is that bands go from sounding promising to splitting up because of technology and a lot don't progress. It's the exact opposite. I don't mean all death metal bands, but a lot of them. Or they change their style of music. Horrified is a good example of a death metal band that turned to melodic death but melodic death that's just "out there." Blood Red Throne is staying true to their roots and continue to get better and better. In essence, it's going to turn into more followers, listeners, in short, FANS. They sure have me as a long-time fan. It's going to stay that way too, I hope.

The music and vocals are the highlights of this album. Nothing tops this one out of their entire discography in my opinion. The guitars just have great riffs to them and the leads are immaculate. Really everything is with sheer and utter precision. The vocals compliment the guitars and keep it sounding really underground. All the tracks are good and the songs are lengthy. But they never dissuade your attention. Nothing fizzes out on this release. It's anything but "boring." The screams give the songs a little more diversity. It's not just low bellowing grunters. It fluctuates completely.

The fact that this band continues to progress will keep me supporting them. Buying physical CD's really helps the band, but in this day and age, everything is digital. It's good that CD's are still available. I'm sure that they'd appreciate the fact that you buy their albums or listen first then if it's liked buy the physical CD. Do yourself a favor and download 'Fit To Kill', then order it. You won't be disappointed either way, or both ways! Support Blood Red Throne and get it! (Death8699)


District Unknown - Anatomy of a 24 Hour Lifetime

#PER CHI AMA: Prog/Groove Metal
Al di là degli ineludibili significati (affatto) sovrastrutturali, l'album d'esordio della prima e forse unica metal band afghana fornisce inedite topologie musicali, specialmente negli episodi più lisergici/desertici ("Whisper in a Dream," lo strumentale introduttivo "Modern Nature", caotico quanto una tempesta di sabbia e a tratti quasi groove, oppure i panorami psych/esplosivi di "Two Seconds After the Blast", approssimabili a certe cose lunghe dei The Doors, o anche il doom stupefatto di "Struggle" con tanto di stupefacente(mente lunga) intro elettronica) o psych/prog ("Portraits", lo strumentale "A Cancer by Design" ha forse qualcosa dei Genesis di 'Foxtrot'? O dei Beatles di 'Abbey Road'?). Eclettico e funzionale il sound, conseguenza di una produzione per niente amatoriale, ma decisamente debole il cantato in pulito ("Joy Versus Sorrow" e ancora in "Portraits"). Costituiti in piena era taliban, per un certo numero di anni i District Unknown si sono esibiti in patria clandestinamente e col volto coperto così da sfuggire alle persecuzioni. Poi pensi a quei cretini di fascistelli svedesi provvisti di chitarre-mitra e batterie-carrarmato che giocano a fare la guerra sul palco, sì, ma sempre restando ben fuori tiro. O a quegli altri idioti metallari multimiliardari dei miei coglioni spelacchiati provenienti dall'Iowa che giocano a fare i serial killer di questa beneamatissima fava. Gente che a Kabul non durerebbe più di dieci minuti cronometrati. (Alberto Calorosi)